C'era un clima di euforia nell'aria.
Era arrivato il giorno delle visite per le adozioni di noi femmine.
Ormai da tempo non mi importava più, mi ero rassegnata, non ci sarebbe stato nessuno interessato ad un'adolescente come me.Ci avviammo in fila indiana verso la mensa, per una volta anche il cibo sarebbe stato decente.
Volevano far vedere all'esterno quanto ci trattassero bene...tutto falso.
Mi sedetti ad un tavolo in silenzio e incominciai a mangiare, in tutti quegli anni nessuno si era avvicinato a me per fare amicizia.<Ariel!> la voce della tutrice mi fece andare di traverso il boccone
<Si?...> borbottai
<Seguimi...subito>
Cosa potevo mai aver combinato? Mi avevano vista sul terrazzo? Qualcuno aveva parlato? Forse quel ragazzo...Seguii la tutrice senza aprire bocca
<Vedi di comportarti bene questa volta...cerca di parlare>
Cosa intendeva? Qualcuno aveva chiesto di me?
Era passato così tanto tempo dall'ultima voltaMi spinse in una camera, non feci in tempo a guardarla in faccia, era già sparita.
<Ciao...>
Mi voltai di scatto, due figure con sguardi dolci mi stavano fissando.
<Salve...> sussurraiParla...parla
<Mi chiamo Ariel>
La donna sorrise, <Come la sirenetta!>
La guardai senza capire, <c-come?>
<È un film...non l'hai mai visto?>
<No...>In istituto non ci lasciavano mai guardare la televisione, i bambini che arrivavano raccontavano di cartoni e film, ma io, essendo praticamente cresciuta li, non ne avevo mai visto alcuno
<Oh beh, rimedieremo, ci sono così tante cose da fare fuori> l'uomo mi guardò facendomi l'occhiolino
Strabuzzai gli occhi, <Non...non capisco>
<Ariel...vuoi venire a casa con noi? Vorremmo adottarti>
Lasciai scorrere gli occhi incredula su entrambi, <Davvero?> sussurrai con voce tremula
<Si...davvero>Non riuscii a trattenere le lacrime, lasciai che sgorgassero fuori
<Non vuoi?>
Mi affrettai a rispondere, <Oh...si che lo voglio. Sono felice>
Gli occhi davanti ai miei mi guardarono con amore, un amore che non mi aveva mai nemmeno toccata da lontano.
Mi avvolsero entrambi in un abbraccio e per la prima volta sprofondai nelle braccia di qualcuno.<A proposito! Io sono Clea e lui è mio marito Jan>
Sorrisi prima di salutarli, sarebbero venuti a prendermi il giorno dopo, il tempo di sistemare ancora qualche pratica adottiva.Tornai nel dormitorio femminile con il cuore leggero, non riuscivo a crederci, anche io sarei uscita da quell'istituto, avrei assaporato il mondo al di fuori di quelle quattro mura.
Avrei respirato la libertà
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Di rose e di spine
ChickLitSTORIA COMPLETATA "Alzai lentamente gli occhi, non la tutrice, non la tutrice... Finii in uno sguardo azzurro come il mio. Puntò le sue pupille nelle mie, Ammutolii, aveva ragione. Annuii piano e mi accorsi di essere ancora attaccata a lui, mi stac...