4.
Per le seguenti settimane Lysander continuò a salutarmi cordialmente quando ci incrociavamo per caso nei corridoi tra una lezione e l'altra, ma non mi chiese più di uscire e gliene fui molto grata. Si stava avvicinando Halloween e i Professori si stavano già adoperando per decorare il Castello in occasione della festività.
Nick- quasi- senza- testa aveva cominciato, come al suo solito, a ricordarci del suo complemorte al quale io e Vanessa trovavamo sempre una scusa per non partecipare. Zio Harry e papà mi avevano praticamente terrorizzato sui complemorte di Nick.
Stavamo scendendo in Sala Grande quando Vanessa sospirò al mio fianco. Mi voltai verso di lei, che scoteva la testa fissando i festoni alla parete. "Che ti prende?"
"Pensa che festa stupida è Halloween per i Babbani." Disse. "Mia madre mi vestiva da strega quando ero piccola."
Mi venne quasi da ridere ma mi trattenei per non essere scortese. I Babbani avevano uno strano modo di immaginarsi una strega e anche tutte le altre Creature magiche. Pensavano che le Sirene fossero donne bellissime!
"Pensa che colpo le dev'essere preso quando ha scoperto che sei veramente una strega."
Vanessa sembrò scocciata. "Non mi ha voluto credere per una settimana. E neanche alla McGrannitt. Non ha creduto a niente di tutto questo fino a che non lo ha visto con i suoi occhi."
"Beh, non dev'essere stato facile." Dissi. "Anche i miei nonni erano shockati quando scoprirono che mia madre era una strega. Ci vuole un po' per abituarsi all'idea, non credi? E comunque dopo che mamma ha iniziato ad andare a scuola i miei nonni ne sono stati entusiasti."
"Continuo a pensare che Halloween sia una festa stupida." Ripeté lei come se non avesse seguito una parola di quello che le avevo appena detto. "Insomma, perché diavolo la comunità magica dovrebbe festeggiare una cosa del genere? Festeggiamo il fatto che esistiamo realmente?"
Feci spallucce continuando a camminare. "Non ne ho idea, Vì. Insomma, le feste sono feste, si festeggiano e basta. E' come il Natale. E' una scusa per fare baldoria e saltare qualche lezione."
Vanessa mi guardò scettica. "Da quando tu fai baldoria e salti le lezioni?"
La Sala Grande era piena di zucche che volteggiavano in aria appese nel vuoto e notai Vanessa fare una smorfia. Ci sedemmo al tavolo dei Grifondoro e feci ben attenzione a non pronunciare più la parola 'Halloween' o 'festa' dato il cattivo umore della mia amica. Riuscii a tenerla buona per un po', finchè James non fece il suo ingresso sorridendoci e urlando:
"Dolcetto o scherzetto?"
Vanessa emise una specie di ruggito tenendo la testa bassa sul suo piatto. Io guardai James annoiata e dondolai la mia forchetta tra l'indice e il medio. "James, non sarà Halloween per almeno una settimana."
"Beh, non siate troppo allegre," Fece James sedendosi sulla panca di fronte a noi. "E comunque questo motto funziona alla grande! Lo sai che ho già raccolto qualcosa come un chilo di caramelle? Per lo più dalle ragazzine del primo anno, non so perché ma si sciolgono con un solo sorriso."
Sapevo che James avrebbe usato l'informazione della Top Ten a suo vantaggio, c'era da aspettarselo. Se solo Lily l'avesse sentito, l'avrebbe preso a ceffoni.
"Non ti sembra di approfittartene un po' troppo?"
Scosse la testa. "E perché mai? Non le costringe nessuno, lo fanno di loro spontanea volontà." Si mise più dritto e ci guardò da vicino. "Piuttosto voi due, vi hanno avvertito che Halloween è una festa, vero?"
"Una festa stupida." Commentò Vanessa.
Roteai gli occhi. "Sì, James, abbiamo l'occasione di fare baldoria."
James parve preso in contropiede e mi guardò meglio. "E da quando tu fai baldoria?"
"E da quando tu ti preoccupi delle feste, dato che fai baldoria tutti i giorni, Jay?" Al era appena arrivato alle spalle di suo fratello e lo fissava dall'alto con un sorrisino di scherno.
James finse una risata. "Oh oh, ecco che arriva il pagliaccio della famiglia!"
Al si sedette accanto a James e mi trovai a squadrarli per qualche minuto. Al era praticamente identico allo zio Harry, senza gli occhiali. Stessi occhi verdi, stessi capelli neri e scombinati e altezza. Lily, al contrario, era l'esatta copia di zia Ginny. Il dubbio rimaneva su James.
"Sei sicuro che i tuoi non abbiano scambiato culla quando sei nato?"
Al annuì alla mia osservazione. "Spiegherebbe un sacco di cose."
"Sapete," iniziò James convinto. "Ci ho pensato un sacco di volte anche io. Non è possibile che io sia nato da una famiglia così noiosa. Ma poi guardo Fred, lo zio George e zio Ron e capisco da quale parte della famiglia ho preso."
"Papà?" Chiesi io perplessa. "Papà è buffo, ma non è scalmanato come te o zio George!"
James rise. "Sì, solo perché in presenza di zia Hermione si comporta per bene. Ti stupiresti di quello che sono capaci di fare papà e zio Ron insieme. Non ti hanno mai raccontato delle migliaia di volte che sono stati messi in punizione ad Hogwarts?"
Al ridacchiò e io li fissai curiosa. Sapevo che papà fingeva di essere una persona per bene, dato che appena mamma usciva di casa ci permetteva di fare tutto quello che volevamo se prima giuravamo di non raccontarlo a nessuno. Ma da lì e pensare che papà potesse mettersi nei guai o combinare scherzi come Fred e James ce ne correva.
"Senza contare che zio Ron ha lavorato al negozio di scherzi prima di fare l'Auror." Fece Al.
"Sì, ma solo perché lo zio Fred..."
Mi frenai appena in tempo, James ed Al erano già impalliditi. Non ci piaceva parlare dello zio Fred, a nessuno di noi cugini. Ci sembrava di mancare di rispetto a discutere di una persona che non avevamo mai potuto conoscere, ma che era stata così tanto cara ai nostri genitori. E ci sembrava di mancare di rispetto a Fred, nostro cugino, che era stato chiamato così in memoria dello zio.
Al si schiarì la gola e cambiò nettamente discorso. "Ho visto Neville questa mattina."
"Mamma ha detto di chiamarlo Professor Longbottom, Albus." Fece James impostandosi con le mani sui fianchi come avrebbe fatto zia Ginny.
"Come vuoi," fece Al scuotendo una mano. "In ogni caso, era nel campo di Hagrid e stava raccogliendo le zucche mature. Credo che saranno l'argomento della prossima lezione, tanto per rimanere in tema festivo."
"Maledizione!" Saltò su Vanessa che se n'era stata zitta tutto questo tempo. "Ma che diavolo hanno tutti da festeggiare? E' solo una stupida festa!"
Albus arrossì vertiginosamente all'ira di Vanessa, sentendosi colpevole di averla fatta arrabbiare. Bofonchiò qualcosa di incomprensibile prima di alzarsi dalla panca e salutare di fretta sparendo subito dopo. James alzò un sopracciglio guardando Al che si allontanava.
"Devi avergli fatto paura."
Vanessa si voltò verso la direzione dove si era diretto Al e potei vederla che cercava di farsi piccola piccola. Sapeva di aver esagerato con quella reazione imprevista. Si voltò verso di me mordendosi un labbro.
"Credi che se la sia presa?"
"Ma no," dissi io. "E' Al. Al non se la prende mai con nessuno."
Vanessa non parve convinta. "Forse dovrei andare a scusarmi."
James sbuffò ridacchiando. "Se la caverà anche senza le tue scuse, vedrai."
Vanessa fu di pessimo umore tutto il giorno e quasi non mi rivolse parola. Cercavo di farla parlare facendole qualche domanda ma rispondeva a monosillabi e dopo un po' decisi di lasciar perdere, le sarebbe passata da sola. Ogni tanto per i corridoi avevo incrociato James che cercava di spillare qualche dolcetto dalle ragazze e Al sembrava sparito dalla circolazione.
Dopo pranzo avevamo due ore di buco ed eravamo tornate in Sala Comune. Lily era davanti al caminetto china su una pergamena e ci avvicinammo a lei sedendoci sul divano.
"Ehi, Lily."
Lei alzò appena la testa per rivolgermi un sorriso. "Ciao Rosie."
"Che fai?"
"Scrivo alla mamma." Disse senza alzare la testa dal foglio di pergamena.
Ahia. Quando Lily scriveva volontariamente a zia Ginny voleva dire che c'era qualcosa che non andava. La scrutai per un po' ma sembrava tranquilla, e Hugo non mi aveva raccontato di altre punizioni. Solo quando ebbe finito la lettera sospirò e si voltò verso di me puntandomi con i suoi grandi occhi castani.
"Rosie, possiamo parlare?"
Annuii. "Ma certo."
Vanessa si sentì un po' di troppo. "Se volete vi lascio da sole, vado su in dormitorio a vedere se..."
"No," sospirò di nuovo Lily. "Ho bisogno di pareri femminili."
Lo sapevo che c'era qualcosa che non andava. "Avanti, spara." Dissi.
Lily sembrò un po' esitante, probabilmente non sapeva nemmeno da che parte cominciare. Si morse il labbro inferiore e si passò una ciocca color fiamma dietro l'orecchio. "Vi è mai capitato che vi piacesse un ragazzo che non vi guarda affatto?"
Vanessa e io ci voltammo l'una verso l'altra contemporaneamente. Se ci era capitato? Ormai eravamo un caso disperato. Era scientificamente provato che riuscissimo a prenderci una cotta per il ragazzo che ci filava di meno.
"Certo." Disse Vanessa. "Sempre."
Lily ne sembrò consolata. "E che cosa devo fare?"
"Beh," cominciai un po' incerta. "Teoricamente ci sono tre cose che puoi fare: numero uno, puoi prendere un bel respiro e andare a confessargli tutto..."
"...numero due," riprese Vanessa per me. "Puoi fare finta di niente e sondare un po' il terreno per vedere un'eventuale reazione..."
"...numero tre, ti arrendi." Finii io. "Semplicemente, ti arrendi."
Lily ci guardò un po' stranita e interdetta. Ci pensò un po' su non sembrando del tutto soddisfatta. "Voi di solito che cosa fate?"
"Oh, noi scegliamo la numero tre."
"Inevitabilmente" Annuii Vanessa, facendomi eco.
"Cosa?" Lily era rimasta a bocca aperta. "Semplicemente vi arrendete, senza combattere?"
Io e Vanessa ci scambiammo un altro sguardo. Non eravamo propriamente delle guerriere, noi. Ed era la soluzione più semplice a tutti i problemi. Le prime due opzioni erano solo in via teorica, l'avevo detto, no?
"Non c'è da stupirsi se poi accetti di uscire con Lysander." Commentò Lily amareggiata.
Io socchiusi gli occhi. "E tu come fai a sapere che sono uscita con lui?"
"La gente ha gli occhi, Rosie. Quanto speravi di passare inosservata andando a giro con un tipo come lui? Sei stata sulla bocca di tutti per almeno una settimana, qui a scuola, fino a quando hanno capito che non ci sarebbe mai stato un seguito a quello che sono sicura sia stato uno spiacevole appuntamento."
Ero stata sulla bocca di tutti? E da quando? Mi voltai verso Vanessa, ma lei alzò le spalle e scosse la testa come per dire che anche lei non aveva sentito dire nulla da nessuno. Chiusi gli occhi disperata, giurando a me stessa che mai più sarei uscita con un tipo che non mi interessa nemmeno.
Lily si rese conto di aver un po' esagerato e si calmò. "Beh, comunque adesso hanno smesso. Pensano che tu l'abbia fatto solo per non essere scortese."
Io sospirai. "Non volevo essere scortese. E' il figlio di zia Luna, mi sarebbe dispiaciuto. Tu cosa avresti fatto al mio posto?"
"Avrei detto che avevo già un altro impegno." Disse prontamente Lily.
Ok, mia cugina era largamente più intelligente di me.
**
Era trascorsa una settimana e purtroppo per Vanessa era arrivato il giorno di Halloween. Non che io fossi particolarmente eccitata dalla festa, era un giorno come un altro dove ti era consentito mangiare più schifezze del normale. Mia madre, da brava figlia di dentisti, ci permetteva di mangiare solo cinque caramelle quando eravamo piccoli e trascorrevamo Halloween a casa. Ovviamente quando andavamo a letto, papà veniva a raccontarci una storia e ci portava un intero sacchetto stracolmo di dolciumi.
James era rimasto a letto da una settimana perché aveva fatto indigestione. Ero quasi sicura che fosse già guarito e che ormai la usasse come scusa per saltare le lezioni. Da quanto mi aveva raccontato Lily, era troppo arzillo e gioviale per essere veramente malato.
Vanessa quella mattina aveva deciso che avrebbe saltato le prime ore di lezione, che non a caso erano di Erbologia. Sono sicura che ormai avesse il terrore delle Zucche raccolte da Neville, come Al ci aveva raccontato solo una settimana prima.
Senza Vanessa quella mattina mi decisi a scendere a colazione con Gaby. "Ci creeresti, Rose? Solo le ho dicho che me gusta un poco a Vincent, y lei ya se lo va a dircelo!"
Dovevo ammetterlo, nonostante fossero anni che convivevo con Gaby e Sol, facevo una gran fatica a star loro dietro quando parlavano. "Dovresti saperlo," dissi. "Se hai un segreto, non devi certo dirlo a Paula."
"Ahora lo so!" Disse decisa. "Pero el danno è fatto."
Le sorrisi cercando di tirarla un po' su di morale. Paula aveva colpito ancora, come non aveva trovato niente di interessante da spillare a me o a Vanessa, ci aveva provato con le gemelle. E loro ci erano cascate.
Entrammo in Sala Grande, dove mille zucche con tanto di lanterna fluttuavano nell'aria. Ero felice che Vanessa non fosse venuta a fare colazione. Ci sedemmo vicino ad Al, che si stava strafogando di dolci.
"Vacci piano," gli dissi. "Sono solo le otto del mattino."
"Ho bisogno di zuccheri." Rispose lui con la bocca piena, sputacchiando in qua e là. "Sento che sarà una pessima giornata. Pessima. Sono allergico alle feste, me ne succedono sempre di tutti i colori."
Gaby gli sorrise. "No ser pessimista, Al. Estoy sicura che va a ser un buon giorno."
Al le sorrise riconoscente ma continuò a mangiare la sua colazione. Io mi limitai alla mia solita tazza di cereali. Stavamo mangiando tutti e tre in pace quando Sol arrivò davanti a noi come una furia e si piazzò con le mani sui fianchi fissando Gaby.
"No se lo puedo creer, Gaby! Te juro que se veo a Paula, ya la voy a matar!"
Tutti e tre la fissammo spauriti. Al si piegò verso il mio orecchio. "Che cosa ha detto?"
Io scossi la testa. "Non lo so, ma credo che voglia uccidere Paula."
Gaby posò pazientemente la forchetta. Gaby era sempre stata la più paziente delle due gemelle. "Tranquila Sol! La culpable soy yo, yo sabìa que no tenìa que fidarme de ella. No debìa contarle de Vincent."
Sol parve calmarsi per qualche secondo. Si sedette scattosa davanti a noi, continuando però a ribollire dentro. "El problema no eres tu que te vas a contar esas cosas a la gente, el problema es ella que es una espia!"
Al si chinò di nuovo verso di me. "E adesso che si sono dette?"
"Che Paula è un'idiota." La feci breve io portandomi alla bocca i miei cereali. Al mi fissò cercando di capire che cosa stesse succedendo e io roteai gli occhi echeggiando Gaby. Posai pazientemente il mio cucchiaio e iniziai a spiegare. "Gaby si è confidata con Paula dicendole che si è presa una cotta per Vincent e Paula l'ha riferito al diretto interessato."
