18. NEVER again.

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Quella serata di beneficenza era stata sponsorizzata per destinare i fondi all'Onlus più famosa del mondo: tutti i personaggi noti di Toronto avevano posato per il nuovo Calendario 2017 ed avevano fatto delle cospicue donazioni.
Era una giusta causa.
La causa migliore del mondo.

Jacob aveva accostato il SUV sotto l'ingresso, lasciando il motore acceso e stava per scendere ma era stato bloccato da Mja che aveva allungato la mano toccandogli braccio per reclamare la sua attenzione.
Guardava fuori.
 « Jacob. » era tesa. Si era poi voltata e nei suoi occhi grigi c'era un filo di preoccupazione, di ansia.
Lui aveva aggrottato la fronte portandosi la mano di Mja alle labbra. 
« Qualsiasi cosa succeda, qualunque cosa accada, io sono pronto a superarla con te. » le aveva poi baciato il dorso della mano. « Andiamo» esortandola a scendere. « Niente paura. » strizzandole l'occhio.
Quando Jacob le aveva aperto lo sportello era stata investita da un'emozione incontrollabile, lui aveva già sorriso ad alcuni fotografi ma i veri scatti li stavano aspettando all'interno; l'aveva quindi aiutata a scendere guardandola soddisfatto.
« Pronta Hamilton? » l'aveva studiata dai suoi quasi due metri di altezza mentre spostava la mano sulla sua schiena invitandola delicatamente ad avanzare fino alla prima parte di corridoio. Appena avrebbero svoltato l'angolo non avrebbero più potuto tirarsi indietro.
Lei aveva alzato il mento accennando un sorriso. « Sono nata pronta, Anderson. » arricciando il naso e tirando su la spalla destra.
Jacob aveva sorriso sfilandole il soprabito dalle spalle, porgendolo poi all'addetto del guardaroba. Quando era tornato su di lei, le aveva messo gli occhi addosso, l'aveva studiata dalla testa ai piedi, mordendosi poi il labbro inferiore. « Ucciderò qualcuno stasera, me lo sento. » si era abbassato su di lei, con una certa frustrazione.
Mja sorrideva, divertita da quel commento ed aveva allungato le mani verso il papillon rosso, per sistemarlo, anche se non ce n'era alcun bisogno. « A posto. » passando poi ad allisciarsi le pieghe della gonna, nervosamente.
« Smettila di toccarti. » c'era un ché di autoritario in quelle parole, Jacob le aveva preso la mano e l'aveva stretta con sicurezza iniziando ad avanzare. Il rumore dei tacchi di Mja ad accompagnarli e appena i fotografi si erano accorti della loro presenza, li avevano investiti con i flash delle macchinette fotografiche e delle videocamere che registravano.

Erano entrambi estremamente affascinanti con quegli abiti da sera, sponsorizzati dai più grandi stilisti contemporanei: Jacob nel suo smoking nero di Armani, camicia bianca, papillon rosso, la barba sale e pepe era stata accuratamente pulita ai bordi ed accorciata conferendogli un'aria ancora più carismatica. I capelli erano stati sistemati impeccabilmente, tagliati in modo consono e regolare, più corti ai lati della nuca a sfinare i lineamenti marcati.
Irresistibile, con quello sguardo magnetico, affidabile e sicuro.

Mja aveva sorriso alla loro destra, tentava di controllarsi. « Sembrano impazziti. » per dissimulare quel commento si era voltata verso di lui.
Compiaciuto, aveva sorriso. « Non se lo aspettavano. Per loro è come vincere alla lotteria. »
 Mano nella mano, l'entrata era stata un trionfo. Era il loro momento, era la loro serata di *iniziazione* e ufficialmente, dopo quell'ingresso in coppia avevano dato credibilità alle testate giornalistiche.
Gran parte degli invitati erano conoscenti, alcuni erano amici, altri erano colleghi di Jacob, c'erano alte cariche politiche e volti noti, diversi sguardi, alcuni più sorpresi di altri, si erano posati su di loro.
Jacob la teneva a braccetto, la portava ed indirizzava con fierezza qui e lì, presentandola o anche no: alcuni li snobbava volutamente e così anche Mja perché sapevano di poterselo permettere.
« Devo trovare Thomas. » mentre salutava distrattamente con un cenno della testa un uomo alla loro sinistra.
Mja a quelle parole aveva alzato lo sguardo, un po' di traverso e lui le aveva baciato la mano prima di rimetterla al suo posto. « Possiamo godercela ancora per un po'? » la richiesta ragionevole, mentre sfarfallava la mancina salutando un gruppo di donne alla sua destra.
Jacob l'aveva quindi guardata, ammonendola. « Mja. Sarà talmente preso per il discorso di apertura che neanche avrà il tempo di fermarsi. Smettila di nasconderti. Evitarlo non servirà a nulla, stai rimandando l'inevitabile e tu lo sai. » un altro saluto distratto, mentre passava vicino ad un assessore. « Ciao, Chris. »  poi si era rivolto di nuovo a Mja « Risolviamo il problema insieme. Di cosa hai paura? » 
Mja aveva scosso la testa prima di sorridere circostanziale verso un ricco imprenditore che li aveva guardati con curiosità.
Era una novità vederla senza una delle sue guardie del corpo che le stavano appiccicate al sedere (aka i fratelli Hamilton).
Mentre Mja e Jacob si facevano spazio in mezzo alla folla, dove Jacob praticamente spiccava sopra la maggior parte delle persone, Mja era stata richiamata da una voce femminile alle sue spalle « Oye Mami! » gli occhi di Malena avevano fiammeggiato, euforica.
« Mi amor! » Mja le aveva gettato le braccia al collo, stringendola 
Poco dopo li aveva studiati entrambi, a lungo « Però! » un verso di apprezzamento genuino « Sembrate appena usciti da una copertina! » 
« Perché lo siamo, in realtà. » scherzoso, l'aveva poi salutata amichevolmente con un bacio sulla guancia riprendendo subito il contatto fisico con Mja. Le aveva parcheggiato di nuovo la mano sul fianco tanto per far capire a tutto quel testosterone che si girava a guardarla, che lei era Sua « Signore. » era riuscito ad attirare l'attenzione delle due donne, interrompendo le loro chiacchiere « Penso che sia il caso di andare a salutare. » indicando con il solo sguardo il gruppo degli Hamilton quasi al completo.
Malena si era voltata « A occhio e croce Jake mi pare un po' incazzato. » guardando Mja.
« A occhio e croce mi sono licenziata. » aveva risposto Mja senza separare lo sguardo dalla sua famiglia.
Malena era scoppiata a ridere nervosamente « Come no! » guardando poi Jacob, interrogativa, ma lui per non riprendere il discorso aveva invitato Mja ad avanzare, sorridendo ad entrambe.
 « Ne riparlerete. Adesso andiamo. Non saremo scortesi. » guidava lui le amiche, in direzione degli Hamilton.

