Anche i cattivi hanno paura

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°Nathalie°

Apro gli occhi e guardo verso la finestra che fa filtrare la luce calda del sole su questo letto.
La sensazione di pace è indescrivibile.
Ho la gola secca e i raggi mi danno fastidio, stringo gli occhi sentendo il corpo pesante, quasi assente.
Tossisco piano, con la poca voce rimasta e sento un sospiro dietro di me.
Mi volto e vedo Gabriel dormire su una poltrona accanto al mio letto: il suo volto è rilassato: se penso che mantiene quello sguardo freddo e forzato per tutto il giorno provo solo dispiacere: se non altro, quando ha voluto desistere dal proposito, non più tardi di due o tre mesi fa, apprezzai proprio quello che vedevo riflesso in lui... Un'assurda e quasi completa pace.
Tossisco di nuovo, stavolta più forte e devo sostenermi con le braccia per il giramento di testa improvviso.
La debolezza torna e sento la pelle ardere come il fuoco stesso.
Sto per cadere quando due braccia mi afferrano per le spalle:
-"Gabriel.." Sussurro guardando verso l'alto.
-"Ieri notte ti ho sentita peggiorare: eri debole e riuscivi appena a ragionare. Sono rimasto per il timore che potesse accaderti qualcosa."
Chiude gli occhi abbassando la testa:
è dispiaciuto.
-"... È tutta colpa mia, perdonami."
La sua voce si spezza.
I suoi occhi luccicano: lacrime? Non è reale, perché tu? Perché adesso?
Gli raccolgo una goccia salata cadente dall'occhio destro con il pollice, colgo l'occasione e gli carezzo una guancia... Finalmente mi guarda, gli sorrido:
-"Adesso sto bene-"
-"Snettila di mentire." Mi aggredisce freddamente, il pentimento gli pende dalle labbra con un'oncia d'ipocrisia.
-"Ho scelto io di farlo." Rispondo a tono.
-"Stanotte hai tossito sangue Nathalie. Di nuovo!" Alza la voce con rabbia. Verso chi è davvero indirizzata caro Gabriel?
Non ricordo di averlo fatto, ad essere sincera... sapevo solo di aver tossito, ed essere stata talmente fuori di me dal cercare invano di raggiungere il bagno, quando ho iniziato a vedere buio mi sono accasciata, mi mancavano le forze, ho toccato il suolo freddo non riuscendo a riprendere il controllo mentre mi abbandonavo al mancamento... E allora ho sentito la porta aprirsi di scatto e un paio di mani grandi depositarmi in un luogo caldo, accogliente.
Lo guardo mentre si alza, getta lo sguardo fuori dalla finestra e poi si reca in direzione della porta.
-"Vado a farmi una doccia: spero di terminare con questa giornata una volta per tutte."
-"L'anniversario dei Bourgeois...
È oggi! L'ho dimenticato, dobbiamo-"
-"Non se ne parla." Alza il palmo e stringe le spalle, austero e intimidatorio, o almeno è quello che cerca di suscitare in me: mi alzo e lo affronto, anche se sento le gambe tremare instabili.
-"Hai già corso un grosso rischio finora, Emilie non-"
Gli mollo uno schiaffo... È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
-"Emilie cosa Gabriel?!
Sapeva che qualunque cosa fosse successa mi sarei fatta onore da sola, preferirei andarmene per sempre da qui piuttosto che rinunciare a questa causa! Alla mia causa."
Risposi severa, con enfasi, in quello schiaffo non avevo messo forza alcuna, solo volevo che gli bruciasse più il gesto in sé.
E avevo ottenuto quello che volevo.
Silenzio.
Ho rimarcato che è anche una mia battaglia oltre che sua e questo lo ha ammorbidito, almeno in parte sulla decisione... Tiene chiuse le braccia dietro la schiena, le spalle incapaci di scaricare tensione.
Mi guarda fisso negli occhi e rimango paralizzata, si muove verso di me... siamo troppo vicini.
-"G-Gabriel?"
Sta iniziando a spaventarmi adesso.
Indietreggio ritrovandomi con le spalle al muro, mi afferra i polsi e li stringe portandoli ai lati della mia testa; non rispondo solo perché non voglio fargli mai più del male come prima... che mi è passato per la testa?

Sono bloccata alla parete, il suo viso a pochissimi centimetri dal mio, muoio nel vedere le sue labbra semiaperte che sospirano e i suoi occhi grigi come la foschia marittima guardarmi come se non avesse un'anima.
-"Gabriel, mi stai.. ah-"
Facendo male...
Allenta di poco la presa sui miei polsi avvicinandosi di più e mi sussurra all'orecchio con voce rauca:
-"Ieri sera nel covo non riuscivi a stare in piedi.
Stanotte hai tossito sangue.
Come pretendi che ti lascerò uscire da quì?"
Sento che abbassa la testa e mi sfiora il collo con il naso, affondando il volto nella mia clavicola mentre si concentra nel mio profumo, facendomi perdere completamente la testa.
Le mani che prima mi attanagliavano i polsi adesso sono scesi come una carezza per stringermi fermamente a lui in un abbraccio capace di cominicare tutto quello che vorrebbe dirmi.
-"Mon-monsieur..."
La mia voce mi tradisce, sento la sua pelle strusciare contro la mia sulla linea della mandibola.
Sfiora appena le mie labbra con le sue e le guarda con attenzione.
Che diavolo sta succedendo?
-"Non potrei sopportare che ti accadesse qualcosa là fuori Nath..."
Cerco di liberarmi ma è inutile.
Chiudo gli occhi:
sento il lieve contatto con le sue labbra mentre aspetto un bacio che non arriverà mai.
Sento la pressione sui miei fianchi diminuire e il palmo che inizia a carezzarmi la fronte tirando indietro i capelli:
-"Hai la febbre... Non accetterò discussioni oggi.
Riposa. "

E Quando sulla schiena trovi cicatrici, è lì che ci attacchi le aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora