Capitolo 15

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Corsi nel corridoio dell'ospedale, <È nata?!> spalancai la porta della camera.
Mia mamma stava tenendo in mano un fagottino rosa.
Mi scappò un urletto di felicità, <Posso prenderla in braccio? Posso?!>
Mio padre, fermo in un angolo della stanza, scoppiò in una risata.
<Tieni, fai piano> mia mamma sporse la piccola verso di me.
Allungai le braccia e la presi in braccio, <Ciao Emily> sussurrai

Benvenuta

~*~

<Non tirare! Non tirare!>
Risi allegra, <Vieni mamma, guarda!> la trascinai in giardino <Papà ha montato l'altalena>
L'aria primaverile scaldava ormai le giornate, passammo il pomeriggio all'aperto, la piccola Emily scorazzava allegra.
<Chantal...ricordati per sempre una cosa> guardai mia madre attenta <...sono queste le piccole gioie della vita, assaporale al massimo, ogni tanto fermati a pensare a cos'hai ottenuto, anche a cos'hai perso, pensa alla tua famiglia, ai tuoi traguardi, ricordati sempre di vivere al massimo, sii felice>

Sii felice

~*~

<Perchè?! Perchè a noi?> mi aggrappai al camice del medico
Le parole di poco prima mi rimbombavano nelle orecchie..."Non ce l'hanno fatta, mi dispiace".
Caddi a terra in ginocchio, abbracciai mia sorella, la strinsi forte a me
<Ce la faremo. Emily te lo prometto, ti proteggerò>
Quella notte piansi tutte le lacrime possibili.

Ce la faremo

~*~

<Devo dirti una cosa>
Guardai la signora Evans negli occhi in attesa che continuasse
<Ho deciso di vendere la biblioteca, sono anziana, non riesco più a gestirla>
Spalancai la bocca, mi ero affezionata a quella donna
<Io...no...>
<Mi dispiace cara...però non preoccuparti, ho garantito per te, i nuovi proprietari non ti licenzieranno, continuerai ad avere il tuo lavoro.>
La ringraziai e scoppiai a piangere tra le sue braccia.
<Non fare così...> mi staccò sorridendo
La guardai negli occhi, <Mi mancherai>
Tornò ad abbracciarmi, <Anche tu...anche tu>

~*~

Mi sembrava di vivere in un mondo ovattato, una situazione di stasi.
Cercai di aprire gli occhi ma non ci riuscii, cercai di muovermi, non riuscivo nemmeno a fare quello, ero bloccata nel mio stesso corpo.

Cos'era successo?

Il camion, le urla e il colpo da togliere il fiato nei polmoni.
Non ricordavo altro.
Sentii una voce in lontananza, non capivo da chi provenisse, tentai di nuovo di aprire gli occhi, di muovermi ma non ci riuscii di nuovo.

In un battito d'aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora