Capitolo 2

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Mi rigirai nel letto, non riuscivo proprio ad addormentarmi.
Posai i piedi sul freddo marmo e mi alzai lentamente, osservai il dormitorio maschile, i letti uno in fila all'altro erano tutti occupati, dormivano tutti.
Mi mossi piano cercando di non svegliare nessuno, raggiunsi la porta e la aprii lentamente.

Nessuno all'orizzonte.
Sapevo già dove andare, proseguii lungo il corridoio silenzioso come un gatto fino ad arrivare a quella porta.
La aprii lentamente ed entrai all'interno della camera.

Odore di tempera

Mi riempii i polmoni, avevo scoperto da qualche giorno quel piccolo angolo dell'orfanotrofio.
Non sapevo avessero un'aula dedicata alla pittura, ma d'altronde ero arrivato da poco.
Mi comparse sul volto un sorriso amaro, ripensai agli occhi iniettati di sangue della tutrice che mi aveva sbattuto in quest'altro istituto.

<Basta così Nicolas! Non puoi fare a botte in continuazione>
Mantenni lo sguardo puntato nei suoi, <Lei...non mi fa paura>
<Come osi! Fuori! Ti troveremo un'altra sistemazione>
Raddrizzai le spalle senza smettere di guardarla e molto lentamente me ne andai.
Poco male, un posto valeva l'altro.

Presi in mano un pennello, lo rigirai tra le dita.
Avevo scoperto un giorno nel precedente orfanotrofio di avere talento.
Rovistai tra le tele, eppure l'avevo nascosta lì.
Poco dopo uno scorcio di tetti incrociò i miei occhi, eccola.
Presi la tela in mano, avevo iniziato quel dipinto il giorno in cui avevo scoperto quella stanza.

Recuperai i colori e iniziai a lasciar lavorare libere le mie mani, staccando la mente.
Volevo fare un terrazzo, uno di quelli da cui vedi il mondo dall'alto, mi fermai pensieroso.

C'era un posto così qui?

Il dubbiò si instillò nei miei pensieri.
Posai il pennello e nascosi di nuovo la tela nel mucchio.
Chiusi alle mie spalle la porta e ricominciai a percorrere il corridoio, dovevo cercare delle scale.
Camminai silenzioso nel corridoio, girai l'angolo e...qualcuno mi finì addosso.

No, decisamente non poteva essere la tutrice, troppo bassa.
Scesi con lo sguardo e trovai una ragazza bionda, notai che continuava a tenere lo sguardo basso come se fosse...spaventata.

Lentamente alzò gli occhi e io vacillai.
Era bellissima
Tolsi subito quel pensiero dalla mia testa.
<Scusa, io...> esclamò
<shh, vuoi farti scoprire ragazzina?> dissi un po' troppo brusco...ma di che mi preoccupavo? Chi avevo mai trattato bene nella mia vita rinchiuso in istituti?

<Io non ti ho vista, e tu non hai visto me, chiaro?>
La ragazza annuì.
Era ancora aggrappata alla mia maglietta notai, sembrò accorgersene anche lei e si staccò bruscamente.
La osservai allontanarsi lesta nel corridoio.

Trovai finalmente le scale giuste, aprii la porta e tutta la mia immaginazione rinchiusa in quel dipinto divenne realtà.

Sarei tornato lì a dipingere

SPAZIO PICNIC ⭐️

Ecco il nostro protagonista maschile.
Come vi sembra?
A voi i commenti!

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