Seokjin...sei sicuro?

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☀*NARRATO DA MARTI*☀

Preoccupazione, preoccupazione, preoccupazione. Nient'altro mi affolla la mente. Mi sento annebbiata, sull'orlo di uno svenimento o, ancor peggio, di un crollo nervoso.

Dovrei calmarmi, sedermi, bere un bicchiere d'acqua, respirare profondamente. Invece, tutto ciò che faccio una volta messo piede nel nostro appartamento ed essermi assicurata che le ragazze non siano ancora rientrate è lanciare la mia borsa sulla cassapanca in corridoio, noncurante del mio cellulare che imperterrito continua a squillare, levarmi le scarpe agitando i piedi e fiondarmi in camera mia a rovistare come una ladra in uno dei miei due bagagli ormai vuoti da qualche giorno. Ciò di cui ho bisogno è ben nascosto in una delle innumerevoli tasche interne del mio trolley blu notte, all'interno delle quali inserisco freneticamente le mani dopo aver tirato giù ciascuna zip, con la speranza ciò che cerchi salti di fuori al più presto. È solo nel terzo scomparto che, con immensa soddisfazione, trovo il mio pacchetto di sigarette ancora intatto ed il mio accendino rosso, avvolti in una maglietta che prevedo di non indossare. Li afferro ed esco sulla veranda sul retro.

In fretta spacchetto la confezione, per poi lasciarla sul tavolino di legno al quale sono poggiata, e porto senza esitazione una sigaretta fra le labbra. Vi ravvicino l'accendino con entrambe le mani, stavolta dopo un attimo di titubanza. Aspiro. All'istante, una lacrima, segno dello sfogo di cui necessitavo, scende solitaria lungo la mia guancia destra, tracciando una linea nera sporca di rimmel. Non l'asciugo, lascio al contrario che percorra il mio viso e che, giunta all'estremità del mio mento, coli verso terra, finendo con l'imbrattare nella sua discesa l'orlo della mia maglietta. Porto un braccio a sostenere l'altro che penzola, per lasciar cadere la cenere sul pavimento. Poi riaccosto la sigaretta alle labbra e faccio un altro tiro.

Sogghigno amaramente: nell'istante prima di accenderla, ho persino creduto di aver dimenticato cosa si provi. Dapprima un forte scossone ai polmoni (disabituati all'intrusione del fumo), poi nient'altro che appagamento, euforia ed un'illusoria e necessaria sequenza di sensazioni piacevoli. Sono mesi che non traggo sollievo da una sigaretta. Ricordo di aver terminato e buttato via l'ultimo pacchetto da venti in uno dei giorni precedenti al primo esame dato quest'anno, quello di lingua spagnola. Ho fumato in ogni pausa dal mio intenso studio, sotto l'aria fresca e confortevole che solitamente aleggia attorno al balconcino della mia camera da letto, con la speranza nessuno mi sorprendesse lì fuori, avvolta nel mio cardigan di lana blu, ad "avvelenarmi". Nei mesi seguenti, ho combattuto contro me stessa per evitare. Pian piano quella necessità di offrire nicotina al mio organismo è andata scemando. Eppure niente riesce a tranquillizzarmi come il fumo...purtroppo. È per questo che ne ho portato una piccola scorta con me; non avrei mai pensato di doverne usufruire soltanto una settimana seguente al nostro arrivo in Corea. L'ho sempre vista una gran via di fuga questa, non l'ho mai fatto per sport. Nemmeno intendevo prendere il vizio, ma ad un certo punto la cosa mi è sfuggita di mano. Ho iniziato circa quattro anni fa...diciassette anni da poco compiuti. Il periodo più stressante e luttuoso della mia vita, perché ho perso nell'arco di due mesi tre delle persone che più mi stavano a cuore.

Ripensare in questo momento al frangente più straziante del mio passato non è la cosa migliore da fare. Specie perché mi trovo immersa in uno stato di leggerezza che mi porta a sorridere da sola, verso un punto indefinito di fronte a me. Non voglio che questa condizione svanisca.

Devio il flusso incontrollato di ricordi che si è intrufolato nella mia mente. Non voglio pensare a nulla. Ma per quanto ci provi, qualcuno mi tormenta, stavolta piacevolmente, e mi assilla. È qualcosa di nuovo, di conseguenza ne ho paura. Per la prima volta sono felice a causa di un ragazzo che non è il mio ex. Emozioni contrastanti prendono a fare a gara fra loro, non appena ripenso a ciò che è accaduto solo poche ore fa.

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