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Lili
Dire che sono nervosa è poco.
Sto ripulendo tutta casa da questa mattina.
Ha paura che quando venga possa trovare qualcosa in disordine e ho sopratutto paura di lui.

Non lo conosco per niente, fino a ieri ci evitavamo a tutti i costi, è un totale sconosciuto per me. Non so cosa potrebbe farmi e da stupida l'ho chiamato a casa mia.

Cristo! Ma dove mi finisce il cervello a volte?!
Prendo dei bei respiri e vado in camera mia per prendere le mie medicine per la depressione, almeno quelle riusciranno a tranquillizzarmi. Ormai sono come una droga per me, non riuscirei a vivere letteralmente senza quelle medicine.

Guardo fuori dalla finestra, c'è un fortissimo sole e i raggi di quest'ultimo si abbattono alla finestra formando un bellissimo effetto, sorrido.

Ma poi il mio sorriso si spegne quando sento qualcuno suonare al campanello. Ok Lili, tu mostrati il più normale possibile e vedrai che andrà tutto bene.

Un senso di ansia mi fa rabbrividire e mi fa sopratutto terrorizzare ancora di più, le mie mani stanno sudando e il mio cuore batte più forte del dovuto.

Cosa dovrei dirgli? Dovrei salutarlo o dovrei restare zitta? E se dico o faccio qualcosa che non devo? Potrei anche non aprire e restare chiusa in casa per tutto il giorno, infondo non ho il coraggio adatto per parlare e confrontarmi con una persona.

Ahhh ma cosa dici Lili?!
L'hai invitato, ora subisci le conseguenze.
Devo chiedergli se vuole qualcosa da mangiare o deve essere lui il primo a parlare?

Ohh calmati Lili.

Mi posiziono davanti alla porta e inspiro profondamente, andrà tutto bene.

Apro e vedo il postino sorridente, sospiro alzando gli occhi al cielo, potevo anche non prendermi tutti questi infarti.

"Queste sono per la signorina Reinhart" mi porge alcune bollette, annuisco e gliele prendo dalle mani, mancavano solo queste.

Firmo ciò che devo firmare e dopo avermi salutato si gira andandosene con il solito furgone, mi appoggio alla porta e guardo il cielo.

Non c'è neanche una nuvola e ci sono molti uccelli che volano liberi in aria, quanto vorrei essere come loro.
Partire senza sapere dov'è la mia direzione, senza sapere se mai ci arriverò a questa, ma l'importante è sapere di essere libera.

Incrocio le braccia al petto, probabilmente non verrà neanche, e mi volto per rientrare in casa, ma vengo richiamata dalla stessa voce che ho sentito ieri e che probabilmente sentirò domani.

"Ehi!" corre verso di me e salta il cancello scordandosi completamente della porta, lo guardo con gli occhi spalancati. Che cos'ha che non va?

Mi guarda confuso e si volta dietro di sé per capire probabilmente il perché del mio sguardo scioccato.

"Ah, tranquilla, entro sempre così" mi sorride e si posiziona davanti a me, alzo le sopracciglia.
Entra sempre così, davvero interessante.

Mi sposto per farlo entrare e non aspetta molto a farlo, come fa ad essere così... menefreghista? Esiste un tutorial su come esserlo?

Lancio un'ultima occhiata al cielo mentre sento il cuore battermi forte, io non sono felice che lui sia venuto, anzi, avrei preferito che si scordasse di ciò che ci siamo detti ieri notte. Chiudo la porta avvicinandomi a lui che si è già buttato sul divano.

Mi squadra e questa cosa mi fa bloccare, non mi piace questo gesto. Mi innervosisco abbastanza ma cerco di non farglielo capire e mi siedo accanto a lui. Mi fissa confuso.

"Vuoi qualcosa da bere?" gli chiedo incrociando le gambe e guardandolo seria, scuote la testa.

"No, grazie. Io direi di iniziare subito con una prova generale" afferma avvicinandosi leggermente a me, deglutisco a fatica e annuisco.

GUARDAMIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora