9 Primavere

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°•Nathalie•°
Adrien aveva iniziato a frequentare la scuola da circa due mesi: ci sono stati diversi attacchi da parte delle Akuma di Gabriel, fallite a causa di quegli eroi portatori dei due Miraculous da lui ricercati. La sua rabbia era sempre meno gestibile e si rinchiudeva a giornate nello studio ignorando me, suo figlio e chiunque altro.
Insopportabile e cocciuto: ma del resto come biasimarlo?
Aveva rischiato anche la vita durante un'akumizzazione, con un certo Simon mi sembra... per un attimo ho ringraziato il cielo che i due eroi fossero arrivati giusto a tempo: ironico, no?
-"Cosa vuoi?" Mi chiese freddo senza voltarsi.
-"Sta bene... è quello che conta." Maledetto stupido! Quanto avrei voluto tirargli un ceffone in quel momento, poteva lasciare al mondo un orfano come se al signorino non bastasse già la sparizione della madre, come se a nessuno importasse di lui...
A volte è così dannatamente... idiota.
-"Io... ho fatto un piccolo errore di calcolo. So bene che mettermi in pericolo non la riporterà indietro ma... senza di lei non ha senso vivere quello che potevamo continuare a condividere, veder crescere Adrien insieme, vederla realizzare a pieno il suo sogno e... vedere come, al momento giusto Adrien prenderà le redini della marca: non voglio che si perda questo, non voglio che si perda niente delle cose che ci sono rimaste per  questo tempo non ancora trascorso."
-"Un PICCOLO ERRORE DI CALCOLO?! Non credo si possa catalogare xome tale Gabriel! Capisco come si sente ma non può nemmeno permettersi lasciare al mondo un orfano per il proposito di riportare un morto in vita." Feci un passo in più verso di lui affrontandolo in pieno viso.
-"Io stessa non glielo permetterò."
Adirato, cercò una consolazione repente negli occhi spenti del quadro giacente alle nostre spalle.
Il niente.
Si voltò verso di me come per dirmi qualcosa, ma avevo già lasciato la stanza... dovevo lavorare duramente per ottenere quello che volevo: liberargli l'agenda per un'ora, un'ora soltanto... un regalo per Adrien che voleva da così tanto tempo.
"Perché da qualche tempo il mondo è un’agonia
Qualsiasi cosa faccia è sempre colpa mia."
Ogni notte sognavo questa frase ripetuta da me, mentre guardavo Emilie cadermi davanti per il dolore nel petto.
La raggiungevo... Invano.
E mi svegliavo di soprassalto.
Volevo anch'io riportarla indietro ad ogni costo ma... volevo aspettare il momento giusto, per ora non me la sentivo ancora di affrontare la sua bara in quell'oscuro sotterraneo; Gabriel andava da lei ogni giorno...
io non potevo, non ce la facevo.
𝓝𝓸𝓿𝓮 𝓹𝓻𝓲𝓶𝓪𝓿𝓮𝓻𝓮, 𝓷𝓸𝓿𝓮 𝓲𝓷𝓿𝓮𝓻𝓷𝓲, 𝓪𝓵𝓽𝓻𝓮𝓽𝓽𝓪𝓷𝓽𝓮 𝓮𝓼𝓽𝓪𝓽𝓲
𝓔 𝓭𝓸𝓹𝓸 𝓺𝓾𝓮𝓰𝓵𝓲 𝓪𝓾𝓽𝓾𝓷𝓷𝓲 𝓬𝓲 𝓹𝓲𝓪𝓬𝓮𝓿𝓪𝓷𝓸 𝓭𝓪 𝓶𝓪𝓽𝓽𝓲
𝓠𝓾𝓪𝓽𝓽𝓻𝓸 𝓬𝓪𝓼𝓮, 𝓽𝓻𝓮 𝓽𝓻𝓪𝓼𝓵𝓸𝓬𝓱𝓲
𝓣𝓻𝓮 𝓶𝓲𝓵𝓪 𝓺𝓾𝓪𝓽𝓽𝓻𝓸𝓬𝓮𝓷𝓽𝓸 𝓰𝓲𝓸𝓻𝓷𝓲 𝓲𝓷 𝓭𝓾𝓮
Questo prima che ci separassimo quell'anno in cui rimase incinta di Adrien...
E di colpo erano passati 9 anni da quando ci perdemmo in quel viaggio in Tibet, 9 primavere dall'inizio di tutto...

•° Gabriel°•
Il tempo passava, niente tornava, tutto faceva male, mi volevo solo allontare da tutto... gli ultimi tempi sono stati un disastro ma l'ho amata fino alla fine: "e continuerò fin quando le mie forze me lo permetteranno" pensavo... volevo indietro tutto ciò che era mio.
𝓣𝓸𝓻𝓷𝓸 𝓽𝓪𝓻𝓭𝓲, 𝓶𝓪𝓷𝓰𝓲𝓪 𝓹𝓾𝓻𝓮, 𝓷𝓸𝓷 𝓶𝓲 𝓭𝓮𝓿𝓲 𝓹𝓲ù 𝓪𝓼𝓹𝓮𝓽𝓽𝓪𝓻𝓮,
𝓢𝓹𝓮𝓰𝓷𝓲 𝓺𝓾𝓮𝓵𝓵𝓪 𝓵𝓾𝓬𝓮 𝓪𝓶𝓸𝓻𝓮, 𝓯𝓪 𝓾𝓷 𝓬𝓪𝓼𝓲𝓷𝓸 𝓭𝓲 𝓻𝓾𝓶𝓸𝓻𝓮.
𝓕𝓸𝓻𝓼𝓮 𝓶𝓲 𝓪𝓵𝔃𝓸, 𝓯𝓸𝓻𝓼𝓮 𝓼𝓬𝓻𝓲𝓿𝓸, 𝓷𝓮𝓵𝓵𝓪 𝓽𝓮𝓼𝓽𝓪 𝓱𝓸 𝓾𝓷𝓪 𝓬𝓪𝓷𝔃𝓸𝓷𝓮 𝓬𝓸𝓶𝓮 𝓾𝓷 𝓽𝓮𝓶𝓹𝓸𝓻𝓪𝓵𝓮... 𝓒𝓱𝓮 𝓷𝓸𝓷 𝓿𝓾𝓸𝓵𝓮 𝓬𝓪𝓭𝓮𝓻𝓮.
Forse mi allontanavo io, forse si allontava lei ma non è stato il Miraculous a imporci di stare lontani; ci ha riavvicinati ma quanto davvero lo abbiamo fatto noi?

