Un... Po' di problemi

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26.


"Perché diavolo non guardi dove metti i piedi, Weasley!"

"Stavo guardando. Ti sono venuta addosso di proposito, Malfoy."

Io e Malfoy avevamo continuato a vederci di nascosto per almeno due settimane, durante le ronde notturne o in ogni occasione che potesse fare l'uomo ladro. Nonostante tutto durante il giorno, nella quotidianità rimanevamo sempre Weasley vs. Malfoy, e da una parte questo mi confortava. Non era solo una copertura per non destare sospetti nel resto della scuola, eravamo noi stessi fino in fondo. Ci piaceva litigare, eravamo poi così strani?

Vanessa si piegò verso il mio orecchio mentre continuavamo a camminare lungo il corridoio, lasciandoci Malfoy alle spalle. "Ma non ti dà fastidio che ti tratti così?"

Scossi la testa con un sorriso. "Perché dovrebbe, sono anni che si comporta così con me. Lo trovo solo normale."

Vanessa mi guardò con un sopracciglio inarcato. "Beh, d'accordo. Ma questo era prima che voi foste una coppia."

La saliva mi andò di traverso. Tossicchiai un po', cercando di tornare a respirare e mi voltai allucinata verso di lei. "Coppia?!"

Ci fermammo nel mezzo del corridoio guardandoci l'un l'altra. "E' questo che siete, no? Il fatto che non siate una coppia ufficiale non vuol dire che non siate una coppia. Ma insomma, Rose, devo essere proprio io a spiegarti queste cose? Non sono Paula!"

Io la guardai un po' sbigottita. "Ma no... noi non... ci vediamo solo di nascosto. Non siamo una coppia." Vanessa fece una smorfia. "Che c'è?"

"Hai usato la parola 'noi'."

La guardai male. "Anche quando parlo di te e me delle volte uso la parola 'noi'. Siamo una coppia anche noi, Vì?"

Lei scosse la testa. "Lascia perdere. Andiamo a pranzo."

La seguii a ruota lasciando cadere la conversazione anche se ormai mi aveva messo la pulce nell'orecchio. Ero senza speranza, non potevano passare più di due settimane prima che cominciassi a farmi nuovi problemi. Che poi non era un problema, è che semplicemente non ci avevo mai minimamente pensato. E sicuramente neanche Malfoy.

Ci sedemmo al tavolo dei Grifondoro, le gemelle avevano già cominciato a pranzare. Vincent sedeva accanto a loro, guardando Gaby mangiare. A volte non lo capivo proprio.

"Che lezione abbiamo dopo?" Disse Vanessa frugando nello zaino. "Sol, non è che hai l'orario?"

Sol scosse la testa. "No, ma noi dopo abbiamo Divinazione."

Io saltai su punta sul vivo e mi voltai saccente verso Vanessa. "Hai sentito, Vanessa, ha detto 'noi'. Probabilmente anche Gaby e Sol sono una coppia!"

Vanessa mi guardò male, ma Gaby saltò su prima che potesse rispondere per le rime. "Anche? Porque chi è che es una coppia?"

"Nessuno!" Urlammo in coro io e Vanessa, prima di guardarci l'un l'altra.

Sol e Gaby si scambiarono uno sguardo sospetto. Vincent cadde dalle nuvole. "Se nessuno è una coppia perché hai detto anche?"

"Un intercalare." Risposi io pronta.

"Questa sera allenamento straordinario!"

Tutti quanti ci voltammo sulla destra. Al stava in piedi davanti a noi con una faccia nera. Lo guardammo un po' spaesate. Vanessa, come unico componente della squadra, fu l'unica che osò chiedere qualcosa.

"Perché? Non ci sono partite in vista."

Al si sedette accanto a me. "Perché ho sentito da voci di corridoio che Malfoy sta boicottando le ronde notturne e spesso e volentieri esce di notte senza che nessuno sappia dove va."

Io mi sentii sbiancare. Vanessa mi guardò spaurita. "E... e questo cosa ha a che vedere con il nostro allenamento?"

