Capitolo 9

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Infilai la chiave nella toppa, sperai non notasse il mio nervosismo.
Aprii la porta e feci strada <Eccoci qua, entra pure>
Lo sguardo di Ivan si posò sui miei mobili, chissà cosa stava pensando, quanto la mia casa dovesse fargli pena...chissà cosa...
<È bello qui>
Lo guardai allibita <Grazie> risi <ma non c'è bisogno che tu menta>
<Io...dico veramente> i suoi occhi mi cercarono <vivi da sola?>
<No, vivo con mia sorella, siamo solo io e lei da quando i miei genitori...ecco...sono morti>
<Mi dispiace> sussurrò

Cercai di cambiare argomento <Allora! Metto a lavare la maglia>
Ivan mi fissò e poco dopo iniziò a sfilarsela, solo in quel momento collegai il fatto che sarebbe rimasto a petto nudo davanti a i miei occhi, arrossii di colpo.
<Tieni>
Presi la maglietta senza riuscire a togliergli gli occhi di dosso, <I-io...dovrei avere qualche maglietta che potrebbe andarti, a volte prendo maglie più larghe per stare comoda in casa> sorrisi imbarazzata un attimo prima di scattare in bagno.

Chiusi la porta e respirai lentamente per riprendere il controllo di me stessa.

Cosa mi prendeva?

Infilai la maglietta in lavatrice, aggiunsi l'ammorbidente e premetti il pulsante per far partire il programma.
Raggiunsi la camera e iniziai a tirare fuori dal cassetto maglie di ogni genere prima di trovare una maglietta nera che potesse andare bene.
Agguantai la maglietta e tornai in cucina, trovai Ivan seduto su una sedia intento a guardare il cellulare.
<Ecco, questa dovrebbe andare bene>
I suoi occhi scattarono su di me <Grazie> mormorò.
Prese la maglia e la indossò <La tua te la riporto domani se...se vieni in biblioteca>
<Va bene, farò lo stesso con la tua>
<Bene> sorrisi

Cademmo in un silenzio imbarazzato
<Vuoi qualcosa da bere?>
<No grazie> un sorriso impercettibile gli solcò le labbra <devo andare, ci vediamo domani>
<C-certo, ti accompagno alla porta>
Mi mossi troppo in fretta e nel momento in cui lui si alzava andai a sbattergli contro.
<Scusa...oggi non ne faccio una giusta> feci per allontanarmi ma qualcosa mi trattenne a lui, la sua mano era appoggiata sul mio fianco.
Si inclinò leggermente verso di me e io persi un battito.
<Forse stai facendo fin troppe cose giuste> sussurrò al mio orecchio

Lo guardai con occhi sgranati <Cosa intendi?>
La sua mano nel frattempo era salita alla mia guancia, il pollice sfiorò l'angolo delle labbra. Trattenni il fiato.
<Niente...non intendo niente> si staccò bruscamente da me, come scottato.
<Devo andare, a domani> i suoi occhi tornarono ad essere freddi e impenetrabili.
<Ti accompagno> sussurrai
<Non occorre, ciao> puntai gli occhi sulla sua schiena ormai alla porta.
Il silenzio tornò sovrano.

~*~

Mai più

Non mi sarei lasciato andare mai più, era bastato un attimo per cedere troppo.
Il mio cuore di pietra si era sciolto un poco solo sentendola tra le mie braccia.
Com'era possibile?
Ero spaventato da quello che mi stava succedendo, uno tsunami mi stava travolgendo, la mia corazza stava venendo meno.
Non sarei riuscito a gestirla, non avevo mai provato niente di simile in 23 anni di vita, come avrei fatto?
Dovevo tenere Chantal a distanza.

SPAZIO PICNIC ⭐️

Come continuerà la storia di Chantal e Ivan secondo voi?
I colpi di scena non sono ancora finiti.
Alla prossima!

In un battito d'aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora