Capitolo 6

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Mi guardai circospetto attorno, strano...quella ragazza non c'era.
Forse l'avevo spaventata con il mio modo di fare, sorrisi ironico tra me e me, non aveva importanza.

Veramente?

Misi a tacere la mia coscienza cercando di non notare la punta di delusione che mi aveva attraversato quando non avevo incrociato quegli occhi azzurri.

Sistemai la roba sul terrazzo e iniziai a dipingere.

La mattina dopo la tutrice mi chiamò, stavo ancora dormendo quando mi buttò giù dal letto.
<Sbrigati! Non so cosa stia succedendo in questi giorni ma sembra proprio che per quelli della vostra età siano giornate fortunate>

Cosa intendeva?

La seguii, due persone erano ferme nel suo ufficio, le osservai inquieto.
<Eccolo qui>
Le due figure borbottarono piano qualcosa alla tutrice
<Si si, sono venuti ieri anche loro>
Di nuovo un borbottio <Esatto, una ragazza>
<Entra Ivan, non stare lì impalato dalla porta>

Raddrizzai le spalle ed entrai nella stanza.
<Ciao ragazzo! Noi siamo Ruben e Lorella>
Osservai l'uomo e la donna, sembravano brave persone ma non c'era da fidarsi.
Arricciai il naso, <Piacere>
<Scusate un momento> la tutrice mi trascinò fuori dallo studio, girammo l'angolo del corridoio.
<Ascolta! È la tua occasione, non la sprecare>
<Io non ho occasioni> boffonchiai
Mi arrivò uno schiaffo, <Non ti voglio più tra i piedi teppistello, chiaro?>
Feci una smorfia di dolore e tornai nella stanza senza più guardarla in faccia.

Alla fine anche io volevo uscire da lì

Mi sforzai di sorridere, <Scusate, io sono Nicolas>
<Noi...ecco avevamo pensato di adottarti> borbottò incerto l'uomo
<Dove...vivete?>
<In Florida! Vedrai ti piacerà>

~*~

Aprii gli occhi e...per la prima volta misi a fuoco dei colori.
L'armadio in mogano, le pareti carta da zucchero, la trapunta verde.
Rimasi a gongolarmi in quella nuova libertà per un po' fino a quando non sentii la porta dischiudersi piano.
Mi voltai e trovai Clea sulla soglia, <Sei sveglia?> sussurrò dolce
<Si, mi sono appena svegliata> le sorrisi
<Buongiorno Ariel, quando vuoi puoi scendere per la colazione>
<Arrivo>

Passai prima dal bagno a rinfrescarmi e poi scesi le scale, Clea e Jan mi stavano aspettando, la colazione era pronta sul tavolo.
Ammirai quella scena, era così bello vivere così
<Non vieni?>
Mi accorsi di essere imbambolata sulla soglia, <Oh si!>

Mi sedetti al tavolo insieme a loro.
Chissà per quale motivo avevano scelto un'adolescente?
<Come ti senti?>
<Mai stata meglio!> borbottai mangiucchiando un croissant
Marito e moglie scoppiarono in una risata leggerae io non riuscii a non seguirli.
<Sei pronta per il primo giorno di scuola?>

Ero pronta?

<Lo spero...non conosco nessuno ma non importa, troverò qualcuno con cui parlare>
<Ne sono sicura> esclamò Clea, <sei così dolce, non puoi non farti degli amici>

Lasciai sfumare il discorso, non volevo raccontare di tutte le volte che avevo fallito nel provare a conoscere qualcuno in orfanotrofio.
Nessuno mi aveva mai voluto veramente bene.
Però forse questa poteva essere la volta buona, potevo veramente iniziare a vivere.

Passai la giornata a chiacchierare di argomenti leggeri con Clea e Jan, scoprii film e libri con titoli e trame fantastiche, assaggiai cibi che nell'istituto non avevo mai provato e risi...risi tantissimo, come non avevo mai fatto.

SPAZIO PICNIC ⭐️

Ciao lettrici/lettori!
Come state?
Spero che la storia continui a piacervi, lasciatemi qualche commento :)

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