Il bagliore di un ricordo

282 9 3
                                    

•°Nathalie

Una fitta alla testa, come una morsa che mi stringe mentre mi porto la mano sulla tempia.
Come sono finita in questa situazione?
Se Emilie mi stesse vedendo cosa penserebbe?
Mi allontano da Gabriel recuperando distanza ma il mio polso viene afferrato con quel commisto tra il brusco e il soave...
quasi... dolce.
Sta in silenzio da minuti ormai, non so cosa fare e giuro che in questo momento spererei in qualsiasi cosa che mi portasse fuori da quì, qualunque cosa, anche minima.
-"Cosa..." Lo sento borbottare. È curioso come abbia abbassato lo sguardo e cerchi di introdurre questo discorso da diversi minuti ormai... lo conosco tanto che sono sicura riguardi una questione importante, tuttavia quest'indecisione e la totale riluttanza al tema mi sta stancando.
Insomma, si tratta di me...Che gli prende all'improvviso?
Se si dovesse trattare di smetterla con Emilie giuro che stavolta mi sente-
-"... Cosa sono io per te Nath?"
Chiede d'un fiato, con una strana voce sommessa, che giurerei fosse stata la petizione più inusuale che avesse mai pronunciato.
E poi ancora quel diminutivo.
È sbagliato Gabriel. Mi stia lontano, non posso nascondere quello che provoca in me stando così vicino: perché non lo capisce?
-"P-prego?"
-"Hai sentito quello che ti ho detto: solo... voglio sapere cosa siamo."
-"Gabriel è sicuro di stare bene?"
Gli metto una mano sulla fronte ripetendo l'azione per sentire se ha la febbre ma mi blocco a metà strada accorgendomi che ho guadagnato qualche centimetro in più tra noi.
Mi sta guardando con quegli occhi grigi che mi strappano l'anima; come se fossero delle tempeste all'interno delle quali non puoi fare altro che sentirti persa eppure protetta da quel caldo abbraccio...adesso che lo riguardo,sembra così sereno.
Continua a guardarmi con confusione, cosa gli succede?
Prende delicatamente le mie mani e le stringe:
-"Solo... curiosità.
Rispondi e basta."
E se ne va di nuovo.
Smette di guardarmi, il suo sguardo è perso a terra.
Come se non volesse vedermi.
Tutto quello che sta facendo qui è solo per il senso di colpa che lo invade, perché sono l'unica ad aiutarlo e forse perché Emilie gli ha chiesto di fare questo sforzo di essere presente... Ormai sedici anni fa.
Sorrido come posso guardandolo negli occhi, accomodandomi a gambe incrociate con le mani giunte sui piedi e semplicemente cerco di essere più fredda possibile...
Dovrei solo rispondere "il mio capo" ma le parole escono soffocate, come se mi mancasse di colpo la voce.

°Gabriel

Aspetto ancora la mia risposta.
Davvero sono così disprezzabile?
Ho davvero causato tanto male da perdere anche la sua stima?
Ma che sto facendo? Dovrei essere sul campo di battaglia in questo momento. Alzati Gabriel.
-"Nathal-ie..."
Mi volto e faccio contatto visuale con quegli occhi luminosi e sinceri: sembra un'altra persona, ben diversa dalla mia fredda mano destra che pensavo di conoscere.
Forse attendo tanto perché ho bisogno di quella risposta, tanto quanto ho bisogno di lei in questo momento: al solo pensiero che tarda tanto nel placare i miei dubbi mi lascia pensare che tutto, quel sentimento forte che ci lega è solo l'obbiettivo di riavere Emilie e nient'altro.
E questo è un bene... giusto?
Eppure non riesco a gioire dentro per questo pensiero fugace. Non dopo quello che ha detto, mi ha scatenato una tempesta che non riesco in alcun modo a far tacere...
E se davvero provasse qualcosa di importante? Come potrei reagire? Riuscirei ad andare avanti senza ferirla?
Zittisco i miei pensieri, buttando giù l'ennesimo respiro pesante della giornata...
Se continua con questo silenzio divento matto.
Ad un tratto la vedo abbassare lo sguardo e arrossire, balbettando qualcosa di quasi impercettibile. Per la prima volta in vita mia reputo quest'azione del tutto dolce nonostante non la sopporti nel carattere altrui, perché c'è qualcosa di eatremamente vero, forse è la sensazione più concreta che avessi visto in mezzo a tanti che finora sono stati così vicino, e ovviamente, che sentissi fluire attraverso il mio corpo, per merito della spilla dell'empatia.
-"Sei tutto ciò che mi resta." Dice in un sussurro.
-"C-come?"
-"Sarà assurdo ma la considero una persona in grado di... capirmi?
Ecco, non è facile spiegare dal niente cos'è per me-" Mi guarda e tutte le mie difese crollano facendomi fremere d'ansia per la risposta: il cuore preme con forza e non riesco a distogliere l'attenzione dal candore vellutato della sua pelle, interrotto da quel flebile e dolce rossore.
-"Lei è molte cose Gabriel." Ricomincia in un sospiro mentre si rivolge alla finestra con fare distratto, ma fissa sull'obbiettivo.
-"È il mio parter, si collega a me tramite il Miraculous, a volte l'intesa tra noi sembra superare il possibile, non crede?" Faccio silenzio ma lei non attende una risposta e continua il suo diacorso iniziando a giocare con le ciocche scure, intrecciandole tra le dita.
-"Convengo di sì, dunque. Io la rispetto: mi ha offerto una vita, una casa, uno scopo e sinceramente ho scoperto che riesce ad aprire parti della mia mente e della mia anima che non avevo mai visto. Facendomi scoprire cosa c'è oltre quello che la gente vede con gli occhi ma mai col cuore... Mi spiego?"
Chiede incerta cercando risposta nel mio sguardo: ma non posso muovermi, sono completamente pietrificato dalle parole e dalle sensazioni che questa rivelazione ha scosso in me, non avevo idea che ci fosse un lato simile in Nathalie... Davvero mi teneva nascosto tanto?
-"Lei non è solo il mio capo, voglio essere del tutto onesta con lei..."
Continua facendomi trasalire per un istante...
-"Lei è quel tassello della mia vita che le dà colore, per quanto assurdo possa sembrare. E sì, le voglio bene, come-"
-"Ad un amico?" Riesco finalmente ad articolare una parola e questobil massimo che posso chiederle?
Bravo Gabriel.
Davvero le ho chiesto questo?

E Quando sulla schiena trovi cicatrici, è lì che ci attacchi le aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora