Proviamoci anche noi

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Dopo il bacio della sera precedente, Cesare sperava di aver suscitato qualcosa in Nelson. Ma per tutta la giornata il ragazzo non si fece sentire, cosa che invece normalmente faceva, soprattutto ora che era single. Preso dall'ansia, immaginandosi scenari impossibili sul perché non si stesse facendo sentire, decise di fare lui la prima mossa chiamandolo. Il cellulare squillò. Uno, due, tre... dieci squilli, ma Nelson non rispose. Provò anche a mandargli un messaggio sperando che, una volta letto, lo richiamasse. Ma ciò non avvenne. Nelson era come sparito. Così, per non stare costantemente con il pensiero fisso sul ragazzo, Cesare uscì per fare una passeggiata al suo adorato amico a quattro zampe, il suo cane Chewbe. Con la musica nelle orecchie, non si rese conto di essersi allontanato dalla solita zona in cui era solito fargli la passeggiata, tanto che si ritrovò proprio vicino a casa di Nelson. Forse, inconsciamente, si era diretto lì perché era da tutto il giorno che non faceva che pensare a lui. Ormai si trovava in zona ed era un peccato non approfittarne. Per cui, sfruttando la scusa di Chewbe, suonò il campanello della sua abitazione. Non dovette attendere neanche qualche secondo che Nelson gli aprì la porta.

"Ciao Nelson! Scusa il disturbo, ma passavo di qua con chewbe e abbiamo pensato di farti un saluto" esordì Cesare sperando che il ragazzo gli credesse.

"Ehila Cesi. Vieni pure dentro! Se senti puzza di bruciato è perché stavo provando a fare una torta, ma ho fallito miseramente" gli disse facendogli spazio per farlo passare insieme a Chewbe che, come lo vide, iniziò a fargli le feste, scodinzolando per la felicità.

"Come sarebbe che stavi preparando una torta? Da quando cucini?" gli domandò Cesare perplesso nel sentire quelle parole uscire dalla sua bocca. In tutti gli anni che si conoscevano non aveva mai visto Nelson cucinare qualcosa oltre ad un semplice piatto di pasta, in quanto era solito ordinare d'asporto, o farsi preparare qualcosa dagli altri.

"Dai Cesare! Lo so che è strano, ma ci voglio riuscire. È tutto il giorno che provo a fare e rifare questa benedetta torta che non ne vuole sapere di uscire! Ti prego dammi una mano" gli chiese quasi in ginocchio dalla disperazione.

"Ecco perché non ti sei fatto sentire per tutto il giorno! Stavi facendo una torta... maledetto! Mi hai fatto preoccupare. Ma, poi, perché la stai facendo? Da quand'è che ti metti ai fornelli?".

"Mi avevi chiamato? Scusa ma stavo così occupato che ho proprio abbandonato il cellulare. Comunque ho intenzione di riconquistare Beatrice e, quindi, ho pensato di farle la sua torta preferita che poi le regalerò" gli rispose orgoglioso più che mai della sua iniziativa.

"Come riconquistare Beatrice... ma non avevi detto che non l'amavi più?".

"Si, però ho cambiato idea. Vedere Nicolas e Dario così felici mi ha fatto tornare in mente le giornate passate insieme a lei, e così ho deciso di riprovarci" ...

"Ma Nelson, quello che mi stai dicendo mi fa capire che a te manca più la tua abitudine che avevi con lei e non altro" gli disse Cesare sperando che se ne accorgesse, in modo da lasciar perdere completamente la sua storia con Beatrice.

"Può essere, ma mi ci trovavo bene in quell'abitudine" gli rispose ignorando lo sguardo pensieroso dell'amico che lo fissava incredulo. Di certo non voleva farsi sfuggire l'occasione datagli dal bacio dell'altra sera che, secondo lui, era piaciuto anche a Nelson. Si fece forza e alla fine gli domandò quello che da tanto tempo aveva voluto chiedergli, ma, per ovvi motivi, non ci era mai riuscito.

"Senti Nelson, stavo pensando ad una cosa... lo so che è strano quello che ti sto per dire ma... e se provassimo noi due a stare insieme? Tipo Dario e Nicolas... è solo che pensavo che ti fosse piaciuto il nostro bacio di ieri... a me non è dispiaciuto e quindi... bho... potremmo anche provarci, non credi?" gli chiese con il cuore in gola attendendo con ansia la sua risposta come se tutta la sua felicità dipendesse da quelle parole. Nelson rimase stupito nel sentire ciò, tanto che non disse nulla per alcuni istanti che per il povero Cesare sembrarono un'eternità.

La via del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora