Like a biscuit

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☀*Narrato da Marti*☀

Non avrei mai immaginato che il romanzetto rosa messo in valigia all'ultimo minuto e sul quale, a giudicare dall'accenno di trama sul retro, non avevo scommesso neppure un centesimo avrebbe potuto sorprendermi. Invece, portandone a termine la lettura, dopo avergli dato un'opportunità, mi dico che ne è valsa la pena trascorrerci su le ultime ore. È davvero un bel libricino, con i colpi di scena giusti, quel pizzico di mistero che non guasta mai ed un gruppo di protagonisti ben assortito. Mi viene amaramente da pensare, dopo averlo posato sul tavolino in veranda, che il mio "bollare" chiunque, quasi abbia a che fare con dei pacchi postali, in seguito ad una sola chiacchierata è sbagliato. È pur vero che a pelle si percepiscono sensazioni, si avvertono presentimenti ed è naturale farsi un'idea della persona che si ha di fronte, ma questo può andar bene finché rimane una "prima impressione". Dare l'occasione a qualcuno di mostrarsi per quello che è senza eliminarlo dal proprio mirino a prescindere sarebbe più corretto. 

Ma...non credo ci riuscirò mai. 
Una cosa o mi piace o non mi piace.
Una persona o mi colpisce o non mi colpisce. 
Persino nello scegliere una maglietta da comprare applico questa filosofia.

Con Jonathan le cose non hanno avuto inizio diversamente: mi è piaciuto dal primo istante. 

E nel momento in cui mi rendo conto di non far altro che pensare ad una persona notte e giorno conseguentemente ad una serie di avvenimenti che stanno piano piano delineando un rapporto che, per quanto ancora instabile, sta permettendo ad entrambi di conoscerci e scoprirci, di star iniziando, a questo punto, a provare interesse nei confronti di un ragazzo che, in tutta sincerità, non avrei mai creduto di poter prendere in considerazione, per via dell'enorme divario fra i nostri stili di vita ed alla notevole lontananza delle realtà che sperimentiamo quotidianamente, non di certo per una questione estetica o caratteriale, mi sento alquanto frastornata. 

Jungkook mi piace.
Forse anche parecchio. 
Non lo nascondo. Perché farlo se lui, con molta probabilità, si trova nella stessa situazione? Quell'imbarazzo quando gli sto attorno, quegli occhioni sbarrati non appena mi avvicino, quell'esagerata reazione al bacio, lo sfogo dell'altro giorno in chiamata, la scelta della frase allegata al mazzo di fiori e lo scampato svenimento di ieri dopo avermi vista mezza nuda. 

Così pensando me ne rientro in casa, inizio a sentire un po' freddo. Nonostante abbia letto a lungo, il mio stomaco non avverte un grande bisogno di cibo. Ma vorrei comunque rispettare la mansione che mi tocca e mettermi ai fornelli, sebbene siano le dieci di sera. Impiegherò il mio tempo in maniera diversa, imparerò a fare qualcosa di nuovo e le ragazze avranno una scorta di dolci per quando saranno di ritorno...se lo saranno. AH! Dovrei smetterla...non sono le tipe da trascorrere la notte fuori.

Recupero il mio leggero cardigan dall'armadio e torno in cucina. Dopo un'attenta razione di ciò che rimane in frigorifero, afferro il cartone del latte e quello delle uova. Ancora frittelle, direte voi...ma ormai lo sapete che non sono una tipa ripetitiva. Cercherò una ricetta alla mia portata, qualcosa che le mie mani poco esperte in cucina siano in grado di realizzare alla meno peggio e senza correre il rischio di appiccare un incendio. Non trovo altro che torte e ciambelle...anche internet sta diventando noioso. 

Scorro lentamente le pagine del ricettario che ho appena scaricato con la speranza che almeno una fra tutte queste figure catturi la mia attenzione, ma sono costretta a mettere giù il telefono quando sento suonare il campanello. Mi incammino verso l'entrata ansiosa e con uno strano presentimento. Già a casa? Qualcosa è andato storto? Devo prepararmi ad una sfuriata? Ad un pianto? Ad entrambi?

Do un'occhiata tramite lo spioncino. La prima cosa che scorgo sono un paio di occhioni da cerbiatto neri, poi un ciuffo del medesimo colore, infine un naso che, attraverso il piccolo vetro deformante, appare spiritosamente più grande.
Mi sudano le mani al solo pensiero di doverle portare sulla maniglia. Tiro un sospiro profondo, mi do una sistemata rapidissima ai capelli, portandoli indietro e provo a rilassare il viso. 

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