🌸*NARRATO DA MINNIE*🌸
Our every moment, I start to replace,
Cause now that they're gone, all I hear are the words that I needed to sayOgni nostro momento, ho iniziato a rimpiazzarlo
Perché ora che non ci sono più, tutto ciò che sento sono le parole che avevo bisogno di dire❤Lewis Capaldi❤
Avete presente quelle arrabbiature che ci ostiniamo ad alimentare interiormente, mostrando il broncio a tutti, palesando malumore, formulando milioni di spiacevoli pensieri dettati dall'irrefrenabile e sbagliatissima voglia di piantare un ceffone in viso alla persona che ne è la causa? Non trovo espressioni più azzeccate per descriverlo: l'effetto Park Jimin su di me...o meglio, l'effetto Park Jimin su di me durante le ultime dodici ore. Ma si può essere più indisponenti, scocciatori ed irritanti?
-Hai deciso di pernottare davanti alla mia porta? - chiede, tirando su il cappuccio della sua felpa color indaco con un rapido gesto. Lo osservo, nel tentativo di decifrare la sua espressione, incapace di comprendere se anche il suo umore, parimenti al mio, sia nero, ma proprio mentre sto per rispondergli, un suo ulteriore movimento mi destabilizza. Di colpo, mi ritrovo a non riuscire a formulare alcun pensiero, se non quello di avere di fronte il ragazzo che tanto vorrei bistrattare e di non riuscirci minimamente, colta da uno scomodo quanto inaspettato momento di imbarazzo.
-Beh...in realtà, - farfuglio, per poi portare una mano a sfregarmi la punta del naso (mi sento a disagio e lui lo sa bene, altrimenti non si spiega quel sorrisetto sfrontato), -questa non è la tua stanza. Quello fuori posto sei tu...- sussurro, tornando a guardarlo.
Lui in tutta risposta, cosciente e padrone della situazione nella quale è riuscito a coinvolgermi senza troppe difficoltà, prende a giocherellare con la zip della sua felpa per metà richiusa, attirando in definitiva il mio sguardo intimidito sul suo petto scoperto. A catturare la mia attenzione, prima che rivolga gli occhi al pavimento, sentendomi avvampare di colpo, è la scritta "NEVERMIND" tatuata sul lato destro del suo torace, di cui intravedo solo le lettere finali. L'ho sempre considerato, questo, un particolare attraente, sin da quando l'ho visto per la prima volta.
Scuoto il capo leggermente, cercando di rinsavire, mi porto una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio sinistro e prendo un respiro. I nervi misti a questi momenti di confusione non fanno che peggiorare il mio umore. Ed è tutta colpa sua.
-Dobbiamo parlare... - mi comunica serio, portando nuovamente il mio sguardo a scontrare il suo, permettendomi stavolta di leggerlo. -ne ho bisogno, Min. -, aggiunge, dopo aver notato la mia espressione contrariata, andando a confermare l'amarezza che ho scorto nei suoi occhi.
-Ma lasciami perdere...- mormoro, per evitare di alzare il tono della voce. Se lo facessi, so che non tornerei più indietro e prenderei ad urlargli contro di piantarla di comportarsi come il ragazzo esasperante che era anni fa, di smetterla di scombussolare il mio umore a suo piacimento, di darci un taglio con le solite frecciatine e di non giocare affinché il lato peggiore di me venga fuori. Vorrei girare i tacchi e rifugiarmi in camera di Taehyung, considerato non mi senta in forma nè sicura di riuscire a reggere una conversazione, ma qualcosa mi ha piantata qui: saranno i nervi a fior di pelle, sarà lo scompiglio che mi ha inevitabilmente pervasa, ma sento i piedi saldati al pavimento. Ed i suoi occhioni curiosi sulla mia figura non fanno altro che turbarmi maggiormente.
Si fa avanti, richiudendo la porta alle sue spalle e senza proferire ulteriori parole si allontana in corridoio, pensando evidentemente che io lo seguirò. A convincermi a farlo è la stessa accozzaglia di sensazioni che mi hanno impedito di lasciarlo lì sulla porta; percorro i suoi passi ovattati, soffermandomi poi sull'ingresso del bagno. -E ora che fai? - gli domando perplessa. Mi fa segno di entrare, ma resto comunque sul vano della porta, tutta raccolta nella grande felpa nera del mio oppa che mi offre, in qualche modo, la rassicurazione della quale ho bisogno. Gli mostro l'espressione più enigmatica che possa tirar fuori, avendo lui già diretto abbastanza le mie emozioni, ma il suo semplice piegare le labbra tonde in un sorriso, andando a formare una delicata fossetta sotto la guancia destra mi disarma.
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Illegirl. |BTS|
FanfictionCosa succederebbe se tre ragazze iniziassero a portare scompiglio nella già caotica vita dei Bangtan? In una storia, che quasi sembra una gara fra ricordi passati e momenti collezionati nel presente, scheletri nell'armadio e nuove conoscenze, scoper...