È un semplice lunedì sera, Jack oggi aveva il turno di mattina e domani non avrebbe dovuto lavorare, quindi abbiamo passato la serata guardando un film dietro l'altro, accompagnati da schifezze di ogni genere e bibite gassate. Ci piace chiamarla "serata cinema" e solitamente la facciamo tutti insieme ma purtroppo Mikey aveva un appuntamento e Jack non aveva assolutamente intenzione di rimandarla nuovamente, oltrettutto aveva da poco inviato un messaggio nel gruppo dicendo che non sarebbe rincasato per la notte. A quanto pare la sua serata stava procedendo nel migliore dei modi, mi sarei fatto raccontare tutto il mattino successivo.
Sono passate due settimane da quella festa, da quel messaggio da parte sua. Non ho mai ricevuto una risposta al mio e non ho nemmeno provato a ricontattarlo, forse perché ormai ho acquistato la consapevolezza che non avevo nei mesi precedenti, lui non tornerà mai e devo farmene una ragione. Devo andare avanti con la mia vita, in primis per la mia salute, ma anche per quella delle persone che mi sono vicine.
L'orologio segna l'una di notte quando facciamo partire l'ennesimo film, abbiamo scelto un film d'azione dal momento in cui odio gli horror a differenza di Jack, ci accomodiamo sul divano coprendo i nostri corpi con delle coperte in pile. Piano piano sento le mie palbebre farsi più pesanti fino a che non mi addormento senza rendermene conto.
Vengo svegliato di soprassalto da qualcuno che sta bussando ripetutamente alla porta, mi stropiccio entrambi gli occhi puntandoli poi sull'orologio appeso alla parete, sono le tre di notte. Chi può essere a quest'ora? Mikey aveva detto che avrebbe dormito fuori. Mi alzo dal divano ancora mezzo assonnato, giro la chiave e poso la mano sulla maniglia aprendo la porta.«Non avevi detto che avresti dorm-» alzo finalmente lo sguardo interrompendomi. Le parole mi muoiono in bocca perché non è Mikey la persona che ho davanti.
Davanti a me c'è Rye, in carne ed ossa, mi ritrovo a sbattere ripetutamente le palbebre per convincermi che essa non sia un'allucinazione dovuta alla quantita eccessiva di zuccheri che ho ingerito oppure che ciò stia avvenendo tutto nella mia testa perché sto ancora dormendo.
Il ragazzo davanti a me fatica a respirare e con una mano preme forte, si nota dalle nocche ormai bianche, in un punto della gamba da cui esce del sangue. Cerco nuovamente gli occhi di Rye che sono lucidi mentre mi guarda.«Aiutami...» sussurra, la sua voca arriva flebile alle mie orecchie ma non ci penso due volte a prendere il suo braccio libero portandomelo sulle spalle per poi entrare in casa, chiudo la porta con uno scatto del piede e faccio sedere lentamente Rye su una delle sedie presenti in cucina, dove veniamo raggiunti poco dopo da Jack.
«Ma che cazzo?!» esclama Jack portandosi le mani tra i capelli, mi inginocchio arrivando al punto in cui il castano sta perdendo sangue, non riesco a capire cosa sia successo.
«Jack, dobbiamo chiamare un'ambulanza! Sta sanguinando, credo-» Rye posa una mano sulla mia, brividi ricoprono il mio corpo, il suo sguardo è dolce come se volesse rassicurarmi.
«Non importa chiamare l'ambulanza.» risponde tranquillamente, il respiro si sta regolarizzando lentamente.
«Ma sei impazzito?!» sbotto mentre gli tolgo la pezza, ormai pregna di sangue, solo in quel momento mi accorgo che gli hanno sparato. «Ti hanno sparato e sei pieno di tagli e lividi, devi farti curare.» ora con la luce artificiale noto gli altri segni che porta: il labbro completamente spaccato, vari lividi violacei sul viso, un enorme graffio sul sopracciglio e chissà quanti altri lividi sono presenti sul suo corpo.
«Non posso, metterei in pericolo voi e scoprirebbe dove mi trovo.» mi risponde a fatica Rye.
«Chi ti scoprirebbe? Rye, parlami cazzo!» sbotto per l'ennesima volta, ormai disperato per questa esasperazione, percepisco i miei occhi lucidi.
«Andy, vai in bagno a prendermi delle garze, disinfittante e la cassetta rossa.» mi dice Jack che fino a quel momento era rimasto in silenzio avvicinandosi a Rye.
«Cosa hai intenzione di fare?» chiedo alzandomi, sono terrorizzato.
«La stessa cosa che facevo quando Brook tornava in queste condizioni. Non ho tempo per le spiegazioni, vai e basta.» afferma Jack con tono autoritario, rimango paralizzato indeciso su cosa fare, torno a guardare Rye che stringe gli occhi dal dolore così corro al piano di sopra.
Entro in bagno aprendo ogni anta dei vari armadietti trovando finalmente la cassetta rossa, né io né Mikey ci eravamo mai domandati a cosa servisse. Torno al piano di sotto, vari stracci sono sparsi a terra ormai pregni di sangue, scosto lo sguardo cercando di trattenere i conati di vomito e passa il materiale a Jack che non perde tempo per aprirla e tirare fuori il necessario.
«Adesso farà male.» lo informa Jack guardandolo negli occhi, Rye acconsente con un gesto del capo mentre il mio migliore amico estrae delle lunghe pinze dalla cassetta avvicinandosi alla ferita dovuta allo sparo, deve estrarre il proiettile. Rye lancia un grido di dolore mentre strizza gli occhi da cui fuoriescono alcune lacrime, mi avvicino a lui prendendogli la mano.
«Sono qui, non ti lascio.» sussurro sorridendogli appena. Jack successivamente disinfetta la ferita, la controlla e poi estrea un ago con del filo diverso da quello che ho sempre visto, chiude lentamente il foro e poi fascia bene il punto in modo che non esca ulteriore sangue.
«Il colpo non sembrerebbe sparato da una distanza ravvicinata e quindi non è penetrato a fondo nella pelle, questo dovrebbe bastare altrimenti dobbiamo assolutamente andare in ospedale. Adesso è meglio che riposi un po'.» ci informa Jack.
«Domani io e te dobbiamo parlare.» dico riferito a Jack che si limita ad annuire, con il suo aiuto portiamo Rye nella mia stanza facendolo stendere nel letto e successivamente rimaniamo soli. Aiuto il ragazzo a togliersi i vestiti che ricoprono la parte superiore del suo corpo, cerco una maglietta pulita nel mio armadio e gli do una mano ad indossarla. Prendo le coperte coprendolo e mi avvicino alla porta per andarmene ma sento Rye borbottare qualcosa.
«Hai detto qualcosa?» chiedo fermandomi sullo soglia della porta e voltandomi verso di lui.
«When you think I'm falling around the room, I'll find my way back to you... te la ricordi?» il mio cuore si ferma mentre mi avvicino lentamente a lui. Mille ricordi riaffiorano dopo che ha canticchiato quella canzone.
Rye allunga una mano verso di me e non ci penso un attimo afferrandola, mi accovaccio vicino al letto senza mai distogliere il mio sguardo dai suoi occhi scuri che ancora mi scuotono l'anima.«Ho letto ogni tuo messaggio, ho ascoltato all'infinito quella canzone che mi hai mandato. Solo che non potevo risponderti, non volevo che al tuo fianco avessi una persona tossica come me.» apro la bocca per rispondergli ma lui continua a parlare «Ma io sono troppo egoista e mi sono accorto che non riesco a stare lontano da te Andy. Sei l'unica cosa bella che mi sia mai capitata in mezzo a tutta questa merda. Perdonami...» mi riferisce con voce tremante, i suoi occhi lucidi ed una lacrima solitaria solca il suo viso. Sbatto gli occhi facendo respiri profondi a causa dalla vista offuscata dalle lacrime, con poche parole è riuscito a farmi tremare il cuore.
«Vado a prendere un cuscino e qualche coperta. Passo la notte con te.» gli riferisco, bacio delicatamente il dorso della sua mano e poi alzo.
E finalmente, dopo mesi, rivedo quell'immenso sorriso campeggiare sulle sue labbra che fa sorridere anche me.
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Forelsket // Randy // (SOSPESA)
Fiksi PenggemarAndy sta camminando tranquillamente per i corridoi del centro commerciale, è appena uscito dalla libreria dove ha acquistato l'ennesimo libro di psicologia e, non riuscendo a resistere, sta già leggendo le prime pagine quando una persona gli viene a...