Lili
Ho sempre saputo di non avere un futuro, una speranza, un senso. Ma in qualche strano modo Cole mi faceva brillare insieme ai suoi occhi, sono stata così stupida, era una dimostrazione che non ho imparato nulla dalla mia esperienza.Non sono abbastanza matura per affrontare il mondo, non lo sarò mai.
Il mostro...lui è ritornato. Sono ricaduta nella depressione, ma non per colpa di Cole, lui non ha fatto niente di male.
Ieri hanno portato mio padre in ospedale perché ha avuto un infarto, dicono che non ha pericolo di morte adesso ma non è ancora cosciente.
Ciò mi ha fatto pensare molto alla morte, come arriva, che effetto ha.Mi sono chiesta cosa si prova morendo, si pensa davvero alla vita che stai lasciando oppure i ricordi di questa vita ti alleggeriscono il volo.
Perché vivere per poi morire?
Avrei preferito non essere mai nata, così non avrei mai sofferto o soltanto non sarei stata in più. Volere un figlio è una cosa da egoisti, sai bene che questo bambino soffrirà, piangerà, morirà.So benissimo che i miei genitori soffrono del fatto che io abbia la depressione, so benissimo che non volevano una figlia così, so benissimo di aver deluso il mondo.
Chi la vuole una come me?
Quando mi guardi storto io inizio a piangere.
Mi chiamavano depressa del cazzo, dicevano che infettavo come Chernobyl, che ero inutile, che puzzavo, che ero sporca, che ero brutta, che ero stupida, che avrei fatto di tutto per avere una ragazzo ma che nessuno mi voleva, che ero lesbica, che ero uno schifo.Quando facevamo i cambi banchi tremavo, avevo paura di capitare con chiunque e quando dicevano il mio nome con quella persona quest'ultima faceva un dramma e dicevano tutti che sarebbe stato meglio tagliarsi le vene che stare accanto me.
Quando facevamo i gruppi piangevano quando capitavo con loro, si guardavano per deridermi, per farmi sentire lo schifo più totale.
Poi arrivava l'ora di ginnastica e ogni volta il mondo mi crollava addosso, non sono mai stata una sportiva.
Non ho mai riuscito ad essere brava in quella materia, sbagliavo sempre.
Mi spingevano, mi facevano cadere a terra e poi ridevano, mi dicevano che non ero capace di fare niente, che sarei finita per essere nessuno.
La professoressa ha sempre fatto finta di non vedere, non le è mai importato, anzi, lei li accompagnava dicendomi che avevano ragione.Ho sempre fatto molte assenze, facevo di tutto per non vederli, volevo andarmene ma non ho mai avuto il coraggio di chiederlo ai miei genitori, forse se l'avessi fatto sarebbe cambiato tutto.
Quando tornavo a scuola dopo lunghi giorni o persino settimane di assenze mi ridevano in faccia dicendomi che dovevo sempre semplificarmi le cose, i professori mi rimproveravano per le mie assenze, non avevo nessun conforto.
Avevo paura di dirlo ai miei genitori, non volevo deluderli, non volevano che credessero che io fossi la solita sfigata.
Lo dissi ad una mia professoressa, ma lei mi rispose con "loro scherzano, i tuoi non sono problemi"Questo è quello che mi diceva, che non sono problemi, che esagero, che voglio essere nel centro dell'attenzione, ma nessuno capiva che io odiavo dal profondo essere nel centro dell'attenzione!
Ho sempre voluto essere come gli altri, non volevo distinguermi, ma più me lo ripetevo, più ero diversa.
Così un giorno, tornando a casa dall'inferno, mi chiusi in camera, era successo per l'ennesima volta.
Mi misi sotto le coperte e iniziai a pensare a quanto facessi schifo, a quanto non vorrei esistere.
Lì, quel maledetto giorno, ebbi uno dei miei primi attacchi di panico gravi, non riuscivo a respirare, tutto attorno a me era sfuocato, vedevo immagini scure, sentivo il mio cuore stringersi, era come se avessi un sasso in gola.
Avevo solo tredici anni, ero una bambina, avevo paura di questa sensazione, non mi era mai capitato di sentirla così profonda e grave.
Pensavo che quella fosse la fine.Poi i miei genitori arrivarono e mi portarono all'ospedale dove persi coscienza per qualche ora, da lì mi diagnosticarono una depressione.
E ora sono quella che sono, ad ogni piccola emozione negativa mi rinchiudo in me stessa e tutto quello che vorrei fare è scomparire, non esistere.
Sento qualcuno accendere la luce di camera mia.
"Dolcetto" sussurra Barbara malinconicamente, faccio soffrire anche lei, perché? Perché sono una stronza così?
"Io vado a lavoro, o v-vuoi che resti con te?" si avvicina e si siete sul letto, voglio stare sola, non voglio farla soffrire ulteriormente.
Mi asciugo le lacrime velocemente e prendo un bel respiro "Vai, stai tranquilla. Oh e Barb, potresti chiamare Justin e dirgli che non so quando torno a lavoro?" annuisce con gli occhi lucidi e mi accarezza la guancia.
"Ciao Lils" mi bacia la fronte ed io stringo la sua mano prima che se ne vada, esce da camera mia piangendo silenziosamente.
Spengo la luce e guardo il soffitto, è tutta colpa mia.
Sono una delusione per tutti, mi sento così ingiusta, debole e...schifosa, mi faccio schifo.
Abbraccio un cuscino e chiudo gli occhi, il mio unico sogno è di addormentarmi e di non svegliarmi più.
È l'unica cosa che vorrei.Smettere, finirla.
***Spazio Autrice***
Bene, questo capitolo non ha quasi niente di romantico ma avete visto la storia di Lili.Quello che ha descritto da come avrete capito è il fenomeno del bullismo.
Quelle che mi seguono su Instagram sapranno quanto io tenga a questo argomento, quanto penso faccia schifo, quanto mi ha stancato.Tutti dicono di esserne contro, ma nessuno fa niente, non finché ti ritrovi ad essere tu bullizzato.
Bambini e ragazzi di tutto il mondo ne soffrono, ci sono milioni di persone come Lili su questo pianeta. Milioni di bambini piangono ogni singolo giorno per colpa di altri.
Perché una persona può controllare i nostri sentimenti? Perché lasciamo che ci facciano piangere, soffrire o persino cadere in depressione?
Perché altri dicono che siamo brutti, schifosi, puzziamo, siamo sporchi?
Perché non ci rispettano?Queste sono domande che ti chiedi quando vieni bullizzato, ti senti solo, anche se sei circondato da persone.
Quante volte avete sentito parlare di nuovi casi di bambini che si sono suicidati perché soffrivano di bullismo?
Fin troppe per essere contate, ci sembrano tutte così uguali che non ci diamo più importanza, ma ogni storia importa.Ora, io non so cosa significa essere un bullo, ma di sicuro so che insultare un'altra persona per i tuoi problemi è una cosa che non ti verrà mai perdonata.
Voglio dirvi una cosa, qualsiasi cosa succeda ditelo ai vostri genitori, che sia bullismo di scuola (grazie a Dio le hanno chiuse) o cyberbullismo, dovete sempre dirlo a loro.
Non vergognatevi, è normale che pensiate di deluderli, ma non è così, non sarà mai così.
Io penso che il passato di una persona costruisca quest'ultima, quindi se vieni spezzato a pezzi devi ritrovare la forza per unirti e ciò ti rende un guerriero.
Voi piccoline, non pensate che se qualsiasi problema abbiate non sia uno, ogni cosa che vi fa soffrire è un problema.
Che sia una delusione temporanea, che sia questo fenomeno, qualsiasi cosa è un problema se vi pesa.
Ora vi lascio in pace e scompaio dietro queste parole, vi amo, non dimenticatevelo MAI.
I love you babies❤️
Bye bye 👋
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Любовные романыLili Reinhart ha sempre avuto il sogno di entrare nel mondo del cinema, di essere conosciuta, di essere amata. Infatti decide, con la sua migliore amica Barbara che è una modella, di trasferirsi a Los Angels e vedere se la fortuna cade dalla sua par...