Capitolo 6

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Continuavo a pensare a quello che era successo due giorni prima, non riuscivo a togliermi di testa quel ragazzo.
Ivan, burbero e arrogante, era il figlio dei nuovi proprietari della biblioteca, la consapevolezza di ciò mi strinse lo stomaco, la signora Evans mi sarebbe mancata molto.
Se mai avessi perso la calma rispondendogli male oggi invece di essere al lavoro sarei stata a casa alla ricerca disperata di un nuovo lavoro per proteggere mia sorella.

Non potevo permettermi di perdere l'unica entrata economica, Emily sarebbe stata al sicuro.
Avrei sopportato qualunque cosa, sarei stata forte.
Presi lo scatolone con i nuovi libri arrivati e iniziai ad etichettarli, passarono i minuti, poco a poco cercai di pensare al lavoro dimenticandomi il resto.
Osservai la mia opera terminata, ripresi lo scatolone e mi avviai verso gli scaffali per sistemarli.

Sospirai stanca, dovevo ancora sistemare un paio di libri.
Mi diressi nella sezione Fantasy e notai solo dopo che il codice di quel libro doveva essere sistemato negli scaffali più alti, tornai indietro a prendere la scala e la posizionai salendoci sopra cauta.
Riposi il libro e iniziai a scendere quando un rumore di passi mi distrasse facendomi perdere l'equilibrio in non so quale modo.

Un urlo mi uscì dalla bocca e prima che capissi cosa stava succedendo finii nelle braccia di qualcuno.
<Oddio! Grazie! Grazie...non so come sia succ...> girai il volto e le parole mi morirono in bocca, ad un soffio dal mio viso un paio di occhi azzurri mi stavano fissando.
Dischiusi la bocca incapace di proferir parola e i suoi occhi scattarono su di essa, notai un tremolio delle palpebre prima di lasciarmi andare.
Cercai di scusarmi ma mi uscirono solo frasi sconnesse.

<Dovresti fare più attenzione> scoccò deciso, la leggera incertezza nel suo sguardo di poco prima era svanita completamente lasciando spazio al suo solito modo di fare
<Sicuramente...Hall, giusto?>
Un'ombra passo sul suo viso <Io...i miei genitori sono i nuovi proprietari, ero qui per un sopralluogo in incognito>
<È per questo che non volevi dirmi il tuo nome>
Mi rivolse uno sguardo infastidito <No, semplicemente non ti deve interessare come mi chiamo>
Lo guardai allibita, le sue parole mi ferirono ma cercai di nasconderlo anche a me stessa.
<Ti serve qualcosa?> domandai dura <vuoi prendere qualche altro libro per finta?>

Il suo sguardo barcollò di nuovo dalla mia schiettezza <N-no, io studio veramente medicina>
Lo fissai dubbiosa ma non chiesi altro, mi voltai per tornare alla scrivania ma mi bloccai  <prendi ciò che ti serve e fammelo sapere, non ti tratterò diversamente dagli altri frequentatori della biblioteca>
<Oh non ho dubbi> fu la sua risposta ironica

Mi sedetti alla scrivania e ripresi a lavorare, circa un quarto d'ora dopo Ivan tornò con altri libri
<C'è un aula studio qui>
<Si, in fondo girando a sinistra dopo il reparto Gialli> mormorai
<Prendo questi> per la prima volta la sua voce assunse un tono leggermente più morbido.
Registrai i libri e glieli restituii senza guardarlo, mormorai un grazie.

SPAZIO PICNIC ⭐️

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