23.Il giorno dopo mi alzai che ero un fascio di nervi. Vanessa non avrebbe mai dovuto dirmi della lezione coi Serpeverde, avrei preferito avere una pessima sorpresa arrivata in classe, ma per lo meno sarei riuscita a dormire durante la notte. Ero talmente ansiosa che avevo infilato il maglione al contrario e avevo dovuto aspettare Vanessa perché con le mani che tremavano non riuscivo a fare il nodo alla cravatta.
"Perché la metti, scusa? Non la portiamo dal quarto anno."
Abbassai gli occhi sulla mia cravatta come se fosse una cosa del tutto nuova. "Oh. E' vero."
Vanessa sospirò e la slegò di nuovo, slacciandomi anche qualche bottone della camicia. "Guarda che non sei al primo anno, non devi dimostrare alla McGrannitt che sei una studentessa modello. Lo sa già, per tua fortuna. E smettila di essere così nervosa."
Per fortuna eravamo da sole in Dormitorio e nessuno poté assistere a quell'assurda conversazione. Paula si era alzata all'alba come sempre, era in arretrato di tre mesi e doveva darsi da fare. Le gemelle erano scese a colazione, ma io non mi ero neanche sognata di farmi vedere in Sala Grande in quello stato. Vanessa era rimasta con me per solidarietà.
Quando mi decisi ad uscire dalla nostra camera, e quindi anche dalla Sala Comune, andammo subito a lezione così da essere le prime ed essere sicure di poter sedere davanti. Soprattutto per non dover vedere quello che mi stava alle spalle. Entrammo in classe tutte trafelate e ci sedemmo ai primi banchi aprendo subito i libri. La professoressa McGrannitt alzò un sopracciglio.
"Weasley, Miller, sono allibita dalla vostra voglia di imparare quest'anno."
"Già." Dissi io schiarendomi la gola. "Ecco, a dire il vero ho letto molto durante l'estate, so che il programma di quest'anno sarà molto duro e riguarderà soprattutto la trasfigurazione umana, quindi mi chiedevo..."
La professoressa alzò una mano. "Non crede che dovremmo aspettare tutti gli altri studenti, Weasley?"
"Giusto." Dissi annuendo.
Dopo qualche minuto cominciai a sentire il rumore di passi del resto della classe, anche se per niente al mondo osai voltarmi e vedere chi stesse entrando. Sentii le voci delle gemelle e potei intuire che si fossero sedute dietro di noi, dato che Vanessa si voltò per chiacchierare. Solo quando il rumore cessò e vidi lo sguardo della McGrannitt fare un check up di tutti i presenti mi fu chiaro che non mancava nessuno.
"Bene, benvenuti al vostro settimo anno." Esordì. "Come ben sapete quest'anno sarà particolarmente impegnativo, non solo nella mia materia, ma dovrete imparare a gestire tutto il vostro tempo. Alla fine di quest'anno scolastico avrete i M.A.G.O. e dovete essere sicuri di arrivare preparati..."
Vanessa si piegò verso il mio orecchio. "E' seduto nell'ultimo banco."
Mi voltai verso di lei. "Ed io che facevo di tutto per non pensarci, grazie mille Vì."
"... inoltre vi consiglio di usare le vostre ore di buco per rimettervi in pari in materie in cui siete più carenti e di non perdere troppo tempo a girellare per la scuola come dei Thestral impazziti. Bene, adesso dividetevi in coppia, faremo un ripasso degli ultimi argomenti studiati l'anno scorso."
Il resto della lezione passò bene. Ero talmente concentrata su Vanessa che era come se il resto del mondo non esistesse, anche se Vanessa aveva confessato che il mio sguardo era alquanto terrificante. Passammo tutta l'ora a cercare di cambiare colore ai capelli, alle sopracciglia, agli occhi, anche se per pochi secondi dato che solo i Metamorfomagus, come mi aveva spiegato Teddy, potevano riuscirci per un tempo illimitato.
Dopo la lezione dissi a Vanessa di aspettarmi in Dormitorio, dato che avevamo un'ora di buco, e la vidi andare via con le gemelle. Io rimasi con la Professoressa McGrannitt, inventandomi mille e più domande per passare il tempo e far sì che tutti gli studenti se ne fossero andati ed io avessi via libera. Chiesi qualsiasi cosa mi passasse per la testa, di qualsiasi cosa avessi letto. Riuscii a rimanere in classe quasi dieci minuti oltre la lezione.
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Don't Tell Dad
FanfictionPROLOGO Stavo seduta sull'incavo della finestra fissando il paesaggio attorno alla casa dei nonni. Per ettari ed ettari si vedevano solo campi arsi e colline, il lago dove papà ci portava sempre quando eravamo piccoli e il ripostiglio dove il nonno...