🍫*Narrato da Franci.*🍫
La frenesia oltremodo travolgente di Seoul ed i suoi briosi cittadini sono la giusta combinazione per chi necessita di una botta di energia. Ed io ne ho decisamente bisogno.
Chi l'avrebbe mai detto che sarei arrivata ad ammettere a me stessa certe cose, tipo l'essere triste. Francesca Landi, la peperina, la spumeggiante, la festosa, o almeno così mi qualificano, da sempre, le mie conoscenze, perché nemmeno io mi riconosco più...dove sei finita? Ovunque tu sia, torna ad abitare in me. Sul serio, sono una tipa dinamica, tanto che la zebra Martin definirebbe il mio stile di vita "elettrifrizzante". Ma, ultimamente, qualcosa mi disturba ed il fatto che non riesca a determinare con precisione di cosa si tratti mi tormenta. Da qualche settimana a questa parte, per esattezza da quando ho dato l'ultimo esame, quello di letteratura italiana, le mie giornate sono intervallate da sbalzi d'umore.
A prova di ciò, mi viene da sbuffare, improvvisamente e senza un motivo preciso.
Il ragazzo accanto a me, alla guida del veicolo, se ne accorge, ma non dice nulla. Lo vedo, osservandolo tramite lo specchietto esterno della portiera, solo lanciarmi un'occhiata indagatoria. Torna in fretta a prestare attenzione alla strada, finché non ci fermiamo ad un crocevia, in attesa di ricevere segnali dal semaforo, quando riprende a controllarmi, ma io mi perdo nuovamente nei miei pensieri.
Dicono che quando si trascorre troppo tempo con qualcuno, inconsciamente se ne acquisiscono le abitudini e si inizia ad imitarne gesti e modi di fare. Nel mio caso, direi che trascorrere le mie giornate assieme a Minnie, fra le tre quella emotivamente instabile, non sia stato per niente salutare. Abbiamo frequentato la stessa classe, sin dal suo trasferimento in Italia, nonostante lei sia un anno più vecchia di me. Questo perché i miei genitori mi hanno iscritta e mandata alle scuole elementari ben sei mesi prima del dovuto, usufruendo di un processo che, per un periodo, ricordo sia andato addirittura in voga fra le famiglie (non è proprio il caso della mia) più desiderose di mettere in mostra i propri figli, togliendo loro un meritatissimo anno di pura spensieratezza che solo le scuole materne concedono: la cosiddetta "primina", cosa che ha sempre comportato sulla mia persona la pesante ricaduta dell'appellativo "anticipataria". Una piccola parte di me rimprovera i miei per questo. Seppur non l'abbiano fatto spinti dalla voglia di accelerare il mio percorso scolastico e di crescita, ma soltanto per non separarmi dai miei compagni d'asilo, con i quali avevo formato un bel gruppetto, riconosco che questa condizione mi abbia penalizzata. Sì...perché, rispetto agli altri, ho impiegato più tempo in tutto.
Marti, invece, è sempre stata un anno avanti (in generale, lo è stata e continua ad esserlo in ogni cosa, basti pensare che, mentre io sorridevo davanti allo schermo del computer guardando e riguardando i music video dei BTS e, non dovrei dirlo, stavo attenta a che la bava non mi uscisse dalla bocca, lei frequentava il suo primo ragazzo), ma questo non ha mai comportato un suo allontanamento da noi. Al contrario, non ci siamo mai separate realmente.
Proprio lei, la maggiore, e quell'altro gran dottore di mio padre hanno già formulato la diagnosi del mio malumore: sono un'adolescente e non c'è nulla da curare in me. Dopotutto, ho ancora diciannove anni e, nonostante abbia già frequentato con piacere, ma non con poche difficoltà, il mio primo anno universitario, sotto molti aspetti resto piccola. E tutti i commenti di Marti e Minnie, convinte sostenitrici del fatto che io, in realtà, sia più matura di quanto creda, non mi persuadono affatto. Le assecondo, sì...ma solo per non discutere della faccenda più del necessario.
Mi sento piccola anche ora, mentre fatico a trattenere una tremenda risata alla vista di una mascotte per strada, impegnata nell'intrattenere un gruppetto di bambini. Il costume da orso bruno gigante, che non capisco bene, a causa dell'improvvisa partenza dell'auto, una volta scattato il verde, su quale motivetto musicale stia ballando, ha gli occhi grandi, un'espressione super allegra cucita sul volto ed indossa un'enorme maglia arancione. Si dimena in un modo tanto goffo da darmi l'impressione di poter ruzzolare in terra a momenti. Eppure, non scoppio a ridere, finché Taehyung non lo fa e, dietro di lui, Jungkook, seduto su uno dei tre sedili posteriori. Ho davvero represso un momento di naturale divertimento, per timore di risultare infantile? Altro che "nulla da curare" ...certamente qualcosa non va, in me.
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Illegirl. |BTS|
FanfictionCosa succederebbe se tre ragazze iniziassero a portare scompiglio nella già caotica vita dei Bangtan? In una storia, che quasi sembra una gara fra ricordi passati e momenti collezionati nel presente, scheletri nell'armadio e nuove conoscenze, scoper...