°•Nathalie e Gabriel°•

Non volevo più stare seduto/a quì senza fare niente, un cazzo di pensiero tortuoso, che ti consuma avanri e indietro, come la bestia malata in me che ha bisogno di allontanarsi dal branco e lentamente andarsene: tornando alla dura realtà, alla sanità mentale, perdendo la momentanea pazzia che la notte porta con sé assieme a queste decisioni di vita capaci di troncare la psiche della gente.
Questa forza che ci ha legato, questo amore reciproco che ci ha tenuti/e uniti/e...
Piansi sulla mia postazione, tirai un pugno al muro cercando di reprimere le lacrime salate dalle mie guance, il dolore viveva ancora in me, vicino, quanto avrei voluto zittirlo per una sola notte.
𝓢𝓸𝓷𝓸 𝓼𝓸𝓵𝓸 𝓵𝓪𝓬𝓻𝓲𝓶𝓮
𝓔 𝓷𝓸𝓷 è 𝓹𝓻𝓸𝓹𝓻𝓲𝓸 𝓷𝓲𝓮𝓷𝓽𝓮 𝓭𝓲 𝓼𝓹𝓮𝓬𝓲𝓪𝓵𝓮
𝓤𝓷𝓪 𝓹𝓮𝓻 𝓸𝓰𝓷𝓲 𝓹𝓪𝓼𝓼𝓸 𝓯𝓪𝓽𝓽𝓸 𝓲𝓷𝓼𝓲𝓮𝓶𝓮
𝓤𝓷𝓪 𝓹𝓮𝓻 𝓽𝓾𝓽𝓽𝓮 𝓺𝓾𝓮𝓵𝓵𝓮 𝓷𝓸𝓽𝓽𝓲 𝓼𝓿𝓮𝓰𝓵𝓲 𝓪𝓭 𝓪𝓼𝓬𝓸𝓵𝓽𝓪𝓻𝓮
𝓒𝓪𝓷𝔃𝓸𝓷𝓲 𝓭'𝓪𝓶𝓸𝓻𝓮...
𝓠𝓾𝓮𝓵𝓵𝓮 𝓬𝓱𝓮 𝓯𝓪𝓷𝓷𝓸 𝓼𝓮𝓶𝓹𝓻𝓮 𝓼𝓽𝓪𝓻𝓮 𝓶𝓪𝓵𝓮;
𝓤𝓷𝓪 𝓹𝓮𝓻 𝓸𝓰𝓷𝓲 𝓹𝓲𝓬𝓬𝓸𝓵𝓪 𝓮𝓶𝓸𝔃𝓲𝓸𝓷𝓮, 𝓲 𝓽𝓾𝓸𝓲 𝓿𝓮𝓼𝓽𝓲𝓽𝓲 𝓲𝓷 𝓼𝓮𝓽𝓽𝓮 𝓫𝓸𝓻𝓼𝓮...
𝓔𝓭 𝓾𝓷𝓪 𝓲𝓷 𝓹𝓲ù 𝓹𝓮𝓻𝓬𝓱é
𝓣𝓲 𝓿𝓸𝓰𝓵𝓲𝓸 𝓫𝓮𝓷𝓮.
Semplicemente era un dolore forte, continuare anche solo a toccare con mano quello che aveva costruito, passeggiare per la mansione deserta e silenziosa dove soleva aleggiare la sua presenza, ricordarla anni addietro, cos'aveva fatto per me:
𝓒𝓸𝓶'è 𝓰𝓻𝓪𝓷𝓭𝓮 𝓺𝓾𝓮𝓼𝓽𝓪 𝓵𝓾𝓷𝓪 𝓬𝓱𝓮 𝓪𝓼𝓼𝓸𝓶𝓲𝓰𝓵𝓲𝓪 𝓪 𝓺𝓾𝓮𝓵𝓵𝓪 𝓷𝓸𝓼𝓽𝓻𝓪
𝓣𝓲 𝓻𝓲𝓬𝓸𝓻𝓭𝓲? 𝓔𝓻𝓪 𝓫𝓮𝓵𝓵𝓪 𝓬𝓸𝓶𝓮 𝓽𝓮 𝓬𝓱𝓮 𝓮𝓻𝓲 𝓫𝓪𝓶𝓫𝓲𝓷𝓪
𝓐𝓭𝓮𝓼𝓼𝓸 𝓼𝓮𝓲 𝓾𝓷𝓪 𝓶𝓮𝓻𝓪𝓿𝓲𝓰𝓵𝓲𝓪.
𝓓𝓲𝓬𝓲 𝓬𝓱𝓮 𝓶𝓲 𝓭𝓮𝓿𝓸 𝓹𝓻𝓮𝓷𝓭𝓮𝓻 𝓬𝓾𝓻𝓪 𝓭𝓲 𝓶𝓮 𝓼𝓽𝓮𝓼𝓼𝓸
𝓔 𝓪𝓭𝓮𝓼𝓼𝓸 𝓬𝓱𝓮 𝓷𝓸𝓷 è 𝓵𝓸 𝓼𝓽𝓮𝓼𝓼𝓸 𝓪𝓭𝓮𝓼𝓼𝓸 𝓬𝓱𝓮 è 𝓬𝓪𝓶𝓫𝓲𝓪𝓽𝓸 𝓽𝓾𝓽𝓽𝓸
𝓜𝓪 𝓵'𝓾𝓷𝓲𝓬𝓸 𝓶𝓸𝓭𝓸 𝓬𝓱𝓮 𝓬𝓸𝓷𝓸𝓼𝓬𝓸 𝓹𝓮𝓻 𝓿𝓸𝓵𝓮𝓻𝓶𝓲 𝓫𝓮𝓷𝓮 è 𝓪𝓽𝓽𝓻𝓪𝓿𝓮𝓻𝓼𝓸 𝓽𝓮
𝓢ì, 𝓪𝓽𝓽𝓻𝓪𝓿𝓮𝓻𝓼𝓸 𝓽𝓮.
Come potevo prendermi cura di me se tutto tornava indietro: tutto si crea, si trasforma, nulla si distrugge... Si fonda su questa regola il nostro universo.

°•Nathalie:
"Basta devo uscire da quì"

°•Gabriel:
"Non posso restare quì fermo."

•°
-"Nathalie-"
-"Monsieur Agreste."
-"Dovevi dirmi qualcosa?"
-"No dovevo solo... ecco... devo controllare un secondo una cartella alla seconda postazione... Ecco tutto.
Lei?"
-"Ho solo... bisogno di uscire un secondo nel patio sul retro, la lascio ai suoi incarichi... Buonanotte."
-"Buonanotte a lei. "

Il freddo m'invase quando le/gli passai accanto... nemmeno ci guardammo, solo abbassammo la testa alle nostre ridicole scuse, tutto per non ammettere che era cambiato tutto, che niente sarebbe stato uguale a prima, che solo stavamo affrontando l'altra faccia della medaglia che volevamo nascondere a noi stessi... eravamo uno specchio per l'altro/a...
uno specchio che doveva essere ridotto in frantumi.
Ma gli specchi spesso riflettono quello che non vogliamo vedere: il nostro dannato sogno che ci perseguiva sarebbe mai potuto diventare realtà?

E Quando sulla schiena trovi cicatrici, è lì che ci attacchi le aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora