7. (Anderson)² + Mja = ?

305 21 10
                                    

Mja era uscita dall'ufficio di suo fratello incazzata come una iena e mentre si avvicinava alla macchina per poco non era andata a sbattere contro qualcuno « Ma fai attenzione! » aveva esordito con enorme fastidio, prima di incrociare gli occhi dell'uomo che stava per investire.
C a z z o.
Fino a quel momento aveva avuto il piacere di vederlo solo sui giornali ma l'aveva riconosciuto immediatamente e le ci era voluto qualche secondo per assestare il "colpo".
Occhi grigi vs occhi grigi.
Anche lui l'aveva riconosciuta.
« Mja Hamilton. » Jacob non sembrava affatto sorpreso.
« Jacob Anderson? » 

Lui sapeva chi era.
Lei anche lo sapeva.

« Lascia perdere mio fratello. »  la fissava dall'alto del suo metro e novantatré.
« Scusami? » aveva aggrottato la fronte « Ma che ne sai tu? » 
« So quello che c'è da sapere, Mja. Lascia perdere. Dammi retta. » Jacob aveva una voce particolarmente profonda, maschile e baritonale, era il classico uomo che aveva quel timbro vocale sensuale e determinato allo stesso tempo. Dava l'impressione di essere tutto d'un pezzo, di avere il mondo ai suoi piedi, con la calma e l'eleganza tipica degli Anderson. Dopo quelle parole aveva iniziato ad osservare Mja con più attenzione, aveva fatto scivolare lo sguardo su ogni centimetro del suo corpo.
Non si era scomposto.
La studiava.
Mja, invece, appariva alquanto destabilizzata.
I capelli scuri e gli occhi grigi dell'uomo che aveva di fronte creavano un contrasto perfetto su quel viso scolpito: aveva uno sguardo da lasciare senza fiato anche la più devota delle suore e quello sguardo era silenzioso, attento, penetrante.
Poco dopo, aveva ripreso in mano la situazione aprendo lo sportello della Mercedes ed era scivolata all'interno dell'abitacolo. Avrebbe potuto giurare di aver sentito le gambe tremare. Quando Jacob aveva mosso un passo verso la macchina per allungare la mano contro la portiera, Mja aveva provato a controllarsi ma le sembrava surreale quella situazione.
Aveva provato a non dare di matto perché due Anderson nel giro di un paio di mesi potevano essere complicati da gestire.
Gli occhi di Mja erano tornati su di lui mentre Jacob non aveva mai diviso il contatto visivo e continuava a guardarla silenziosamente.
 « Il fratello di Thomas... » aveva mormorato scuotendo la testa ed abbassando lo sguardo.
Un sorriso amaro aveva increspato le sue labbra mentre cercava di fare i conti con tutto quell'Anderson-caos.
« Mja Hamilton. » quasi solenne « Finalmente ti conosco di persona. Ho sentito parlare di te. » e non aveva specificato in quale modo o da chi.
Quando aveva ripreso a specchiarsi negli occhi dell'uomo, che era in piedi vicino al suo sportello era rimasta interdetta. Attorno a loro la realtà scorreva veloce ma per Mja sembrava che tutto si fosse fermato. Non riusciva ad abbassare lo sguardo e neanche lui sembrava riuscire a farlo; le sembrava come se stessero intavolando una conversazione, nella quale non servivano parole, tutto era molto più sottile, intimo, personale.
Erano rimasti a guardarsi per due minuti circa, centoventi secondi di orologio nei quali non si erano mossi, non avevano proferito parola, semplicemente si era guardati, occhi negli occhi.
Scoccati i due minuti, il cellulare di Mja aveva preso a squillare, spezzando la magia.
Entrambi si erano mossi nello stesso momento, come risvegliati e lei aveva allungato la mano verso la borsa.
Jacob si era ricomposto, aveva drizzato le spalle e si era guardato intorno per un istante « E' stato un piacere, Mja. Ci vediamo. » chiudendole lo sportello. 
Mja non aveva risposto, le mancava la voce. Lo aveva seguito con la coda dell'occhio senza rispondere neanche alla chiamata, si era sporta un po' in avanti stringendo il volante con le mani; non riusciva a dire nulla ma aveva seguito le spalle di Jacob finché aveva potuto grazie al riflesso dello specchietto laterale. Ad un tratto, quando Jacob era sparito dal suo campo visivo, aveva preso un profondo respiro e si era lasciata andare contro lo schienale; chiudendo gli occhi aveva rivisto il suo sguardo e aveva avvertito un brivido sottopelle mescolarsi ad una sensazione non ben chiara.
« Cazzo. » aveva espirato tutto d'un fiato « Ora sì che sono nella merda. » aveva commentato a sé stessa « Sei contenta, Hamilton?» si era specchiata, parlando alla Mja riflessa. Era poi uscita dal parcheggio, incanalandosi nel traffico e il cellulare aveva ripreso a suonare. Aveva allungato di nuovo la mano verso il sedile ed aveva letto il mittente, distrattamente.
Il sopracciglio destro si era arcuato. Una manciata di secondi per decidere e poi aveva abbandonato il telefono sul sedile del passeggero « Adesso no, Thomas. »
Alzando un po' di più il volume della musica e rilassandosi contro il sedile aveva ripetuto quel « Jacob-Anderson. » sottovoce, come se non avesse realizzato bene cos'era appena successo.

***

Quando era arrivata a casa tutto le era crollato di nuovo addosso: doveva parlare con Thomas e gli ultimi giorni non erano stati per niente tranquilli. Iniziava a provare insofferenza, aveva paura di perderlo ma allo stesso tempo iniziava a ricevere tutti i segnali che fino a quel momento aveva ignorato. Tutti le ripetevano la stessa cosa eppure qualcosa, dentro il suo cuore e nella sua testa continuava a gridare che no, nessuno di loro aveva ragione. Lei sapeva cos'aveva provato, aveva sentito che con Thomas era stato diverso, oltre ogni ragionevole dubbio. 

Dopo aver cenato aveva acceso il notiziario delle 23 mettendo il televisore muto,
si era seduta sul divano ed aveva raccolto le gambe di lato con il cellulare alla mano: c'erano i messaggi di Jake, di Samuel, di Thomas e diverse e-mail di lavoro ma niente che le interessasse davvero leggere. La decisione di aprire Instagram era stata un'azzardo perché tra i suggerimenti delle persone che avrebbe potuto conoscere era comparso il profilo ufficiale di Jacob Nathan Anderson. E aveva cliccato.
Aveva perso del tempo ad approfondire le foto, gli hashtag e i commenti e si era presa del tempo per leggere alcune delle interviste rilasciate nel corso degli ultimi mesi ma niente che poteva collegarlo ad una possibile donna.
 
Mja aveva sbattuto le palpebre velocemente quando si era accorta di cosa stava effettivamente facendo e aveva deciso di spegnere il cellulare per evitare la tentazione di continuare a fare la piccola detective. Aveva concentrato lo sguardo sulla TV sorseggiando il vino di tanto in tanto e raggomitolata contro lo schienale tentava di rilassarsi.

*J.N.Anderson tra i deputati in corsa per le elezioni* 
questo, uno dei titoli dell'ultima ora che scorreva in basso, sotto la diretta del TG.

« Perfetto. » appena aveva letto aveva capito che neanche la televisione riusciva a distrarla e per quello aveva deciso di spegnerla, stendendosi. Odiava quando cercava di non pensare a qualcosa e invece tutto l'universo mondo tramava per metterla alla prova.
Si era poi messa sul fianco, aveva sistemato il cuscino e chiuso gli occhi...

Morfeo si prese cura di abbracciarla presto.

E nella sua testa anche Thomas aveva fatto altrettanto. 

NeverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora