E questo é il natale

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9.

Vanessa ed io avevamo già i bauli pronti da una settimana, perciò quando quella mattina suonò la sveglia potemmo coccolarci un po' di più invece di doverci alzare insieme a Gaby, Sol e Paula per mettere via la roba da portare in vacanza. Ebbene sì, erano arrivate le tanto attese vacanze di Natale ed io non potevo essere più felice.

Adoravo il Natale!

Quando ci decidemmo ad alzarci e a vestirci e finalmente scendere in Sala Grande, il cielo incantato nevicava sopra di noi e ci affrettammo a fare colazione per non perdere l'Espresso. Eravamo solo a metà del nostro pasto quando James arrivò come una furia scuotendo un enorme campanaccio, Merlino solo sapeva dove lo avesse trovato.

"Oh- ho -ho." Urlò in una perfetta imitazione di Babbo Natale. "Buon Natale gente! Finalmente è arrivato il momento che tutti quanti stavamo aspettando!"

Alcuni risero commentando su quanto fosse ridicolo, delle ragazzine invece ridacchiarono arrossendo, e io e Vanessa ci guardammo sconsolate. Venne a sedersi con noi.

"Ti trovo in forma." Disse Vanessa cercando di trattenere un sorriso.

James le fece l'occhiolino. "Oh lo puoi ben dire!" Alzò tre dita della mano destra. "Ci sono tre momenti che aspetto ardentemente durante l'anno scolastico: Halloween, Natale e naturalmente Pasqua."

"Disse lo studioso." Roteai gli occhi io divertita. "Tua madre sarebbe fiera di te sentendoti dire certe cose, sai?"

"Ehi, sono sempre passato, quello è l'importante, no?" Fece allargando le braccia. "E guarda un po' zio George! Non ha neanche preso i G.U.F.O. eppure dirige un negozio tutto suo."

Quella era una delle tante cose che avevo catalogato tra i misteri di famiglia, perché era una cosa che non riuscivo a capire. Non come avesse fatto zio George a creare tante cose buffe e divertenti, quello era nel suo essere e nella sua natura, non potevamo certo sperare che facesse un lavoro d'ufficio. Ma dove avesse trovato i soldi a soli diciassette anni per aprire un negozio.

James se ne andò continuando a sventolare in giro il suo campanaccio e noi finimmo velocemente la nostra colazione. Dopo colazione andammo al binario, non prima che Vanessa avesse salutato Gill, naturalmente. L'aria fuori dal castello era gelida, persino il Platano Picchiatore sembrava rabbrividire, e non vedevo l'ora di rifugiarmi su uno scompartimento sul treno.

Prendemmo le carrozze messe a nostra disposizione e guardai rapita la cima dove avrebbe dovuto esserci qualcosa a trainarle, quando invece c'era solo aria. Mamma e papà mi avevano raccontato che delle creature chiamate Thestral trainavano le carrozze di Hogwarts ed era una fortuna che io non potessi vederle.

"Vanessa, Rosie!"

Mentre stavamo scendendo dalla carrozza e ci stavamo avvicinando al binario vidi le gemelle farci cenno di avanzare verso di loro. Aumentammo il passo e andammo a sistemare i nostri bauli sul treno (aiutate da Hagrid) e le raggiungemmo a bordo binario.

"Pensavo che almeno tu rimanessi al castello." Dissi a Gaby, dato che Vincent sarebbe rimasto per le feste.

Gaby scosse la testa e guardò Sol, le sue guance arrossate dal freddo. "No, el Natale siempre con la familia." Disse. "Hay tiempo para stare con Vincent."

Sol posò una mano sulla spalla di Vanessa e sorrise calorosamente. "Soy contenta de ver che anche tu torni a casa por Natale."

Vanessa mi guardò con la coda dell'occhio e fece un sorrisino. "Avrei dovuto essere impazzita per dovermi perdere il Natale a casa Weasley."

Entrammo sul treno, che cominciava a sbuffare fumo bianco innevando tutto il binario. Al primo scompartimento vuoto, ci infilammo dentro sistemandoci a due a due, in modo che se Paula avesse anche solo pensato di poter sedere con noi, non ci fosse posto per nessun altro. Per essere doppiamente sicuri misi dei libri al mio fianco, occupando tutto il posto rimanente.

"Potrebbe anche rimanere a scuola," commentò Vanessa guardando fuori dal finestrino. "Sono sicura che per i suoi genitori sarebbe un sollievo non doverla avere per casa per le feste."

"No ser cattiva." Fece Gaby.

Sol la fissò come se fosse pazza. "No ser mala?! Te has olvidado que fue Paula que dijo todo a Vincent?" Non mi spiegavo come mai, ma Sol parlava sempre in spagnolo quando cominciava ad infuriarsi.

"E ahora es il mio ragazzo."

Io scrollai le spalle. "Non c'è motivo di prendersela tanto. E' solo un'idiota."

"Non state parlando di me, vero?"

Ci voltammo sorprese verso la porta dello scompartimento. Al aveva fatto capolino e ci sorrideva allegro guardandoci divertite. Io scossi la testa con un sorriso e tolsi i libri dal sedile facendogli cenno di venire a sedersi. Lui si mise dritto e scosse la testa.

"No, grazie, non sono sicuro di voler partecipare ad una conversazione tra donne."

Vanessa rise. "Donne? Perché, ne vedi qualcuna qui dentro?"

Al la fissò per un po' con uno sguardo inebetito e vidi i suoi occhi risalire lungo la figura di Vanessa, io mi sentii un po' in imbarazzo, perché sapevo cosa stava pensando. Per fortuna Gaby parlò e mi distrasse.

"Al," disse, richiamando anche la sua attenzione. "Nunca te ho rengraziato para lo che has hecho con Vincent. Si no era por ti, ahora no era el mio ragazzo."

Lo vidi un po' confuso, forse cercava di capire quello che aveva appena detto Gaby. Quando realizzò arrossì un po' e si portò una mano dietro la nuca. "Oh." Disse. "Figurati, ho fatto quello che dovevo."

"Gracias." Disse Gaby con un sorriso molto semplice.

Al annuì sempre in imbarazzo. "Adesso è meglio che vada. Ci vediamo al binario, Rosie. Ragazze."

Con un cenno della mano se ne andò lasciandoci da sole nello scompartimento. Gaby sorrise continuando a fissare la porta, prima di voltarsi verso di me.

"Al es un ragazzo muy dolce." Disse.

Io sorrisi, data la grande stima che avevo di mio cugino. "Sì, lo so." Risposi pensando ad Al. "Lo è sempre stato, fin da bambino. Ha una bontà innata, non riesce proprio a fare del male." Al contrario di James.

"Y es carino." Disse Sol. Gaby annuì al suo fianco.

Rimasi un attimo spiazzata, non pensavo che le gemelle trovassero carino Al. Non me lo avevano mai detto prima. "Oh beh, non saprei..." Decisi di approfittare della situazione per sondare un po' il terreno. Mi voltai verso Vanessa. "Tu che ne pensi?"

Vanessa si mosse un po' a disagio accanto a me. "Io..." si bloccò pensandoci su. "Beh, non lo so. In realtà non ho mai pensato ad Albus in questi termini. Insomma, è tuo cugino."

Sol rise. "Es un cugino, no estàn sposati."

Vanessa scrollò le spalle. "Sì, non lo so. Penso di sì, che sia carino."

Beh, era un passo avanti. No?

Gaby annuì di nuovo. "La chica che va a essere la sua ragazza serà muy fortunada."

Vanessa ridacchiò. "Sol, perché non gli chiedi di uscire?"

Ok, adesso stavamo facendo un netto passo indietro. Guardai ansiosa Sol, che per mia grandissima gioia scosse la testa sorridendo.

"No, no es mi tipo de ragazzo. Al es un chico muy simpatico e carino, pero no es lo che voy buscando." Disse. "No hay chimica entre nosotros."

Il resto del viaggio passò tranquillamente, continuando a chiacchierare del più e del meno. Gaby e Vanessa avevano cercato di trovare un ragazzo che andasse bene a Sol, ma lei pareva rifiutare tutte le proposte che le venivano fatte. A suo parere, nessuno che frequentasse Hogwarts poteva essere il suo ragazzo perfetto, era convinta che il suo principe azzurro la attendesse altrove.

Io preferii non pensare neanche a dove potesse essere il mio principe azzurro. Probabilmente si trovava dall'altro capo del mondo.

Arrivammo alla stazione di Londra che il cielo era ormai scuro. Scendemmo dal treno e le gemelle ci salutarono correndo a prendere i loro bauli. Io e Vanessa cercammo di aprirci un varco tra tutto quel fumo bianco, guadandoci intorno per scorgere almeno uno dei miei parenti. Con lo sguardo cercai papà, dato che era altissimo e facilmente individuabile dato il tenue colore dei capelli.

"Buone feste, Weasley."

Mi voltai sorpresa di sentire quella voce dire una cosa del genere. Malfoy mi aveva per caso augurato buone feste? Lo fissai stupidita mentre ghignava con le braccia incrociate al petto.

"E se decidessi di non tornare a gennaio, te ne saremmo tutti molto grati."

Vanessa al mio fianco fece una smorfia. "Fatti un giro, Malfoy, abbiamo bisogno di aria pulita da respirare."

Malfoy alzò un sopracciglio, divertito. "Adesso lasci che sia la tua segretaria a rispondere per te. Stai cadendo sempre più in basso non è vero?"

Volevo ucciderlo. Con tutte le mie forze, volevo ucciderlo. E lo avrei fatto, se non fossimo stati in presenza di così tanti studenti e genitori. "Sempre un livello sopra di te, Malfoy."

Si portò una mano al petto, come se fosse stato colpito dalla mia frase pungente, ma continuò a ridacchiare e se ne andò nascondendosi nel fumo del binario. Scossi la testa e Vanessa sibilò al mio fianco.

"Non mi sorprenderei di vederlo strisciare."

"Lascia perdere," dissi. "Andiamo a cercare mamma e papà."

Mamma e papà, e Hugo che era arrivato prima di noi, ci aspettavano sul fondo del binario. Papà cominciò a sbracciarsi e salutare non appena ci vide e noi aumentammo il passo fino ad arrivare da loro. Mamma diede prima un bacio a me e poi a Vanessa, mentre papà ci abbracciò entrambe.

"Come stanno le mie bambine?"

Io roteai gli occhi. "Papà..."

Lui rise e si soffiò via un ciuffo di capelli rossi dagli occhi. "Le mie bambine un po' troppo cresciute. Rose, spero che tu metta in chiaro subito ai ragazzi che tuo padre è un Auror e che..."

"Papà!" Feci di nuovo io, mi stava facendo morire dall'imbarazzo.

Hugo rise. "E' il metodo più veloce per farli scappare a gambe levate."

Papà sorrise fiero di sé. "Esattamente!" Disse. "Vado a prendere i vostri bauli, aspettatemi qui."

Non appena papà si allontanò mi voltai preoccupata verso la mamma. "Dimmi che guidi tu."

Mamma sorrise mortificata. "Ci ho provato, ma papà ha insistito tanto. Non sarà così male, fidati."

"L'ultima volta che ho sentito questa frase sono uscita con Lysander." Borbottai.

Mia madre mi guardò male e si mise una mano sul fianco. "A proposito di questo, Rose, pensavo che avessi un po' più di ritegno. Se fossi uscita con lui perché ti piace non avrei avuto niente da dirti, ma so benissimo che non è così e prendere in giro quel povero ragazzo..."

Vanessa aggrottò la fronte. "Beh, non sembrava così affranto a dire il vero."

"Mamma," mi lamentai io. "Sono appena arrivata. Possiamo aspettare di arrivare a casa per le ramanzine?"

Hugo ridacchiò e scosse la testa dicendo sottovoce. "Lo sapevo che ti saresti beccata tu, tutte le ramanzine."

Io roteai gli occhi e Vanessa si morse un labbro per non ridere. Papà tornò dopo pochi minuti con i nostri bauli e ci avviamo verso la nostra macchina, parcheggiata fuori dalla stazione. Io mi guardai intorno perplessa.

"Non aspettiamo Al?"

Papà scosse la testa sistemando i bauli nel bagagliaio della macchina. "No, zio Harry è venuto a prenderli. Kingsley lo aveva chiamato, come ogni anno d'altronde, per alcune pratiche e dei casi irrisolti ma stavolta Harry si è talmente arrabbiato che ha sbattuto la porta dell'ufficio e se n'è andato."

Hugo lo fissò meravigliato. "Davvero?" Disse eccitato. "Che figo!"

Mamma lo guardò male. "Non è... figo." Disse come se faticasse a pronunciare quella parola. "Ma stavolta aveva ragione. In sette anni di scuola non è mai riuscito una sola volta a venire a prendere i ragazzi per le vacanze di Natale."

"E al primo anno chi è venuto a prendere James?"

"Zio George." Disse papà chiudendo il portabagagli e facendoci cenno di montare in macchina. Io, Hugo e Vanessa ci sedemmo dietro, pigiati come sardine. "Fortunatamente Fred e James hanno la stessa età e dato che George veniva a prendere Fred... beh, quella volta Harry non ha parlato a Kingsley per una settimana."

"E quella volta Ginny non ha parlato ad Harry per una settimana." Ricordò mamma.

"Oh, accidenti!" Disse papà pigiando il piede sulla frizione senza che la macchina si decidesse a muoversi. "Ma che diavolo ha quest'affare che non va?"

Io alzai gli occhi al cielo e Hugo sghignazzò al mio fianco. Vanessa si premette una mano sulla bocca per non ridere.

Mamma sospirò pazientemente. "Ron, non hai tolto il freno a mano."

"Oh!"

Casa dolce casa.



**


Non appena varcai la soglia di casa, mi avvolse subito un odore caldo e vanigliato che la rendeva unica. Era lo stesso odore che sentivo la mattina appena alzata durante l'estate, che mi avvertiva che non ero nel mio baldacchino ad Hogwarts ma nel mio letto d'infanzia.

Papà aveva portato i bauli nelle nostre camere mentre mamma ci metteva a tavola. Avevo una fame da lupo, il viaggio in treno mi aveva stancato, e divorai il mio sformato di zucca in due forchettate. E lo stesso fece mio padre, ma quello era il suo normale ritmo per mangiare. Con la coda dell'occhio notai mamma scuotere la testa ai nostri piatti vuoti.

Dopo cena ci spostammo sul divano. Papà tirò subito fuori la scacchiera per giocare con Hugo, mentre io, la mamma e Vanessa rimanemmo a guardare.

"Allora, com'è questo Principe azzurro?" Chiese mamma a Vanessa.

Vanessa arrossì ma le si illuminarono gli occhi. "Oh, lui è ... perfetto." Disse. "E' dolce, gentile, premuroso e comprensivo. Capisce cosa intendo?"

Io avrei voluto vomitare ma mamma fece una smorfia divertita. "Non proprio. Il mio principe azzurro era scontroso e suscettibile."

Papà si voltò di scatto verso di lei, punto sul vivo. "Ehi!"

Io e Hugo scoppiammo a ridere mentre mamma fece una faccia appena mortificata, continuando però a ridere sotto i baffi. "Non te la prendere, Ron, sono passati anni ormai. E sei molto migliorato da allora."

Papà alzò un sopracciglio e fece una smorfia che mi ricordò tanto James e Fred quando avevano in mente qualcosa. "Già." Disse spostano il suo cavallo sulla scacchiera. "Beh, ero un ragazzaccio e una volta ho preso persino a pugni Malfoy... oh no, aspetta! Quella eri tu."

Mamma arrossì violentemente sotto gli sguardi stupefatti di noi ragazzi. Io la fissai a bocca aperta, semplicemente non potevo crederci. Mamma aveva preso a pugni il padre di Scorpius?

Hugo scoppiò a ridere. "E io pensavo che non avessi mai fatto un passo falso a scuola."

"Ron!" Fece mamma mentre papà continuava a ridere sotto i baffi.

"E' stato divertente" disse papà ridacchiando. "Malfoy l'ha evitata per il resto dell'anno. Probabilmente aveva paura di prenderne ancora."

"Adesso basta, Ron!"

Papà smise di parlarne ma continuò a tenere quel suo sorrisetto malandrino per tutta la sera. Ovviamente stracciò Hugo a scacchi e si stiracchiò un po' facendo arrivare le sue lunghe gambe sotto il tavolino del salotto, poi si alzò in piedi e sbadigliò.

"Bene, famiglia, il Capo si ritira. Devo svegliarmi presto domani. Buonanotte."

"Ciao papà." Dicemmo in coro io e Hugo, mentre Vanessa salutò con una mano.

Papà se ne andò su per le scale e sorridendo. Mamma mise a posto la scacchiera, con pazienza, e sospirò rifacendo la poltrona tutta scombinata di papà. Era sempre mamma a rimettere a posto dove papà lasciava in disordine, ma alla fine non sembrava neanche che le dispiacesse.

"Vorrei che fosse già Natale." Disse Hugo.

"Si tratta di aspettare solo un paio di giorni." Disse la mamma paziente. "E poi accontentatevi, quest'anno avete anche due giorni in più di Vacanza."

"Come?" Chiesi io confusa. Eppure avevo letto il manifesto delle Vacanze a scuola, e i giorni erano gli stessi di ogni anno.

Mamma annuì. "Papà ed io siamo stati convocati dalla Professoressa McGrannitt, perciò andremo ad Hogwarts tutti insieme. Sono già d'accordo con la Professoressa che rientrerete due giorni dopo a scuola."

"Convocati?" Hugo stava evidentemente sudando freddo. "Per cosa?"

"Non sono sicura, ma credi che si tratti di un progetto per la scuola. So che zio Harry ha già parlato con lei e che sono d'accordo su alcune lezioni da dare agli studenti del settimo anno, ma non so ancora di cosa si tratti esattamente."

Hugo fece una smorfia insofferente e mi guardò con la coda dell'occhio. "Oh no! Vuoi vedere che dobbiamo sorbirci le lezioni di mamma e papà?"

Io roteai gli occhi. "Sei solo al quarto anno, Hugo."

Mamma si portò le mani sui fianchi e fissò Hugo severamente. "In più non guasterebbe che per una volta ascoltassi quello che ti dico, sai? Ed è inutile che mandi lettere di nascosto a tuo padre, se vengo a sapere un'altra volta che sei stato messo in punzione..."

"E tu come lo sai?" Chiese chiaramente colpito Hugo.

"Io so sempre tutto." Ribatté mamma, quasi compiaciuta.

Io sorrisi trionfante ed ammiccai a mio fratello. "A quanto pare non sono proprio l'unica a beccarsi le ramanzine, vero?"

Hugo sbuffò. "Chiudi il becco."

"Hugo!" Lo riprese mamma, poi sospirò. "Per fortuna tua e di Lily non ho ancora detto niente alla zia Ginny, ma se vengo a sapere di un'altra punizione poi dovrai vedertela con lei e non con me, ti avverto."

Zia Ginny a volte faceva davvero paura, mi ero quasi convinta che zio Harry non osasse mai contraddirla per paura della sua ira furibonda. Per un attimo ebbi pena per mio fratello. "Non hanno fatto niente di grave." Dissi in sua difesa. "Cercavano solo di vendicarsi di una smorfiosa che non li lascia in pace."

Mamma spostò lo sguardo da me a Hugo. Hugo scrollò le spalle. "Ehi, tu hai picchiato Malfoy."

"Non ho..." Iniziò, ma si frenò quasi subito. "D'accordo, adesso andate a letto, domani sarà una lunga giornata. E papà ha bisogno di riposare, non possiamo continuare a fare confusione."

"Bella scusa." Mormorò Hugo prima di salire su per le scale.

Mamma si passò una mano sulla tempia e se ne andò in cucina a rimettere a posto le ultime cose mentre io e Vanessa restammo ancora per qualche secondo in salotto. Aspettai che né mamma né Hugo potessero sentire e poi mi voltai verso Vanessa che stava facendo di tutto per non ridere. Io mi morsi un labbro ridacchiando.

"Mia madre che dà un cazzotto al padre di Malfoy."

Vanessa scoppiò a ridere. "Io adoro questa famiglia."


**


Quando anche mamma si decise ad andare a letto, anche io e Vanessa ci ritirammo nella nostra camera. Hugo ci sentii salire di sopra e si affacciò dalla porta della camera per darci la buona notte con un gran sorriso, noi salutammo e ci infilammo in camera mia. Ci cambiammo nel nostro pigiama e ci infilammo sotto le coperte al caldo. Sospirai con un sorriso.

"E' così bello essere a casa."

Sentii le lenzuola di Vanessa frusciare. "E' così bello non sentire la voce di Paula." Disse. "E sono felice di passare il Natale a casa tua."

Io mi sentii arrossire pensando che se non fosse stato per le gemelle, Vanessa non avrebbe mai passato il Natale da me quest'anno. Mi morsi un labbro.

"Devo confessarti una cosa, Vì."

Vanessa si alzò su un gomito fissandomi seriamente perplessa. "Cosa c'è?"

Sospirai afflitta. "Non ti ho preso nessun regalo." Ammisi. "E non perché l'ho dimenticato, perché non ho voluto comprarti niente dato che..."

"Lo so." Disse Vanessa con un sorriso mortificato. Sapevo che anche lei stava ripensando a quella stupida litigata. "Non fa niente, Rosie, non ho bisogno di regali. Essere qui è già un regalo sufficientemente grande."

Annuii leggermente sotto le lenzuola. Poi le sorrisi appena. "Non so quanto avrei resistito senza di te, comunque. Cominciavo a sentirmi terribilmente sola, ed è la sensazione peggiore del mondo, sai?"

"Sì, Rosie, lo so."

Io arricciai il naso. "No che non lo sai, tu avevi Gill."

Vanessa mi tirò un boccolo rosso e scosse la testa sorridendo. "Ma io avevo bisogno di te." Disse. "Gaby è stata una buona sostituta, ma mai buona quanto l'originale."

"Ehi, almeno tu ti eri presa la gemella buona." Scherzai io.

Vanessa ridacchiò. "Dev'essere stato uno spasso uscire con Sol."

"Sol è stata una buona sostituta, ma mai buona quanto l'originale." Dissi echeggiando la sua frase.

All'improvviso un qualcuno bussò alla mia porta e entrambe sobbalzammo dalla paura. La voce di papà arrivò dall'altro lato della porta. "Ragazze, sono davvero felice che abbiate fatto pace, ma potete parlarne domani mattina?"

Io e Vanessa ci guardammo e trattenemmo una risata.

"Buonanotte, Vì."

"Buonanotte, Rosie."

"Notte, papà." Dicemmo in coro io e Vanessa.

La voce stanca di papà arrivò il lontananza. "Notte, bambine."

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