Una carezza mai ricevuta

306 17 2
                                    

Quella mattina Ros si era presentata a casa di Jacopo,suo zio,che ultimamente le rompeva per la storia della sua famiglia e del suo litigio con la madre. Insisteva che lei parlasse con loro e chiarisse le cose, e la ragazza nonostante fosse molto titubante, voleva ritornare con la sua famiglia,non perché non amasse più Tommy, ma la sua famiglia le mancava molto.
Suonò al campanello ma ad aprire non fu suo zio,ma Niccoló.

- Buongiorno Niccoló, non sapevo fossi qui. Disturbo? State lavorando?- chiese la ragazza.
-Entra pure tranquilla, non stavamo facendo nulla d'importante- la tranquillizzò facendola entrare
-Niccoló?! È venuto qualcuno? - chiese urlando Jacopo dal piano di sopra.
-Sono io zietto!- esclamò Ros togliendosi le scarpe.

I due giovani si accomodarono in salotto.Rimasero lì, per qualche secondo, a fissare il pavimento in silenzio. Niccoló tirò fuori il telefono per scappare dallo sguardo di Rosella che sembrava aspettasse che lui le dicesse qualcosa.

-Niccoló..?!- attirò la sua attenzione la ragazza- Cosa è successo quella sera?- chiese diretta arrivando al punto senza troppi giri.
-Quale sera?- fece il finto tonto.
-Sai di cosa sto parlando.- disse- quella sera dove mi hai chiamato dicendomi che Adele stava in ospedale,senza nessuna spiegazione, e poi quando sono arrivata, tu eri sparito.
- Non sono affari tuoi Ros.- rispose Nic secco.
Non ne voleva parlare con lei, si sentiva un po' vigliacco,perché quando Adele aveva avuto tutto il coraggio di affrontarlo finalmente e di confessare i suoi sentimenti, quando si era spogliata di ogni suo orgoglio e lo aveva pregato di scegliere lei e di amarla,quando dalla paura di perderlo aveva avuto un attacco di panico,lui l'aveva lasciata lì, in ospedale per poi non farsi più sentire - Sta bene lei?- chiese poi.

-Beh neanche questo dovrebbero essere affar tuo- disse- ma io te lo dico. Sta benissimo Niccoló, grazie per l'interesse. È felice finalmente, non parla più di te, non ti cerca più, non ti sogna più. Non ti corre più dietro Niccoló. Sono contenta che lei non sia più la tua bambola.

Ros non era sicura di aver detto la verità, o solo una grande cavolata.
Come stesse Adele non lo capiva neanche lei, a volte la vedeva saltellare a canticchiare per casa e certe volte sembrava di vivere con una persona apatica, senza sentimenti.
Era vero, non parlava più di Niccoló, almeno non tanto come prima. Sembrava quasi l'avesse superato ormai, ma poi la sorprendeva di notte in balcone a guardare le stelle,fumando qualche sigaretta, e diceva solo "mi manca" con un sorriso triste. Ti veniva voglia di salvarla. Ma secondo Ros, l'ultima persona che la potesse salvare era Niccoló. Aveva totalmente perso la fiducia in lui, e aveva cambiato idea sulla sua persona. E quindi avrebbe cercato di tenerlo lontano da lei.

Niccoló doveva ammetterlo che sentì un morso allo stomaco. Adele aveva rinunciato a lui, la stava perdendo o forse l'aveva già persa.

- Io devo parlare con lei Ros- ma lei le lanciò un'occhiataccia.

- No! Tu devi lasciarla stare. Le fai solo male. Finalmente ha deciso di lasciarti andare Niccoló, devi farlo anche tu, vai avanti con la tua vita. Fai finta di non averla mai conosciuta, è meglio per entrambi- si sfogò per poi prendere la borsa e uscire da quella casa tutta arrabbiata.

Niccoló rimase spiazzato. Non era sorpreso della sua reazione e le dava anche ragione ma non avrebbe fatto quello che gli aveva detto.
Non l'avrebbe lasciata andare, non ora che aveva le idee chiare, ora che sapeva di volere lei e nessun'altra. Avrebbe trovato un modo per parlare con lei.
-
Quella giornata per Adele era stata abbastanza noiosa. Nel negozio non c'era stato nessun cliente, nessuna anima viva. Era da tutto il giorno che stava seduta sbuffando dalla noia mentre Chiara parlava tutto il tempo. Le ricordava così tanto la sua piccola sorellina Lucia che non smetteva mai di di chiacchierare. Col tempo l'aveva un po' conosciuta, aveva capito che in quel negozio c'era venuta per puro caso senza nessuna brutta intenzione,anzi avevano parlato a volte dell'accaduto e lei aveva soltanto detto con un sorriso "Non l'hai fatto apposta. Può succedere a chiunque" anche se Adele sentiva un morso allo stomaco ogni volta che vedeva i lividi causati dall'incidente.
Doveva ammetterlo, era una ragazza molto vivace e anche simpatica, ultimamente stavano iniziando a parlarsi, a ridere e scherzare insieme e andavano d'accordo.

- Aspetti qualcuno?- la richiamò Adele notando che controllava fuori la porta ogni cinque minuti.

-Mio padre mi ha detto che sarebbe passato a trovarmi - sbuffò la ragazza avvicinandosi alla cassa- mi manca e non sto più nella pelle nel vederlo.

- Da quanto non lo vedi?- chiese Adele guardandola con tenerezza,pensava,almeno lei un padre l'aspettava ancora, e invece lei non sapeva nemmeno se ce l'aveva più o no e se l'avrebbe mai più visto.

- Da qualche mese - disse ragazzina.

- Avete un bel rapporto vedo- disse Adele poggiando il mento su una mano- la ragazza fece "si" con la testa.

Andrea in quel momento uscì dalla sua camera e comunicò alle ragazze di chiudere il negozio, perché aveva avuto un imprevisto, e Adele non aveva desiderato altro, così velocemente e felicemente chiuse il negozio per quella giornata.

- È il mio miglior amico..- disse Chiara mentre facevano un pezzo di strada insieme- mio padre intendo. Da piccola lo vedevo più spesso, giocavamo insieme, mi portava al parco e mi chiamava "la sua principessa". Passavamo giornate intere insieme, gli raccontavo tutto, ogni mio segreto era al sicuro con lui. Mi regalava tanti giocattoli, la sera mi leggeva una fiaba e poi mi dava il bacio della buona notte e una carezza,e io mi addormentavo così felice. Giocavamo insieme con la neve, facevamo il pupazzo,ogni anno,come tradizione.
Negli ultimi anni lo vedo un po' meno, ma andiamo un sacco bene lo stesso. Non vedo l'ora di rivederlo per passare bei momenti con lui- raccontava con gli occhi che le brillavano.
E Adele ascoltava, con ammirazione, adorava i papà che erano migliori amici con le figlie, aveva sempre voluto un rapporto simile col suo, ma la vita le aveva insegnato che non si può avere tutto ciò che si vuole.

-Ah eccolo! Ho visto la sua macchina. Ci vediamo domani Adele- la salutò per poi correre verso una macchina infondo alla via. Restò a guardarla per un minuto,correre con un sorriso stampato, a braccia aperte. E ricordava quando anche lei, da piccina corse verso suo padre quando tornò una sera dal lavoro, abbracciò la sua gamba con le sue braccia esili e lui le diede solo una spinta per poi buttarsi sul divano.
Quella era stata l'ultima volta che aveva corso verso di lui, e che aveva voluto abbracciarlo.

Fece per girarsi e continuare la sua strada, ma la porta di quella macchina si aprì, e uscì Lui...

Pietrificata! Era suo padre...ma non poteva essere...non poteva essere lui proprio quell'uomo che Chiara aveva descritto pochi secondi fa...
Uscì dalla macchina e abbracciò Chiara stringendola nelle sue braccia e le diede un bacio sulla testa.

Non poteva crederci. Era proprio lui. Lui che in così tanti anni non le aveva dato una carezza,in così tanti anni non l'aveva visto mai sorridere, che non le aveva mai letto una fiaba o dato il bacio della buonanotte, tantomeno giocare insieme con la neve.
Le sue gambe iniziarono a muoversi verso di loro, non riusciva a controllarle.

La faccia di Luca diventò bianca quando vide Adele davanti a lui, con occhi lucidi e le labbra che le tremavano, teneva una borsa piccola tra le mani e lo guardava com tristezza.

-Perché papà?- chiese soltanto con voce rauca.

-"Papà?"- li guardò Chiara confusa.

- A causa sua?- domandò -è a causa sua che rifiutavi il mio "bentornato papà" nel mentre cercavo di venirti in braccio?eh? Ti risparmiavi perché dovevi dare tutto il tuo affetto ad un altra figlia papà?-
Luca stava immobile,senza rispondere.

- Perché?- le scese ora una lacrima- cosa ti ho mai fatto per non essermi meritata nemmeno una tua carezza sulla testa? Per non essermi meritata una sola buona parola da parte tua,nonostante cercassi sempre di essere perfetta per te.-

-E Lucia papà? -le venne in mente la sorellina.Che anche lei non aveva mai avuto una carezza da parte sua,lei che la parola papà non l'aveva nemmeno pronunciata così tante volte siccome i suoi si erano lasciati mentre Anna era incinta di Lucia.

-Qualcuno mi spiega che sta succedendo?- chiese agitata Chiara.

-Niente- tirò su con il naso, tenendo lo sguardo fisso su quell'uomo, che ormai per lei era difficile chiamare papà- sei davvero fortunata - disse a Chiara - hai davvero un padre meraviglioso. Tienitelo stretto eh! Mi raccomando, perché ti vuole tanto bene. Tanto. Così tanto da negare l'amore ad altre due figlie, e darlo tutto a te- disse per poi girarsi e correre via, lasciando Luca a testa bassa e Chiara a bocca aperta.

COLPA DELLE FAVOLE 💔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora