La verità fa male

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Durante la strada per lo studio, nella testa di Cesare e Nicolas mille domande presero forma; domande su come porsi nei confronti dei loro amici rimasti scioccati da come gli avevano trovati, se era meglio dire come era iniziato tutto o tralasciare quella parte un po' ambigua perché era il loro modo di "vendicarsi", e tante altre cose. Domande che, però, non trovarono risposta perché erano molte e il tragitto troppo corto. Di fronte alla porta dello studio, prima di entrare, i due ragazzi incrociarono il loro sguardo per darsi quella carica necessaria che sarebbe servita di lì a poco, ma che non era mai abbastanza. Con un grande sospiro, le loro mani si appoggiarono sulla maniglia della porta che si aprì facendogli rientrare in quel clima di tensione da cui precedentemente erano scappati. Come misero piede nello studio, sentirono lo sguardo dei loro amici posarsi su di loro e una scarica di adrenalina si impadronì dei loro corpi. Gli sguardi da cui furono invasi non erano molto entusiasti, bensì erano sguardi di incredulità, di nervosismo, di amarezza. Per lo meno la voglia di omicidio era un attimino passata in secondo piano lasciando posto alla voglia di conoscere la verità.

"Allora?" esordì Frank che era il più calmo al momento in quella stanza.

Ci fu un attimo di silenzio, poi Cesare decise di intervenire: "da dove volete che cominciamo?".

"Dall'inizio, ovvio!" rispose Nelson ancora titubante sul voler conoscere o meno tutta la storia.

Il cuore di Nicolas sembrava esplodere per quanto veloce stesse battendo e, così, decise di accomodarsi sul divano, seguito da Cesare e poi dagli altri, per poi iniziare a parlare. "Bene. Se volete conoscere tutto noi siamo pronti" disse una volta che tutti e cinque i ragazzi lo raggiunsero. Fece un respiro molto profondo e, guardando Cesare che annuì, capì che doveva partire proprio dall'incipit. Così, con molta agitazione, iniziò a parlare. Insieme all'aiuto del suo ragazzo, raccontò loro di come una sera si erano ritrovati da soli nello studio e, presi dallo sconforto, si erano abbandonati alla passione per non pensare alle emozioni negative che, in quegli istanti, stavano dominando le loro menti. Proseguirono dicendo come si erano accorti di provare gelosia uno nei confronti dell'altro e di come, il giorno in cui erano andati da Nic per vedere i cuccioli, avevano capito che tra loro non c'era una semplice amicizia che poi, col tempo, era sfociata in qualcosa di più grande, in un amore corrisposto che erano intenzionati a portare avanti alla luce del sole, ma non nel modo con cui era successo. Se fino a quel momento tutti erano rimasti in silenzio ad ascoltare ogni parola uscire dalle loro bocche, al termine del racconto fu Dario a cercare una risposta: "Mi state dicendo che per una sorta di vendetta nei confronti miei e di Nelson siete finiti così?". La sua domanda era più che legittima, ma era stata pronunciata in una maniera alquanto irritata e nervosa da far accapponare la pelle ai due ragazzi che annuirono con sguardo basso, rivolto al pavimento. A quell'ammissione, Dario si alzò di scatto in piedi. Stringeva i pugni talmente forte da lasciargli i segni delle unghie sul palmo della mano. Guardava Cesare e Nicolas con occhi colmi di disprezzo e non era l'unico che in quella stanza gli stava fissando così. Nelson, che era rimasto zitto fino a quel momento, non aveva smesso di fissarli in malo modo per tutta la durata della storia. Si malediceva su quanto fosse stato stupido a non prendere sul serio i sentimenti di Cesare, ma allo stesso tempo era furibondo per quello che quest ultimo aveva fatto per fargliela pagare. Non si era mai sentito così umiliato come in quel momento. "Io non so proprio cosa dire" affermò cupo distogliendo lo sguardo dai due ragazzi che avevano assunto un'espressione veramente preoccupata.

"Cazzo che nervoso! CHE NERVOSO!" urlò di nuovo adirato Dario. Camminava su e giù lungo lo studio per cercare di sbollire un po' la rabbia, ma vedere Cesare e Nicolas seduti vicini non lo aiutava a calmarsi. Finalmente intervennero Frank e Tonno che provarono un po' a smorzare la tensione, ma era come cercare un ago in un pagliaio... impossibile.

"Dario smettila di fare così. Ti rendi conto di quanto è stato male Nicolas per colpa tua?" replicò Cesare anche lui sul filo del rasoio. Dario, però, lo fulminò con lo sguardo. Si avvicinò a lui e, prendendolo per la collottola della felpa, lo strattonò con tale violenza da farlo quasi cadere. "E certo, no? Lui stava male e così tu ne hai approfittato. Dato che Nelson ti aveva rifiutato hai deciso di ripiegare su di lui per scaricare il tuo nervoso e te lo sei scopato!". Non lasciava la presa su di lui per quanto era arrabbiato, tanto che Tonno e Frank si gettarono immediatamente su Dario per cercare di dividerlo da Cesare, ma la presa era così stretta da essere un'impresa veramente ardua.

"Fermati Dario! FERMATI!" gridarono in coro cercando anche l'aiuto di Nelson per provare a dividerli. Ma quest ultimo, che non si aspettava minimamente una reazione del genere, rimase immobile a guardare la scena, impaurito e sconvolto senza avere la forza di reagire.

Nicolas, invece, si era buttato ad aiutarli rischiando anche di farsi veramente male. "Dario basta. Basta! Ti prego..." lo supplicava con le lacrime agli occhi e le mani tremanti che provavano a dividerli. Ma solo quando Dario si rese conto che aveva letteralmente perso il senno si fermò. Lasciò andare Cesare che ancora tremava dalla paura. Poi, senza chiedere scusa o dire altro, prese il suo zaino che aveva abbandonato in un angolo dello studio e uscì sbattendo la porta. Appena si richiuse alle sue spalle, Nicolas si fiondò su Cesare e lo abbracciò stretto continuando a versare fiumi di lacrime per lo spavento appena subito. Cesare, ancora terrorizzato, si strinse a lui lasciandosi andare in un pianto liberatorio e, tra le lacrime, continuava a ripetere "mi dispiace Nic, mi dispiace". Non sapeva bene per cosa si stesse scusando, ma era certo che lo doveva fare. Frank e Tonno tirarono un sospiro di sollievo ora che il peggio era passato e Nelson pure provò un attimo di calma che finalmente era tornata. Mai e poi mai, da quando avevano aperto il loro canale, i ragazzi avevano pensato ad uno scenario del genere. Speravano seriamente che potesse esserci un miglioramento per quella situazione, ma ormai si era arrivati ad un punto di non ritorno. Quello che più temevano si stava avverando. Era forse arrivato il momento di chiusura del loro canale you tube?

ANGOLO AUTRICE:

Ammetto che scrivere questo capitolo mi ha fatta stare malissimo. Serve per la storia che ho in mente, ma credetemi... è stato veramente brutto. ☹ mentre scrivevo pensavo di stravolgere completamente la storia, ma poi mi sono detta che avrei fatto un totale casino. E quindi l'ho lasciata così... e niente... spero che vi piaccia lo stesso... arriverenze 😊 

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