Al rimase un attimo perplesso. "Vincent Hook?"
"Sì." Rispondemmo in coro io e le gemelle.
Al stavolta si rivolse a Gaby. "Pensavo che lo sapessi."
"Saber che?" chiese lei.
Al passò lo sguardo da Gaby a Sol e poi a me. Poi mandò fuori una semi-risata. "No, davvero, non lo sapete?"
"Sapere cosa, Al?" Cominciavo a spazientirmi. "Che cos'è che dovremmo sapere?"
"Che a Vincent piace Gaby dal secondo anno!" Saltò su lui. "Io pensavo lo sapessi!"
Lo fissammo a bocca aperta. Evidentemente nessuna delle tre ne aveva la più pallida idea. Gaby era diventata pallida.
"Estàs mientendo!" Disse Gaby.
"E tu come fai a saperlo?" Chiesi io sinceramente curiosa.
Al ci fissò stupito. Neanche l'avessero pubblicato sui giornali. "Lo sanno tutti!"
"A quanto pare la notizia non è arrivata fino al nostro dormitorio, non credi, Al?"
Al fece spallucce e ricominciò a mangiare come se niente fosse. In compenso l'umore di Gaby si alzò notevolmente, anche se ancora ci fosse da verificare la veridicità della notizia, e Sol si rilassò decisamente. Se quanto detto da Al era vero, Paula aveva solo fatto un favore a Gaby. E io glielo avrei fatto notare e rinfacciato per il resto dell'anno.
Dopo due ore di lezione di Erbologia, in cui Neville ci aveva cordialmente fatto decorare delle zucche per Halloween spiegandoci intanto ogni proprietà di quella pianta (ero felice che Vanessa non ci fosse), ero rientrata in Sala Comune e mi ero spaparanzata sul divano davanti al caminetto.
Vanessa era scesa dal dormitorio dopo pochi minuti e si era unita a me. Aveva approfittato di quelle due ore per riordinare il suo baule, che era sempre un disastro, e io le avevo raccontato di Gaby e Paula.
"Paula è un'idiota." Poi scoppiò a ridere. "Pensa che rabbia le prenderebbe se a Vincent piacesse davvero Gaby."
"Sono sicura che si metterebbe a urlare come una Mandragola."
Il buco nel ritratto si aprì e Lily entrò nella Sala Comune come una furia. Lasciò andare i suoi libri sul tavolo e si accucciò nella poltrona vicino a noi. Non mi sarei sorpresa di vedere del fumo che usciva dalle sue orecchie.
"Ehm... tutto bene?" chiesi gentilmente.
Lily si raggomitolò ancora di più sulla poltrona. "No." Si lagnò. "Non va bene per niente! Non posso venire alla festa stasera!"
"Che vuol dire che non puoi venire alla festa?" Chiese perplessa Vanessa. "Alla festa di Halloween ci partecipa tutta la scuola."
"Non la festa in Sala Grande." Roteò gli occhi Lily come se stesse spiegando qualcosa di ovvio. "La festa nella Stanza delle Necessità che hanno organizzato James e Fred! E' aperta solo agli studenti dal quinto anno in su."
"James e Fred hanno organizzato una festa?!" Grandioso, non venivo invitata alla feste nemmeno dai miei cugini. Quanto potevo essere disperata.
Lily fece una smorfia. "Già."
Vanessa piegò la testa. "E allora? E' solo una stupida festa, perché ti interessa tanto andarci?"
Lei sospirò. "Ci va anche il ragazzo che mi piace."
"Oh." Feci io mortificata. "Beh, e chi è?"
"Vincent Hook."
Io e Vanessa ci voltammo l'una verso l'altra sentendo il sudore freddo che ci percorreva la schiena. Qualcosa mi diceva che fosse un bene che Lily non andasse a quella festa, perché se Gaby lo sapeva lei sicuramente ci sarebbe andata. E se ci fosse stato anche Vincent, avremmo scoperto se Al stava dicendo la verità.
E dato che era una festa e ci sarebbe stato del Gossip, avevo già deciso di andarci.
**
"Spiegami di nuovo perché dovrei venire con te a quella stupida festa?"
Alzai gli occhi al cielo. Stavo cercando, da oltre un'ora, di convincere Vanessa a venire con me. "Numero uno, non è una festa di Halloween, ma è solo una festa. Numero due, da quand'è che non andiamo ad una festa e ci divertiamo come due normali adolescenti? Numero tre... non vorrai davvero perderti la faccia di Paula quando vedrà Vincent e Gaby insieme?"
Vanessa sospirò. Sapevo che l'idea di vedere Paula sconfitta la intrigava più di qualunque altra cosa. "Non ho niente da mettere."
"Già," feci io. "Solo un intero armadio di roba che compri ogni fine settimana ad Hogsmeade."
Vanessa si alzò dal suo letto con aria per niente convinta e si diresse verso il bagno. "Mi sento un po' stanca, Rosie, non potremmo solo andare a letto?"
Stavo quasi per cedere quando mi venne un'idea geniale. "Hai sentito Lily, la festa è aperta per tutti gli studenti dal quinto anno in su. Magari viene anche Gill Ryan."
Vanessa girò su se stessa finendo di nuovo a faccia a faccia con me. Sorrisi trionfante, sapevo che quello l'avrebbe convinta. Mi sorrise timidamente e piegò la testa da un lato.
"Infondo, potremmo anche andarci."
**
Due ore dopo camminavamo lungo il corridoio vestite di tutto punto. Vanessa aveva messo un abito scollato che le arrivava appena sopra le ginocchia, e sapevo che l'aveva messo sperando di fare colpo su Gill. Io non ero esattamente un tipo elegante e non avevo vestiti nel mio armadio, così me n'ero fatto prestare uno da Vanessa.
Arrivammo davanti alla Stanza delle Necessità e una piccola porta innocente si materializzò davanti a noi. Mi voltai verso Vanessa.
"Hai desiderato la cosa giusta, vero?"
Lei mi guardò nervosa. "Beh, spero che Gill Ryan sia là dentro, perché ho desiderato di poterlo vedere."
Roteai gli occhi e aprii la porta. Mi spaventai a morte quando mi ritrovai a faccia a faccia con Fred che mi sorrideva con la sua solita faccia da Jolly. Mi portai una mano sul petto.
"Fred! Mi hai fatto prendere un colpo!"
Lui rise. "Scusate, ma è una misura di sicurezza." Notai che dietro di lui c'era un'altra porta. "Parola d'ordine?"
Io e Vanessa ci guardammo sconsolate. "Non sapevo che ci fosse una parola d'ordine." Dissi sinceramente.
"Esatto." Disse Fred. "Entrate."
Ci aprì la porta e improvvisamente il rumore assordante della musica risuonò nella stanzina in cui ci trovavamo. Fred ci salutò e ci chiuse la porta alle spalle mentre noi entravamo effettivamente nella festa. Fui consolata dal fatto che non ci fosse niente che potesse ricordare una classica festa di Halloween e anche Vanessa si rilassò al mio fianco.
"Ehilà!"
James ci spuntò davanti con un sorriso identico a quello di Fred. Certe volte mi mettevano i brividi. Lo guardai un po' divertita.
"Ma tu non eri malato?"
"Ero." Disse facendoci cenno di venire avanti, buttandosi nella mischia. "Ma poi mi sono sentito meglio e ho deciso di venire a questa fantastica festa. Chi l'ha organizzata dev'essere un vero genio!"
Vanessa incrociò le braccia al petto e lo fissò con un sorriso. "Lily ci ha detto che sei stato tu."
"Oh beh, che vi avevo detto? Sono un genio." E con un occhiolino sparì nella mischia lasciandoci là in mezzo.
"Non cambierà mai!" Risi io scotendo la testa. "Chissà se Gaby e Sol sono qui, vorrei proprio sapere com'è andata a finire la storia con Vincent e Paula."
"Beh, di Paula non ne ho idea, ma sono sicura che Gaby ha trovato Vincent."
Mi voltai verso Vanessa che mi fece cenno con la testa verso il fondo della stanza. Appoggiato alla parete, un po' più distanti dal tavolo delle bevande, Vincent teneva Gaby per i fianchi mentre la baciava appassionatamente.
Inconsciamente sorrisi come una stupida, un po' perché ero contenta per Gaby e un po' perché non vedevo l'ora di incontrare Paula. Vanessa doveva aver pensato la stessa cosa perché si guardava intorno con un sorrisino malefico.
"No està."
Ci voltammo contemporaneamente verso Sol che era apparsa al nostro fianco. Anche lei sorrideva maleficamente.
"Come?" Chiesi.
"Paula no està. Se ne ha andata cinco minuti fa." Disse piena di gloria. "Dopo che Gaby e Vincent hanno rengraziato."
Tutte e tre ci scambiammo uno sguardo e scoppiammo a ridere. Dormitorio 1, Paula 0. Finalmente eravamo riuscite a darle una lezione.
Con quella bella notizia ci buttammo in pista e ballammo un po' insieme. Al mi salutò da lontano da un angolo della stanza, non gli era mai piaciuto ballare. Rimasi ancora un po' insieme a Sol e Vanessa, che continuava a guardarsi intorno alla ricerca di Gill Ryan, prima di scusarmi e andare da Al.
"Ti stai divertendo?" dissi sedendomi accanto a lui.
Buttò giù un sorso di quello che spero fosse una bevanda analcolica e scrollò le spalle. "Quasi."
"Sei venuto da solo?"
Scosse la testa. "Con Vincent." Disse mentre un sorriso si formava sulle sue labbra. "E casualmente abbiamo incrociato Gaby, così li ho presentati."
"Casualmente?" Chiesi io mezza ridente. "Da quando Albus Severus Potter fa cose casuali?"
"Non chiedere e non ti dirò una bugia." Fece lui. "Vuoi qualcosa da bere?"
"Una burrobirra."
Al alzò un sopracciglio ma senza dire nulla si alzò e si diresse verso il tavolo delle bevande. Tornò qualche minuto dopo con due bicchieri e me ne porse uno. Ci guardai dentro un po' scettica e alzai lo sguardo su di lui.
"Questa non assomiglia a burrobirra."
"No, infatti." Fece lui. "Ma non dirò a nessuno che quando vai alle feste fai uscire la Weasley cattiva che c'è in te e bevi alcolici. Solo un sorso, Rosie, non ti farà male."
Non volevo bere alcolici, ma mi resi conto di star comportandomi come mia madre. E come aveva detto Al, solo un sorso. Portai il bicchiere alla bocca e buttai giù. Immediatamente la gola prese fuoco e tossii un paio di volte. Al si precipitò al mio fianco preoccupato di essere la causa della mia prominente morte.
"Rosie, tutto ok?"
"S-sì." Feci io con la gola in fiamme. "Non pensavo che fosse così forte."
Al scoppiò a ridere. "Ti farà bene, vedrai! E' una festa, Rosie, divertiti!"
Mi alzai in piedi e scossi un po' la testa. "Vado a cercare Vanessa."
Sparii nella mischia prima che Al potesse fermarmi. La musica era assordante e cominciava a girarmi la testa. Diedi subito la colpa a quello stupido bicchiere di chissachè, io non reggevo l'alcol. Non facevo nemmeno il brindisi a Capodanno.
Mi guardai un po' intorno, ma Vanessa era introvabile. Persino Sol era sparita dalla circolazione e mai mi sarei sognata di andare da Gaby e rovinare la sua serata. Stava cominciando a fare troppo caldo per me e decisi che dovevo decisamente uscire da quella stanza. Cercai di uscire dalla mischia, non vedendo bene dove stavo andando, riuscivo solo a schivare le persone ma non avevo la più pallida idea di dove mi trovassi. Improvvisamente andai a sbattere contro qualcuno.
"S-scusa." Mormorai.
"Weasley, guarda dove metti i piedi!"
Perfetto! Con tutte le persone che potevo trovare, ero andata a sbattere contro Malfoy.
Mi portai una mano alla tempia e cercai di respirare tranquillamente. "Non ti avevo visto e non sapevo nemmeno che fossi qui."
"Perché avresti dovuto saperlo?" Replicò lui tagliente. "Che c'è, sei ubriaca?"
"Io non sono ubriaca!" Dissi cercando di stare in piedi, ma la verità era che quel misero bicchiere che mi aveva dato Al mi aveva già dato alla testa. E anche Malfoy doveva averlo notato perché mi fissava divertito.
"Non sapevo che bevessi."
Io sbuffai. "Infatti di solito non bevo. Senti, non ho voglia di stare qua dentro a parlare con te, voglio solo uscire da qui."
Malfoy per una volta ebbe il buonsenso di stare zitto. Pensai di essermi liberata di lui fino a che non mi sentii sollevare di peso ed emisi un urlo per la paura. Malfoy mi caricò sulla sua spalla come un sacco di patate e tutti attorno a noi smisero per un po' di ballare e ci fissarono curiosi. Io arrossii da capo a piedi.
"Mettimi giù!" sibilai io.
Malfoy non diede cenno di aver sentito né me, né tutti quelli che ci stavano intorno e ci guardavano commentando. Senza battere ciglio salutò i suoi scagnozzi e si avviò verso la porta. Mi resi conto che eravamo usciti dalla festa solo quando non sentii più la musica assordante e aria fresca mi batté sul viso."Adesso puoi anche mettermi giù!" Brontolai io.
"Certo," fece lui sarcastico. "Perché sei in grado di tornare da sola fino alla tua Sala Comune. Non farmi ridere."
"Non voglio il tuo aiuto!" Dissi di nuovo, come una bambina piccola.
Malfoy sospirò e sentii le sue spalle muoversi sotto di me. "Ti sembra che io mi stia divertendo, Weasley? Mi hai appena costretto a uscire da una festa dove mi stavo divertendo."
Glielo avevo forse chiesto? "Nessuno ti ha chiesto di aiutarmi, sai? Puoi anche mollarmi qui e tornare dal tuo branco di imbecilli."
Dovevo averlo fatto spazientire perché all'improvviso mi afferrò per i fianchi e mi mise giù a terra. Finalmente ero di nuovo a faccia a faccia con lui, anche se lo vedevo un po' sfuocato. Aveva un'aria scocciata ma rimase lì con pazienza.
"Non sapevi neanche come fare a trovare la porta."
Era vero, ma avrebbe comunque potuto lasciarmi lì a cavarmela da sola. "Sì, beh, avrei potuto fare da sola. Prima o poi l'avrei trovata."
"Sai, Weasley, lo so che se fossi stato io a trovarmi in difficoltà probabilmente tu non avresti mosso un dito per aiutarmi, ma io non sono come te. Se non fosse per me staresti ancora brancolando nel buio in mezzo a tutta quella gente."
Ero scocciata, adesso dovevo pure ringraziarlo? "Adesso però mi hai piantato qui, no?"
"Perché siamo arrivati, genio."
Seguii la sua mano che stava indicando il ritratto della signora Grassa. Mi sentii arrossire e cercai di ricompormi alzando la testa con aria superiore. "Beh, grazie. Adesso puoi anche tornare alla tua festa."
Malfoy scosse la testa e fece una smorfia. "Hai ragione, Weasley, la prossima volta lascerò decisamente che tu te la cavi da sola. Mi fai solo sprecare un sacco di tempo con le tue chiacchiere inutili."
Se ne andò voltandomi le spalle e lasciandomi lì da sola in mezzo al corridoio. Se fosse stato chiunque altro avrei ringraziato di cuore, ma era Malfoy ed io non ringraziavo di cuore un Malfoy. La testa mi girava ancora forte e volevo solo andare a letto, poi mi ricordai che probabilmente Paula era l'unica ad essere nel dormitorio adesso.
Andare alla festa era stata un'idea decisamente stupida.
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Don't Tell Dad
Fiksi PenggemarPROLOGO Stavo seduta sull'incavo della finestra fissando il paesaggio attorno alla casa dei nonni. Per ettari ed ettari si vedevano solo campi arsi e colline, il lago dove papà ci portava sempre quando eravamo piccoli e il ripostiglio dove il nonno...