"E' chiaro!" fece Al. "Va ad allenarsi di notte! Sta provando delle tattiche!"

Io rilasciai il respiro. Fortunatamente Al non era molto arguto. Anche Vanessa si rilassò notevolmente accanto a me. "Oooh, va ad allenarsi." Disse. "Come ho fatto a non pensarci."

Al la guardò con un sopracciglio inarcato. "Alle nove e mezzo al campo." Disse prima di alzarsi e marciare via a gran passi.

Vanessa si voltò verso di me e sospirò. "Diventa sempre più cordiale di giorno in giorno."

Io lo guardai andar via e scrollai le spalle. Non parlavo molto con Al ultimamente. "Beh, non so, magari è solo stressato. Penso che metta nel Quidditch più energie del necessario."

"Beh, per questo ce n'eravamo accorti tutti quanti." Commentò Vanessa. "Magari pensa che se si lascia troppo andare non avrà più orde di ragazzine ai suoi piedi."

Stavo per ribattere quando la risata petulante di Paula ci arrivò alle spalle. Io e Vanessa ci scambiammo uno sguardo stanco, l'avevamo evitata per un bel po' di tempo e adesso ci faceva gli agguati. Ci voltammo verso di lei con due sorrisi falsissimi. Le gemelle fecero finta di non averla vista.

"Paula." Feci io. "Qual buon vento?"

Paula ridacchiò ancora e guardò Vanessa. "Non dovresti preoccuparti tanto per Albus, sai? Almeno una ventina di ragazze gli ha chiesto di uscire da quando è cominciata la scuola, e lui ha sempre rifiutato."

Vanessa arrossì, ma probabilmente di rabbia. "La cosa non mi interessa minimamente!" Sbottò.

"Come vuoi." Fece lentamente Paula. "Rosie, hai scoperto chi fosse il tuo ammiratore segreto?"

Come diavolo faceva a saperlo? Ero sicura di averlo detto solo a pochi intimi. "No." Mentii. "Ma tu come..."

Paula ridacchiò. "I muri hanno le orecchie." Senza fatica immaginai Paula che si travestiva da muro pur di ascoltare qualsiasi cosa succedesse nel castello. "Adesso devo proprio andare. Quando avrò altre notizie, verrò sicuramente a riportarvele."

"Troppo gentile." Fece senza garbo Vanessa.

Non appena Paula si allontanò abbastanza, Vanessa si voltò verso me e le gemelle nera di rabbia. "Ma come diavolo fa a sapere tutte queste cose?! Quando uscirà dalla scuola sarà la prima ad essere reclutata negli Auror, senza alcun dubbio!"

Sol fece una smorfia. "Io no voglio neanche sapere como fa. E' meglio che non sappia."

Io sorrisi tra me e alzai un sopracciglio. "Beh, però non sa proprio tutto." Dissi tirando fuori il mio ciondolo e facendolo oscillare un po'. "Scommetto che muore dalla curiosità di sapere chi è."

Gaby e Sol si illuminarono. "De verdad!" Fece Gaby. "Rosie, non ci ha più detto niente de... lui."

Io mi morsi la lingua, mi ero appena tirata la zappa sui piedi. Scossi la testa freneticamente. "Beh, semplicemente perché non c'è proprio nulla da raccontare. Forse era solo uno stupido scherzo... non saprei..."

Vanessa diede un'altra volta dimostrazione di saper dire le bugie molto meglio di me. "C'era da aspettarselo da uno come lui, no? Non mi stupirei se venissimo a sapere che ha rubato quel ciondolo solo per prenderla in giro... prevedibile."

Le gemelle sembrarono deluse. "Mi dispiace tanto, Rosie." Disse Gaby.

Io scrollai le spalle con un sorriso. "Non fa niente."

"Sono sicura che quando sarà il momento troverai quello giusto, non credi Rose?" Fece Vanessa con un sorriso forzato.

Io ridacchiai nervosamente e la guardai in modo eloquente. "Sono proprio sicura di sì, Vanessa."


**


Dopo cena Vanessa mi aveva accompagnato in Biblioteca prima di andare all'allenamento straordinario. Non che mi rimanesse altra scelta dato che tutti erano nella squadra di Quidditch. Avrei potuto rimanere in Sala Comune con Sol e Gaby, ma stavano giocando a Scacchi, e nonostante fosse il gioco preferito di papà io lo odiavo.

"Passerò a fine allenamento." Aveva detto Vanessa con un sospiro. "Sempre che tu sia sempre qui. Credo che andrà per le lunghe."

Io scrollai le spalle. "Se non mi troverai qui sarò in Sala Comune." Dissi sedendomi ad un tavolo tra due scaffalate. "Non credo che Al voglia arrivare a fare notte inoltrata."

Vanessa fece un verso di diniego. "Non credi, eh? Forse non lo sai, Rose, ma i suoi voti sono in calo perché passa tutto il tempo ad occuparsi della squadra. E' diventata un'ossessione."

"I suoi voti sono calati?" Chiesi perplessa. "E perché non mi hai detto niente?"

Fece spallucce. "Non credevo fosse un'emergenza al livello nazionale. Comunque adesso io vado." Disse guardandosi intorno. "Sei sicura di voler rimanere da sola qua dentro? La biblioteca mette i brividi a quest'ora... non c'è neanche Madama Pince."

Io sorrisi. "Non preoccuparti."

Vanessa se ne andò un po' sconsolata mentre io rimasi da sola in Biblioteca. Pensai per un po' ad Al e a quello che mi aveva detto Vanessa. Era davvero così preso dalla squadra da tralasciare tutto il resto? E possibile che io non mi fossi accorta di niente? Ero stata così presa da me stessa che non mi ero guardata ad un palmo dal naso.

Senza contare che era il mio settimo anno e da sempre avevo pensato di arrivarci con la massima attenzione per gli esami, quando non avevo neanche cominciato a studiare per i M.A.G.O. Il mio appunta- appunti era semi vuoto.

Non volevo neanche pensare a cosa sarebbe successo se non avessi preso E in tutte le materie. Mamma avrebbe dato in escandescenza. Non perché vuole che io sia un genio, ma perché sa che posso prendere il massimo se mi impegno.

"Sei in standby o stai cercando di pensare?"

Alzai gli occhi all'improvviso, Malfoy era appoggiato con la schiena ad una delle scaffalate. Mi guardai intorno un po' spiazzata. "Da dove sei sbucato fuori?"

"Dalla porta." Disse tranquillamente. "della Sezione Proibita."

"Oh." Annuii. "E' da un bel po' che non vengo a bazzicare là dentro."

Malfoy alzò un sopracciglio. "E perché dovresti? Possibile che tu debba sempre girarmi intorno?"

Decisi di non replicare, non avevo voglia di litigare. Ero troppo stanca e stranamente guardandolo sentivo solo un gran senso di quiete. Scossi la testa e sorrisi. "Ultimamente sei tu che mi giri intorno."

"Le farfalle girano attorno ai fiori." Disse.

Io lo guardai e cercai di trattenere un sorriso. "Beh, allora io devo essere una mosca. Lo sai a cosa girano attorno le mosche?"

Anche Malfoy cercò di trattenere un sorriso. Incrociò le braccia al petto e scosse la testa tra sé. "Senza dubbio il tuo senso dell'umorismo è una delle tante cose che mi piace di te, Weasley." Disse. "Perché non mi hai detto che stasera eri da sola?"

Io lo guardai un po' e poi scrollai le spalle. "Non lo so. Ma Al comincia ad avere dei sospetti, sa che manchi alle ronde e sei via durante la notte... in realtà crede che tu ti stia allenando di nascosto."

Malfoy scoppiò a ridere. "Potter è proprio un idiota."

"Ehi!" Feci io.

"Senza offesa." Disse. Si sedette al tavolo di fronte a me. "E hai intenzione di passare la sera a studiare? Sembra un bel programma."

Io mi appoggiai sui gomiti e lo guardai. "Prendimi pure in giro, Malfoy, ma io ho intenzione di passare gli esami quest'anno, diplomarmi e lasciare la scuola. Cosa che tu non sembri molto propenso a fare."

"Perché continui a chiamarmi così?"

Lo guardai seriamente colpita. Cosa c'entrava col discorso che stavamo facendo? "Così come?"

"Malfoy." Disse semplicemente, poi fece una smorfia. "Non è un po' formale?"

Mi lasciò a bocca aperta. "Beh, tu mi chiami Weasley." Ribattei. "E come pensi che dovrei chiamarti?"

"Perché non provi con il mio nome di battesimo." Disse sarcastico, poi si abbassò verso di me e sussurrò. "E' Scorpius." Disse come se me lo stesse suggerendo.

Io gli mandai un'occhiataccia. "Lo so qual è il tuo nome, Mal... Scorpius." Cavolo, suonava davvero strano dirlo a voce alta! "Mi sembra di essere tua madre."

"Mia madre non mi chiama Scorpius." Disse.

"Davvero?" Feci divertita. "E come ti chiama?"

Malfoy mi guardò un po' indeciso se dirmelo o meno ma poi parlò. "Non... te lo dirò mai."

Io ridacchiai e scossi la testa. "Deve essere un nomignolo davvero imbarazzante." Dissi. "Perché vuoi che ti chiami per nome, comunque, non è più normale che continui a chiamarti Malfoy come ho sempre fatto?"

Lui allargò le braccia e alzò entrambe le sopracciglia. "Le cose non sono rimaste come sempre." Disse. "E voglio ricordarti che l'anno scorso, e cito le tue parole, hai detto che avresti saputo di aver toccato il fondo quando ti saresti ritrovata ad uscire con me."

Io risi e scrollai le spalle. "Sì, ma noi non usciamo insieme."

La mia stupida frase fu seguita da diversi attimi di silenzio e solo per quello mi resi conto della mia frase stupida. Io e Malfoy ci guardammo negli occhi entrambi un po' spaesati. Arrossii un po' dall'imbarazzo e mi schiarii la gola.

"Noi... usciamo insieme?"

"Se vogliamo proprio essere pignoli, no." Disse. "Dato che tecnicamente non siamo mai usciti. Ma pensavo che ci stessimo... frequentando?"

Io aprii la bocca un paio di volte prima di rispondere a fronte corrucciata. "E' una domanda?"

Malfoy sospirò. "No, direi proprio di no."

Io mi sentii terribilmente in imbarazzo. Non sapevo proprio cosa dire o fare. Raccolsi tutte le mie cose alzandomi e me ne andai via dalla Biblioteca a grandi passi, lasciandomi Malfoy alle spalle. Ebbi solo modo di fare due passi lungo il corridoio prima di sentirmi tirare per la camicia. Mi fermai e mordendomi un labbro mi voltai lentamente.

"Perché adesso stai scappando?" Chiese lui. "E' davvero una bruttissima abitudine."

"Non lo so." Dissi sinceramente. "E' che non pensavo..."

Non mi diede nemmeno tempo di finire la frase che mi ritrovai le sue labbra sulle mie. Come capitava da ormai da un paio di settimane. E come sempre mi sembrava di essere da tutt'altra parte, in un bel mondo ovattato pieno di nuvole bianche, arcobaleni e luci brillanti. Sentii appena le voci che provenivano dal fondo del corridoio.

Voci?!

"Fa un male tremendo!"

Ci staccammo simultaneamente e ci voltammo verso il fondo del corridoio. Vanessa e Al avevano appena svoltato l'angolo, Al aveva qualcosa di simile ad una bistecca sopra al naso. Vanessa si bloccò di colpo e spalancò gli occhi e lo stesso facemmo noi con lei.

"Che succede, perché ti sei fermata?" Disse Al togliendosi la bistecca dagli occhi.

Vanessa fu più veloce, lo prese per le spalle, lo voltò e lo baciò. Io e Malfoy spalancammo gli occhi e ci guardammo l'un l'altra per qualche secondo prima di rifugiarci in Biblioteca. Entrambi appoggiammo lorecchio contro la porta per sentire quello che succedeva. Si sentì la voce spaesata di Al.

"Perché l'hai fatto?"

"Mi andava." Disse senza troppe spiegazioni Vanessa. "Mi sembrava il momento giusto."

"Oh." Fece Al. "Beh, grazie."

Grazie? Ma che razza di risposta era? Adesso cominciavo a capire come mai Al non uscisse mai con le ragazze.

"Prego." Disse Vanessa. Mi sembrava di vedere il suo imbarazzo attraverso la porta.

Più in lontananza arrivarono le voci di Lily e Hugo. "Ehi ragazzi!"

"Come stai, Al?"

"Perché voi due non lo portate in Infermeria?" Fece Vanessa che ero sicura fosse rossa come un peperone. "Io ho dimenticato la mia roba nello spogliatoio."

Per qualche minuto non si sentì più niente se non i lamenti di Al mentre lo portavano via. Poi la porta della Biblioteca si spalancò e per poco non perdemmo l'equilibrio. Vanessa entrò e si chiuse la porta alle spalle, guardandomi furiosa.

"Ma che diavolo ti salta in mente?!" Urlò sottovoce. "In mezzo al corridoio? Pensavo che volessi tenerla una cosa nascosta!"

Io arrossii e mandai un'occhiata veloce a Malfoy che incrociò le braccia al petto e alzò un sopracciglio. "Cosa è successo ad Al?"

"A proposito, ottimi riflessi." Commentò Malfoy.

Vanessa lo guardò male. "Divertente." Disse. "Era troppo buio per vedere qualcosa. Hugo non si era accorto che Al era proprio dietro di lui e gli ha dato la mazza sul naso. Ma non cambiamo discorso."

Io sospirai. "E' stata una cosa stupida, lo so."

"Stupida?" Vanessa fece una smorfia. "E' stato tremendamente disgustoso! E avrebbe potuto passare chiunque! Pensa se fosse passata Paula!"

"Rilassati, Miller." Sbuffò Malfoy. "Non sei sua madre. E non ha neanche dodici anni."

"Tu sta' zitto!" fece Vanessa.

Io alzai gli occhi al cielo e presi un bel respiro. "D'accordo! E' stata una cosa stupida e disgustosa e avrebbe potuto passare chiunque. Ma non è successo. Perché ti agiti tanto, poi?"

"Non riesco a tenere questo genere di segreti per troppo a lungo!" Disse istericamente. "Mi logorano dentro! E se tuo padre mi guardasse negli occhi e mi chiedesse qualcosa, mi prenderebbe un infarto!"

Inarcai un sopracciglio. "Vì, va tutto bene. Papà non è a scuola. Mamma non è a scuola. Zio Harry non è a scuola. E dovrebbero essere tutti impazziti per chiederti se esco con Malfoy!"

"Allora stiamo uscendo insieme?" Interruppe Malfoy. Io e Vanessa ci voltammo a guardarlo e lui sospirò e scosse la testa. "Mi sto confondendo le idee."

"State ancora decidendo se siete una coppia o no?" Chiese Vanessa.

"Non siamo una coppia!"

"Non lo siamo?" Chiese Malfoy.

Io guardai prima Vanessa e poi Malfoy. "Io non... non lo so! A chi importa!"

"A me." Riposero in coro.

"Perché?" Chiesi esasperata. "E' una cosa che deve rimanere nascosta!"

Malfoy corrucciò la fronte. "Chi ha detto che deve rimanere nascosta?"

"Che cosa?!" Urlammo io e Vanessa. Io la guardai e alzai le mani. "D'accordo, aspettate un secondo, questa conversazione a tre mi sta facendo diventare pazza." Mi voltai verso Malfoy. "Mi sembra logico che questa storia debba rimanere un segreto."

Lui alzò un sopracciglio. "E perché?"

"Perché ci tengo alla mia vita." Dissi semplicemente. "E non ne avrò più una quando papà scoprirà di noi due."

"Beh, prima o poi dovrai dirglielo, non credi?" fece Malfoy.

Vanessa lo guardò a bocca aperta. "Vorresti davvero ufficializzare la cosa?!"

"Ma perché diavolo hai continuato a vedermi di nascosto se non eri contrario ad ufficializzare?" Chiesi io sempre più confusa.

Lui scrollò le spalle. "E' divertente." Disse. "E pensavo che tu non volessi dirlo a tutti."

"Infatti non voglio!" Poi mi assalì il panico. "Non lo dirai a nessuno, vero?"

Malfoy scosse la testa. "No."

Vanessa ci guardò un po' confusa, poi fissò Malfoy. "Devi essere davvero temerario se non t'importa che i genitori di Rosie sappiano tutto. Lo sai, vero, che rischi di diventare eunuco? E sarebbe la migliore delle ipotesi."

Lui scrollò le spalle. "Se tuo padre ti avesse vietato di uscire con quell'idiota di Potter, tu non ci saresti uscita, Miller?"

Vanessa fu presa alla sprovvista. "Io e Potter... cioè Al, noi non stiamo più insieme."

Malfoy alzò un sopracciglio. "Non è quello che ho chiesto."

Improvvisamente la porta si aprì e tutti e tre trattenemmo il fiato per qualche istante. La testa di Zabini fece capolino, guardandosi intorno con quei suoi occhietti vispi. Poi sorrise quando ci vide. "Oh sei qui." Fece guardando Malfoy. "C'è una festa e non mi hai invitato? Pensavo te la facessi solo con la Weasley."

Io mi voltai di scatto verso Malfoy a bocca aperta. "L'hai detto a Zabini?!"

"Beh, tu l'hai detto a Miller." Fece lui scrollando le spalle.

Zabini entrò e ridacchiò. "Non è per disturbarvi, ragazzi, ma la McGrannitt punta in questa direzione. Chi di voi due è di ronda, stasera?"

Io e Malfoy ci guardammo nel panico. Nessuno di noi due era di ronda e la McGrannitt sicuramente lo sapeva. Non appena sentimmo dei passi nel corridoio, ci spiaccicammo tutti e quattro contro uno scaffale vicino alla porta, che ci nascondesse dall'entrata. Io sussurrai appena data la vicinanza col resto del gruppo.

"E' stata un'idea decisamente stupida venire in biblioteca stasera."

I passi si fermarono all'altezza della biblioteca e a tutti noi gelò il sangue. Come poteva sapere che eravamo lì? Non era una legilmens, no? Cominciava a venirmi il dubbio che lo fosse. Poi sentii altri passi frettolosi e la voce della McGrannitt.

"Weasley!"

Mi ghiacciai. Era una legilmens. Avrei dovuto saperlo.

"Professoressa." Rilasciai il respiro, era mio fratello Hugo.

"Sa dirmi per caso che cosa sono queste tracce di sangue lungo il corridoio?"

"Oh sì, Professoressa." Disse. "Allenamento straordinario. Per sbaglio ho colpito il Capitano Potter con la mazza. L'abbiamo portato in Infermeria, stavo giusto andando a recuperare la mia roba nello spogliatoio."

"Capisco." Fece la McGrannitt. "E chi vi ha dato il permesso di allenarvi a quest'ora?"

Ci fu qualche attimo di silenzio. "Beh, non ne ho idea." Rispose infine Hugo. "Credevo che il capitano l'avesse informata."

"Non l'ha fatto." Sentii dire alla McGrannitt. Poi sospirò. "Penso che sia meglio che passi in Infermeria e faccia due chiacchiere con il signor Potter. Ah, e signor Weasley, agli spogliatoi e poi dritto al suo Dormitorio. Niente tappe intermedie."

Nessuno di noi si rilassò fino a che sia i passi di Hugo che quelli della McGrannitt svanirono nel nulla. Rilasciai il fiato, ero praticamente andata in apnea, e mi guardai intorno. Stavano tutti guardando me.

Li guardai male. "La prossima volta me ne starò in Sala Comune."

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