Le Parole Lontane

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"Giusto..." Jace, palesemente in imbarazzo, si schiarì la voce e si voltò verso i suoi compagni, si alzò lentamente in piedi e poi disse a voce più alta "Penso di avere un piano!" Pronunciò quelle parole con talmente tanta convinzione da rimanere stupito lui stesso, anche perchè la verità era che non aveva un piano, cercava solamente di distogliere l'attenzione dei compagni da ciò a cui avevano assistito poco prima. Dovette inventarsi qualcosa sul momento, ma non era affatto facile! C'erano fin troppe cose da tener conto, senza contare che per la prima volta, Jace non conosceva quasi nulla riguardo il suo nemico...Jace no, ma Magnus sì! Questo è ciò a cui riflettè Jace nell'arco di quasi un minuto, mentre tutti lo stavano fissando in attesa che continuasse a parlare "Magnus!" cominciò rivolgendosi allo Stregone "Ho bisogno che tu ripensi a tuo padre, agli anni in cui ti ha cresciuto ed ogni singola cosa che ti ha insegnato. Ti viene in mente qualcosa, anche un minimo dettaglio, che possa aiutarci a capire come ucciderlo?" Magnus impallidì, rimase addirittura senza fiato, poi si riprese ed esclamò "Ucciderlo? Non avevamo mai parlato di ucciderlo!" sembrava quasi innervosito, ma Alec non ne riusciva a comprendere il motivo "Ha sempre odiato suo padre...o almeno mi è sempre parsa una cosa ovvia, Asmodeo ha cercato di ucciderlo rendendolo mortale, ha cercato di renderlo il suo erede più volte e poi ha cercato di separarci, motivo per cui poi Magnus lo ha spedito nel Limbo...non l'ha ucciso, l'ha solamente spedito nel Limbo!" pensò Alec, che in un secondo cambiò espressione: il volto si incupì talmente tanto da non far trasparire una singola emozione. Magnus stava per avere un altro attacco, ormai la frequenza con cui questi si presentavano era spaventosamente elevata e bisognava fare qualcosa. Alec si affrettò a portare Magnus fuori dalla stanza, lo guardò dritto negli occhi e disse "Magnus ascolta! Ricordi Parigi? Quando eravamo sulla mongolfiera ed ammiravamo la città in tutto il suo splendore?" Magnus scosse la testa, accennando un sì, al che Alec riprese il discorso "Sì, immaginavo te lo ricordassi, è stata proprio una serata! I demoni attaccarono la città e noi li affrontammo. Nonostante la mia testardaggine tu mi dissi che la serata non era rovinata, sai perché mi rassicurasti dicendomi così? Non per calmarmi, no. Pronunciasti quelle parole perché eri fiero ancora una volta di aver fatto del bene. Tu sei buono, Magnus. Ricordatelo sempre ti prego."

E come un incantesimo quelle parole tranquillizzarono Magnus, facendo in modo che per diverso tempo questi attacchi non si ripresentassero. Magnus capì che la sua ancora era Alec, la sua voce, le sue parole, i suoi occhi erano ciò che permetteva allo Stregone di combattere contro il potere del padre. Questo metodo fu efficace...almeno per un po'.
I giorni seguenti furono infatti caratterizzati da ricerche, idee e numerosi piani, alcuni buoni ed altri scartati da Jace dopo averli sentiti uscire dalla bocca di Simon. Furono giornate piuttosto impegnative, ma tutti si vollero godere ogni istante, dai momenti più intimi a quelli più superficiali di lavoro, d'altronde nessuno avrebbe potuto immaginare ciò che accadde in seguito.
Era ormai tarda notte che Alec chiuse l'ultimo libro della giornata per dirigersi a letto, dove sperava di incontrare Magnus, ma questo non c'era. Così Alec provò a pensare dove potesse trovarsi, ma fu interrotto dal rumore della porta della camera che si chiudeva alle spalle della muscolosa figura mezza illuminata da una candela. "Magnus, mi hai spaventato!" esclamò Alec sollevato nel rivedere suo marito e di poter finalmente passare la notte con lui "Allora oggi come sono andate le ricerche? Purtroppo io ho trovato veramente poco, ma sento che ci stiamo avvicinando a qualcosa. Non so forse dovremmo provare a parlare di nuovo con Catarina, magari è riuscita a ricavare qualche informazione parlando con Tessa. O potremmo addirittura chiamare Tessa qui, a meno che tu non abbia qualche altra idea...Magnus? Mi stai ascoltando? È tutto okay?" Il volto di Alec si incupì vedendo che suo marito non si era mosso dalla posizione di un minuto prima "Magnus, se si tratta di un altro attacco ricorda ciò che ti ho detto. Resprira e-" fu purtroppo interrotto da qualcosa di inaspettato. Era la magia di Magnus. Lo Stregone aveva sfregato velocemente le mani facendo spuntare un paio di scintille tra le dita, per poi scagliarle contro Alec, il quale fu trascinato e sbattuto contro il muro "Alexander, avresti dovuto lasciar perdere quando ancora ne avevi la possibilità. Ora è tardi, ma sinceramente ne sono entusiasta. Mio padre avrà l'occasione di vendicarsi ed io potrò finalmente andarmene da qui e diventare Principe dell'Inferno. Però non posso lasciarti, non importa quali siano le mie intenzioni, io ti amo" queste ultime tre parole furono quelle che colpirono davvero Alec. Gli arrivarono dritto al cuore, o forse alla mente, siccome ora i suoi pensieri si erano fatti più rumorosi della voce del marito. Magnus scomparve poco dopo, forse se ne andò dalla finestra, pensò Alec vedendo la tenda sventolare lasciando che il chiaro di luna illuminasse la stanza ad intervalli sempre meno regolari.

Quella notte Alec non chiuse occhio. La sua preoccupazione era a livelli stratosferici, eppure non mosse un dito. La promessa che aveva fatto a sé stesso giorni prima era chiara e di certo non includeva il discuterne con i suoi fratelli o altri membri della grande famiglia. Era una decisione che spettava a lui e lui solo: seguire il gruppo o unirsi a suo marito?
In realtà Alec aveva già deciso, infatti quella notte la passò a riflettere su come fare a lasciare il suo parabatai, Isabelle, Max... "É davvero la cosa giusta?" continuava a chiedersi e nonostane l'Alec di un tempo avrebbe risposto negativamente senza nemmeno esitare, ora tutto sembrava più difficile. Si trattava di Magnus, l'uomo della sua vita con cui avrebbe finalmente costruito una famiglia. Tutto era sbagliato, eppure Alec riusciva a ritrovare un lato positivo nell'unirsi a Magnus. Alec sapeva che quel Magnus di poco prima non era lo stesso, ma sentiva che quel "ti amo" era sincero.
È inspiegabile ciò che l'amore può spingerti a fare ed Alexander Gideon Lightwood-Bane stava per fare l'impensabile.

Heyyy, non avete idea di quanto io sia felice di essere tornata!!!
Spero che questo capitolo vi piaccia (fatemelo sapere come sempre nei commenti, rispondo a tutti <3) nonostante la lunghissima attesa di cui mi scuso ancora.
Sappiate che cercherò di tornare il più attiva possibile, ogni due settimane circa uscirà un capitolo, ma tenete d'occhio le notifiche perché potrei pubblicare mini spoiler o addirittura chiedervi consiglio.
Non mi dilungo troppo, ma grazie ancora per il supporto, siete meravigliosi.
Al prossimo capitolo!
LOVE Y'ALL❤➰

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