Capitolo 14

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Aprii gli occhi lentamente, vedevo tutto sfuocato.
Un mal di testa allucinante mi travolse, poco a poco riuscii a diminuire lo sdoppiamento, i contorni delle cose tornarono lucide.
Voltai la testa prima che un'altra fitta mi arpionò al cuscino
<Non muoverti...> la voce di mia mamma mi arrivò ovattata
<M-mamma, cos'è successo?>
<Hai avuto un incidente, eri in macchina, un camion vi ha tagliato la strada, sei stato molto fortunato, sei quasi illeso nonostante tu stessi guidando...>

Di colpo tutto tornò chiaro nella mia mente, non avevo fatto in tempo a frenare, quel maledetto camion era piombato dal nulla...un momento...
<Mamma! Come stanno...come...>
<La bambina sta bene, qualche livido e nulla di più>
Tirai un sospiro di sollievo e la guardai in faccia <...e Chantal?>
Lo sguardo di mia mamma si abbassò, alzai il busto di scatto e la camera incominciò a girare vorticosamente attorno a me.
<Sei impazzito? Rimettiti giù!>
<Dov'è? Dov'è?>
<È in coma Ivan...mi dispiace>

Un'ondata di nausea si impossessò di me e poi tutto si annebbiò nuovamente.

~*~

Stavo correndo nel cortile di casa quando caddi sbucciandomi le ginocchia.
<Mamma> urlai lamentandomi
La tata arrivò immediatamente, <Cosa ti sei fatto?>
<Voglio mamma! Mamma!>
Mia madre mi raggiunse sentendomi urlare <Cos'è successo?> chiese con voce piatta
<Sono caduto, fa male>
<E quindi? Il dolore serve a crescere>
La guardai allibito, un attimo dopo la tata mi aveva aiutato ad alzarmi.
Mi accompagnò in cucina e mi disinfettò la ferita.

Il dolore serve a crescere

~*~

<No! Non farò quello che vuoi tu!>
<Oh si invece, te lo posso assicurare>
Guardai mio padre con sguardo perso e scoppiai a piangere, <non farò ragioneria...non voglio>
Mi arrivò uno schiaffo in faccia, portai la mano alla guancia, frastornato.
<Gli uomini non piangono! Ricordatelo> lo sguardo minaccioso, <domani compilerò i fogli dell'iscrizione e tu ti atterrai a quello che ho deciso>

Gli uomini non piangono...ma io ero un bambino

~*~

<Dobbiamo trasferirci>
<Perchè?>
<Qui non ci sono più occasioni economiche, abbiamo acquistato una catena di biblioteche private a New York>
Fissai i miei genitori, i soliti occhi spenti ma allo stesso tempo affilati mi scrutavano.
Non sarebbe cambiato nulla, non avevo amici, non avevo legami, <Okay> mormorai.
Non lo sapevo che l'unica scelta corretta dei miei genitori l'avevano presa proprio in quel momento, non immaginavo che da li a poco due grandi occhi color nocciola mi avrebbero salvato la vita.

SPAZIO PICNIC ⭐️

Non odiatemi :P
Come proseguirà la storia?
Lasciatemi le vostre ipotesi nei commenti

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