Salvarti

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°Nathalie

Detrasformazione.
Il respiro che manca e la forze che vanno lentamente svanendo.
Un flash del passato mi tormenta febbrilmente, lampeggia nella mia mente come un martello che colpisce con frequenza: di come ho trovato il miraculous in Tibet mentre cercavo un riparo dalla tempesta, dopo essermi ferita alla caviglia...
Non potevo muovermi troppo e mi sono infine imbattuta nelle rovine del tempio dove sono stati originati i gioielli capaci di dare i poteri agli esseri umani, come la leggenda narra dati dalla meticolosa elaborazione di un monaco milioni di anni or sono, che hanno vincolato i kwami, esseri eterei capaci di infrangere le leggi della fisica, a questi oggetti, con l'intenzione di fare del bene.
Il fatto che per me, quella spilla sui toni di blu fosse meravigliosa e la avessi regalata a Emilie il giorno dopo, quando mi raggiunse.
Perdendomi ero terrorizzata da quello che poteva accadere, tuttavia, non so bene come, mi ero addormentata pensando a lei: mi sono sentita abbandonata e nonostante ciò sapevo che sarebbe arrivata.
Mi ero addormentata a terra, avvolta in una coperta, sola, in mezzo a quelle rovine inabitate e mi sembrò strano di come l'aura di quella spilletta verde acqua mi mantenesse al caldo, di come sembrasse vegliare su di me.
Quando non credevo ancora nella magia.
E poi una notte di incubi, in cui solo volevo tornare a casa e zittire ogni cosa attorno a me ...
L'unica cosa, che tuttoggi non mi so spiegare è di come si palesò un repentino calore che mi attenuò i sensi e mi affievolì i sogni dandomi pace: ricordo il bagliore dell'alba, mi sentivo stranamente protetta. Come se qualcuno avesse fatto la veglia per me, in un certo senso, come quel che di protettività che colgo negli occhi di Gabriel quando mi succede qualcosa... Ma le mie sono solo le fantasie di una sciocca donna innamorata.
Ricordo che quando mi trovarono uno sguardo di sufficienza si abbatté su di me, era freddo e portava con sé come una specie di rimprovero alla mia presunta irresponsabilità...
col tempo appresi che allora il grande Gabriel Agreste si era preoccupato per la mia sorte, come non aveva mai fatto con nessuno all'infuori di suo figlio o Emilie.
E la mia paura torna a farsi viva: i miei sentimenti per Gabriel possono superare quello per cui sto lottando? Possono essere più forti di Emilie e del dovere che ho verso di lei?
Mai.
È impossibile, o almeno cerco di convincermi affinché lo sia.
Adesso... inginocchiata sul pavimento di questo covo, davanti a lei, cerco di alzarmi e per quanto abilmente possa  trascinarmi, guadagno la direzione dell'ascensore; non sono del tutto consapevole di cosa faccio, sto vagando, sto solo cercando di cavarmela per quanto le mie forze lo permettano.
Afferro la spilla e me la colloco sul petto: le braccia sono pesanti, il respiro mi tradisce riproducendosi terribilmente soffocante.
-"Dusuu...
Va'a chiamare Gabriel ti prego." Sussurro con una supplica.
Cado di nuovo sulle mie ginocchia.
Il freddo che m'intorpidisce le mani e il buio che mi avvolge.
Continuo ad andare avanti, a restare in attesa, nonostante cerchi di aggrapparmi a qualunque cosa.
Un appiglio reale, un sentimento.
Un rumore metallico...
E poi il vuoto.
•°

Gabriel era nel suo studio, del tutto ignaro del fatto che Mayura avesse effettuato una pattuglia: aveva sentito del potere crescere ma lo aveva ignorato: solo per una volta, voleva rimuginare sul disegno della sua vita tanto perfetta. Si era rivelata qualcosa di insolito, almeno per lui: solitamente non passava molto tempo a pensare a queste sciocchezze, la vedeva come un'abbozzatura da scoprire sensibilmente. Un'idea iniziale, un'idea che forse stava cambiando.
E la preferiva come il disegno finale che si era preposto, non come quello che vedeva adesso.
Sentì un dolore penetrare diretto al cuore.
Un onda di emozioni devianti si fecero strada nella sua testa colpendolo violentemente.
Dolore.
Debolezza.
Allora sollevò la testa sbattendola da un lato all'altro con frenesia, senza che potesse trovare il movente di quel malessere.
"Dov'è Nathalie?"

-"Monsieur Agreste!"
Quando Gabriel vide la creaturina cobalto provò il concreto panico dettato dalla paura.
-"Dusuu, che ci fai fuori dal Miraculous? Dov'è Nathalie?!" Tuonò correndo verso di lei.

E Quando sulla schiena trovi cicatrici, è lì che ci attacchi le aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora