4. Bambi.

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Quella sera Mja aveva indossato un abito lungo color cipria con un paio di plateau chiuse in punta della stessa tonalità; la pochette era tono su tono ed i gioielli spiccavano nella loro bellezza sulla sua pelle. Era stata ad una serata che di divertente non aveva avuto neanche il nome ma c'era dovuta andare, almeno per presenza; aveva fatto qualche foto, scambiato un paio di parole con alcuni degli invitati e appena le si era presentata l'occasione era scappata via.

Thomas le aveva scritto.
E lei non ci aveva pensato due volte.

Thomas aveva aperto la porta e l'aveva fissata per qualche breve istante « Mja. » prima di lasciarla entrare, spostandosi di lato; aveva una mano in tasca mentre l'altra era appoggiata contro il battente. Nei suoi occhi blu c'era un velo di soddisfazione.

« Thomas... » aveva risposto con lo stesso tono prima di avanzare nell'appartamento.

Quella casa era incredibile e rispecchiava perfettamente l'Avvocato: elegante, pulita e minimalista, con un tocco maschile.
Mja non si aspettava diversamente, l'aveva immaginata esattamente in quel modo.


Quando Thomas si era avvicinato alle sue spalle per prenderle il soprabito, le aveva toccato volutamente le spalle lasciandole una carezza vellutata sulla pelle.

« Complimenti. » un commento basso, come non se non avesse voluto rovinare il momento.
« Grazie. » si era avvicinato al suo orecchio sinistro e l'aveva accarezzata con la voce.

Qualche istante dopo era lì, in casa di Thomas e si guardava intorno: aveva ammirato i vari quadri appesi alle pareti e Dio solo poteva sapere a cosa stesse pensando mentre.

« Quindi la tua serata non è stata piacevole. » in riferimento a ciò che si erano scritti tramite messaggi  poco prima.

« No. » aveva abbassato solo per un attimo lo sguardo sentendolo muoversi alle sue spalle.
Lo aveva cercato con la coda dell'occhio e poco dopo, si era voltata lentamente « Lo sai come sono quelle feste » arricciando breve il naso, con una punta di fastidio « gente spocchiosa, noiosa. » aveva poi fatto spallucce con ovvietà. Non c'era alcun bisogno di spiegarsi, con lui.

Thomas nel frattempo aveva recuperato due flûte pieni di bollicine, si era poi voltato con calma ed offrendogliene uno aveva annuito alle sue parole senza aggiungere nulla. Sembrava concentrato e lo si poteva evincere dal modo in cui teneva la mascella un po' stretta.

Lei aveva preso il calice trattenendolo a mezz'aria e quando Thomas si era messo proprio di fronte a le  era stata costretta ad alzare un po' il mento per incrociare il suo sguardo.
Era tesa, anche se cercava di non darlo a vedere.
Lui aveva abbassato lo sguardo, partendo dal suo collo per poi risalire lentamente fino a fermarsi sulle sue labbra. Con un battito di ciglia si era poi immerso negli occhi grigi di Mja « Alla noia. » facendo impattare i due calici. 
« Santé. » in un mormorio basso e carezzevole, condito da un filo di divertimento. Era rimasta rapita dal suo sguardo e tutto si sarebbe aspettata tranne di leggere in lui un desiderio bruciante.
Dopo la prima sorsata di Möet, aveva avvertito il tocco della mano di Thomas sul suo fianco ed era rimasta ferma mentre invece lui si era avvicinato di un passo, facendo entrare i loro corpi in in contatto.  Qualcosa dentro di lei stava prendendo vita, lo sentiva, ed era alimentato da un fuoco talmente viscerale e potente che non poteva fare a meno di ignorare.
« Thomas... » spostando il flûte, aveva abbassato lo sguardo fra i loro corpi ma Thomas le aveva alzato il mento con la punta del medio, senza mai scostare l'altra mano dal suo fianco.
« Si? » aveva risposto lui con assoluta calma e con il tono di voce basso, controllato.

Non era riuscita ad aggiungere altro perché, dopo un istante, Thomas si era appena abbassato con il viso sigillandole le labbra. In men che non si dica si era ritrovata letteralmente travolta  di   dalla passione, che, come lui le aveva detto, la stava divorando.

Era stato un bacio lungo, profondo, intenso. Era stato un bacio di quelli che non davano scampo, che non avevano un punto di ritorno e non si era resa neanche conto che il suo bicchiere era sparito. Si era ritrovata tra le  braccia di Thomas e con le gambe gli cingeva i fianchi.

Quando era successo?
Che stava succedendo?


Il profumo di Thomas, poi, la stava letteralmente uccidendo.
Se ne stavano lì, in mezzo al salone e sembravano non riuscire a dividersi ma ad un certo momento Mja si era spostata lateralmente ed aveva preso un lungo respiro. Ansimava.
Il suo cuore stava battendo con un ritmo alterato, si era impossessata del viso di Thomas con entrambe le mani e con gli occhi chiusi aveva appoggiato la fronte contro la sua.

Doveva riprendere fiato o non sarebbe sopravvissuta ai cinque minuti successivi.

Non c'erano rumori attorno a loro, c'era una musica bassa ed avvolgente e ad un certo momento l'unica cosa che era riuscita ad udire erano i passi di Thomas, mentre si spostavano verso le scale. I loro sguardi si erano fusi.
«Qui e ora. » aveva sussurrato sulle sue labbra.
Thomas le era andato incontro e aveva ripreso a baciarla.
Non aveva risposto, non ce n'era bisogno.

In quel nuovo bacio era nato anche qualcosa di più profondo, Mja lo percepiva con chiarezza e per quanto non fosse ferrata nelle relazioni, certe cose non potevano proprio essere ignorate o minimizzate.

Lui la tratteneva tra le sue braccia e la stringeva come se non volesse darle fiato né scampo, sicuro di sé ed allo stesso tempo impegnato a darle una serie di attenzioni che a Mja stavano facendo perdere la testa e, cosa ben allarmante, il controllo su sé stessa.
Quando erano entrati in camera da letto la porta aveva vibrato gravemente contro il muro ed era stata spalancata mentre un brivido aveva travolto Mja dalla testa ai piedi. Stava succedendo tutto molto in fretta. I vestiti erano volati da una parte all'altra della stanza e l'intensità dei loro baci era aumentata, come avessero fretta, anche tra una serie di morsi e l'altra, di liberarsi di ogni cosa potesse ostacolarli dal prendersi la pelle, l'anima e il cuore.

***

Il mattino seguente, quando Mja si era svegliata nel letto di Thomas era sola.
La luce che filtrava attraverso la tapparella l'aveva infastidita e si era presa qualche secondo per riflettere. Si era voltata verso il lato opposto del letto scostando una ciocca di capelli biondi dal viso constatando che non c'era nessuno accanto a lei.
Thomas neanche aveva dormito lì.
Dopo aver preso coscienza di tutto, aveva lanciato uno sguardo all'orologio digitale sul comodino: le 9.40 « Cazzo quant'è tardi. » e in breve tempo si era tirata su accorgendosi di un biglietto sul comodino. Dopo essersi stropicciata gli occhi, aveva allungato la mancina verso il foglietto cercando di mettere a fuoco il messaggio.

"Buongiorno Bambi, ci sentiamo dopo..."

« Sì. Buongiorno... » sospirando e scuotendo la testa, visibilmente delusa di essere completamente sola in quella casa e del fatto che avesse preferito dormire altrove anziché con lei. Dopo essersi vestita ed aver recuperato i suoi oggetti personali se n'era andata.

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