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Lili
È da dieci minuti circa che lo sto stringendo a me, mentre lui lentamente si sta tranquillizzando.

Non mi era mai capitato di abbracciare un ragazzo in questo modo, ha praticamente la testa appoggiata sul mio seno, ma la cosa che mi sorprende di più è che non mi da fastidio, per niente. Anzi, mi piace averlo così vicino e stretto a me, mi fa sentire più calma.

Intanto Prime si è spostato da Cole, rannicchiandosi in un angolino, dove credo abbia più caldo. Guardo quel povero sofferente essere vivente e mi sento senza forze, non c'è modo con il quale io possa aiutarlo.

"Vogliono ucciderlo" finalmente, dopo quelle che a me sono sembrate ore, sento la voce del corvino.

"Tu sei d'accordo con loro?" gli chiedo spostandomi leggermente per poterlo guardare negli occhi.

"Certo che no! Nemmeno lui lo è, ma loro non capiscono. Cosa vuoi che ne sappiano? Non hanno mai provato una cosa del genere. Prime mi parla, lui non vuole morire, non è pronto" dice con la voce spezzata osservando bene il suo cavallo.

"Cos'ha? Una malattia?" gli chiedo non capendo ancora cosa stia succedendo a Prime.

"Sta perdendo il movimento delle zampe, secondo i veterinari non ha senso tenerlo in vita perché rimarrà immobilizzato" mi spiega avendo un'espressione da cucciolo spaventato.

Mi avvicino di nuovo a lui, con una mano gli accarezzo i capelli soffici e lui sospira.

"Aiutalo tu, fai finta di insegnargli come camminare" gli dico dolcemente, lui mi guarda confuso e stanco, ha gli occhi gonfi e delle enormi occhiaie.

"Non sono un dottore, potrei fargli male"

"Si ma sei l'unico di cui si fida, l'unico che può aiutarlo. I dottori vogliono solo finirlo" si volta verso Prime che sta dormendo e lo guarda per qualche minuto.

Poi si avvicina a lui e gli lascia un bacio sul muso, accarezzando subito dopo il suo collo.

"Hai ragione Lili, devo almeno provarci" sorrido alle sue parole.

-

"Vuoi qualcosa da bere?" mi chiede chiudendo la porta dietro di me. Siamo appena entrati dentro, dato che fuori si congelava e Prime stava dormendo.

"No, grazie" annuisce alle mie parole e andiamo a sederci sul divano bianco, questa casa trasmette molto della vita qui.

Il rumore del camino che brucia la legna, le pareti di legno, ha uno stile rustico adorabile. Un po' come se le case in montagna, ma più da cowboy.

"Grazie per il consiglio" dice leggermente imbarazzato, prima ci eravamo lasciati andare dal momento, ma ora che non c'è Prime accanto a noi è molto più imbarazzante la situazione.

"Figurati, anche se non lo conosco bene mi sono affezionata a lui e ci tengo"

Sorride debolmente come per ringraziarmi e resta in silenzio grattandosi la nuca.

"Sicura di non voler nulla da bere o mangiare? Hai fatto colazione?" domanda impacciato, mi piace così, quando si preoccupa per me, quando mi guarda in quel modo che solo lui riesce a fare. Forse è da egoisti, ma mi manca da morire.

Annuisco e lui abbassa lo sguardo non sapendo che altro argomento tirare fuori, e nemmeno io riesco ad inventarmi nulla di sensato.

"E meglio che io vada"

"Ti va di restare per pranzo?"

Diciamo all'unisono alzandoci insieme dal divano, poi ci sorridiamo a vicenda dal momento disagiante.

GUARDAMIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora