6.
Il giorno dopo la gita ad Hogsmeade Vanessa mi raccontò tutto quello che era successo al suo appuntamento. Gill Ryan l'aveva portata prima a Mielandia (sdolcinato), poi da Madama PiedidiBurro (banale) e poi nel suo dormitorio dove le aveva mostrato delle sue fotografie di quando era piccolo (narcisista).
Ok, probabilmente ero solo gelosa di Vanessa ma Gill Ryan non mi piaceva affatto. Mi sembrava tanto uno di quei palloni gonfiati che cercano solo di farsi vedere a giro per la scuola con delle ragazze carine.
Vanessa naturalmente ne era entusiasta, era tutto quello che aveva sognato da una vita. La cosa preoccupante era che ormai non parlava d'altro, e per quanto fossi una buona ascoltatrice, sapere vita e miracoli di Gill Ryan non mi interessava affatto.
Senza contare che mi sentivo terribilmente sola.
"Pensa che a casa sua, a Londra, ha pure un gattino che ha chiamato Minù. Non è dolce?"
Roteai gli occhi senza farmi vedere. "Come lo zucchero." Ma Vanessa lo sapeva che lo zucchero alla lunga faceva cariare i denti?
Mi voltai verso di lei, era totalmente assorta tra i suoi pensieri. L'unica cosa che le mancava erano gli occhi a forma di cuoricino. Io ero cinica, da sempre. Era nel mio corredo genetico. Ma anche Vanessa ci metteva del suo.
"Lysander mi ha chiesto di sposarlo ed io ho detto di sì." Buttai lì.
Vanessa si limitò a sorridere e ad annuire. "Oh, bene."
Bene, non mi stava nemmeno ascoltando. Avevo passato tutta la mattinata, da quando ci eravamo alzate quella mattina fino ad adesso, ad ascoltare lei e i suoi racconti sul principe azzurro e adesso che io dicevo qualcosa lei non mi ascoltava neanche. Consolante!
Voltammo l'angolo per dirigerci a Trasfigurazione e per mio immenso piacere Gill Ryan era appoggiato contro la parete in una posa da modello che esaltava tutta la sua bellezza fisica. Vanessa emise un urletto che mi ricordò molto Paula (ed era preoccupante!) e corse veloce verso di lui che le rivolse subito un sorriso da migliori divi del cinema. Io continuai a camminare al solito passo, raggiungendoli dopo qualche secondo.
"Rosie, voglio presentarti Gill!" disse Vanessa.
Gill mi tese la mano gentilmente ed io gliela strinsi di rimando. "Ciao." Disse. "Non ti dispiace se ti rubo la tua amica per qualche ora, vero?"
Mi dispiaceva eccome. "No, certo che no." Finsi un sorriso.
Vanessa arrossì un po'. "Non ti dispiace dire alla McGrannitt che sono malata, vero?"
Scossi la testa continuando a tenere il solito sorriso falso e idiota di prima. Vanessa mi ringraziò ancora e se ne andò insieme al suo principe azzurro, praticamente incollata al suo braccio. Ed io rimasi da sola in mezzo al corridoio.
"Piantata persino dalla tua fedele amica. Devi essere proprio disperata, Weasley."
Se ci fosse stata una scala da 1 a 10 per odiare quella voce, avrei sicuramente sorpassato il 10 di almeno una ventina di numeri. Mi voltai verso Malfoy, che aveva il vizio di comparirmi sempre alle spalle come gli animali fanno con le loro prede, e lo guardai scocciata.
"Chissà come mai quando arrivi tu, Malfoy, se ne vanno sempre tutti."
Lui alzò un sopracciglio e ghignò. "Tu sei ancora davanti a me, Weasley."
"Sono vaccinata." Risposi in fretta, guardando l'orologio al polso. "E ti dirò, stavo perfettamente bene nella mia solitudine. Meglio soli che male accompagnati."
Malfoy andò ad appoggiarsi contro la parete e scosse la testa. "E' una cosa a cui non ho mai creduto."
Alzai sorpresa gli occhi su di lui. "Come?"
STAI LEGGENDO
Don't Tell Dad
FanfictionPROLOGO Stavo seduta sull'incavo della finestra fissando il paesaggio attorno alla casa dei nonni. Per ettari ed ettari si vedevano solo campi arsi e colline, il lago dove papà ci portava sempre quando eravamo piccoli e il ripostiglio dove il nonno...