Mja aveva strizzato la gonna dell'abito lungo nel palmo, per evitare di inciampare, mentre con l'altra mano si era appoggiata al braccio di Jacob avanzando un po' contrariata verso di loro.
Quando la madre di Mja si era voltata e li aveva inquadrati, la sorpresa sul suo volto non era quantificabile « Ooooh la mia bambina meravigliosa! » aveva urlicchiato. « JAMES! » strattonando poi il marito con poca dolcezza, intimandolo a voltarsi.
Subito e data la "gentilezza" della moglie, James si era voltato « Cos-? » ma si era interrotto di colpo alla vista di sua figlia « Vedi? Lei è il motivo per cui un padre deve andare in giro sempre armato. » non l'aveva detto a qualcuno in particolare e quando aveva focalizzato la sua attenzione sul braccio di Jacob e sulle loro mani - una sull'altra - aveva capito cosa stava succedendo. « Jacob Anderson. Questa sì che è una sorpresa. »
Elizabeth - la mamma di Mja - prontamente aveva ripreso il marito « Una Meravigliosa » aveva precisato « sorpresa, James. » senza mai smettere di sorridere.
Jacob aveva lasciato per un attimo andare Mja per stringere la mano ad Elizabeth « È un piacere, Signora Hamilton. » e, successivamente, rivolgendosi a James sia a parole che con la mano « Signor Hamilton. » le strette carismatiche e sicure che si erano scambiati erano anche cariche di domande ma non era quello il luogo né il momento di farle.
Samuel, dopo essersi gustato tutta la scena delle presentazioni, si era fatto avanti, lasciando momentaneamente la compagna - Malena - in compagnia della sua famiglia; si era mosso ed aveva baciato Mja stringendo al contempo il bicipite di Jacob, amichevolmente « Ci vediamo dopo. » rivolgendosi ad entrambi, con eloquenza.
« Dove vai? » aveva chiesto Mja e a quel punto anche Jacob, incuriosito, aveva guardato Samuel che strizzava l'occhio a Mja.
Sua sorella sapeva cosa doveva fare per Malena, quindi non aveva aggiunto altro a quella domanda.
Jacob teneva il braccio attorno alla vita di Mja ed aveva chiamato uno dei camerieri con un cenno del capo e qualche secondo dopo aveva iniziato a distribuire i flûte di champagne: il primo ad Elizabeth poi a Mja, a giro Malena e per ordine di anzianità maschile a James e poi a Jake.
Jake non aveva allungato la mano, guardava Jacob con freddezza mentre rifiutava in silenzio.
« Sssssseh. » era intervenuta Malena, prima che Mja potesse partire alla carica « Grazie, Jacob. » aveva preso il calice dalle mani di Anderson, passandolo a Jake.
Un sorriso era guizzato sulle labbra di Anderson e mentre Mja gli passava il suo flûte essendone rimasto sprovvisto, lui l'aveva guardata.
 « No tienilo tu, io lo prendo al prossimo giro. »
Mja aveva scosso la testa « No. Ne prenderò un sorso da te. »
Malena a quel punto aveva preso Jake sottobraccio, forzandolo a muoversi « Noi andiamo un attimo a salutare alcuni amici. »
Mja sapeva che non era vero ma quando erano rimasti da soli con i suoi genitori, era riuscita finalmente a rilassarsi.
Elizabeth aveva mosso un paio di passi verso la coppia « Mi auguro che una sera di queste ci inviterete a cena, Mja. »
« Mamma. » *non fare così* avrebbe aggiunto, ma si era trattenuta.
« Che c'è? Cos'ho detto? Scusa se sono emozionata visto che è la prima volta che ti vedo insieme a qualcuno che non è un Hamilton! » esplicativa come sempre, quella era Elizabeth Thompson. A fronte della constatazione della moglie, James si era sentito in dovere di intervenire « Stai snobbando la categoria, per caso, Signora Hamilton? » falsamente infastidito ma la gomitata della moglie lo aveva fatto sorridere.
« Sì-sì, bene. » sbrigativa « Noi adesso andiamo, io ho bisogno di fumare e voi dovete smetterla di bere. » aveva tagliato corto per togliersi da quell'impasse imbarazzante.
« Non essere scortese. » l'aveva ripresa sussurrandole quelle parole e lei aveva roteato gli occhi al soffitto.
Jacob continuava a ridere tranquillamente con i suoi genitori in un botta e risposta alquanto amichevole e mentre Mja spostava il peso da un piede all'altro, iniziando a provare insofferenza, il suo udito aveva appena captato un « Anderson! » in lontananza e di conseguenza si era irrigidita di colpo. Sapeva che non stavano chiamando Jacob ma Thomas perché aveva spostato gli occhi alla sua destra intercettando il profilo del Procuratore in mezzo alla folla. La tensione aveva iniziato a scorrere nel suo corpo come un fiume in piena, specie dopo aver visto spuntare il profilo di una mora che non era Marianne.
Jacob si era accorto della presenza del fratello grazie a Mja che continuava ad agitarsi, di rimando le aveva stretto maggiormente il fianco per attirare la sua attenzione « Ora, Signori Hamilton, vogliate scusarci ma andiamo a salutare mio fratello prima che inizi la festa. » congedandosi educatamente per entrambi.
« Mamma, ci vediamo dopo. » distrattamente.

Jacob aveva invitato Mja ad avanzare ma lei lo stava rallentando e data la resistenza, lui era stato costretto a fermarsi « Mja. » prima che lei potesse rispondere, Thomas li aveva raggiunti.
« Che ne pensi? » Thomas si era rivolto direttamente a Jacob, euforico ed aveva ignorato totalmente Mja.
Jacob istintivamente l'aveva guardata, notandola abbassare lo sguardo « Ottimo lavoro. » aveva incrociato gli occhi blu di Thomas, con poco entusiasmo « Sono certo che il buon gusto non sia opera tua. » era una frecciatina quella, bella e buona ma non aveva salutato Mja né l'aveva degnata di uno sguardo e questo non gli era sfuggito. Stava per aggiungere qualcosa ma la moretta era apparsa da dietro le spalle di Thomas ed aveva lanciato una lunga occhiata a Mja e al suo vestito rosso, interrompendo la conversazione.

Il vestito di Mja era senza spalline, la parte superiore era composta da un corpetto rigido e sagomato fino ai fianchi, dai quali partiva la gonna morbida fino ai piedi con uno spacco profondo sulla gamba sinistra.

Mja aveva fatto finta di nulla, specie dopo l'arrivo di Hanna; aveva guardato alla loro destra ed aveva salutato distrattamente con delle strette di mano alcune persone dell'alta società che l'avevano notata. In quell'istante aveva deciso di cogliere la palla al balzo per distaccarsi momentaneamente dal gruppetto Anderson e fare la sua uscita di scena senza gaffe: sapeva gestirle benissimo « Scusatemi. A dopo. » aveva lasciato la mano del compagno, guardandolo come volesse scusarsi. Non le piaceva separarsi da Jacob ma era necessario per evitare la situazione scomoda. Jacob l'aveva seguita con lo sguardo per tutto il tempo rispondendo un po' distrattamente tanto al fratello quanto alla sua accompagnatrice.
Si era volutamente messa di spalle e combatteva contro l'impulso di voltarsi verso Jacob e Thomas « Mja Hamilton, sei una visione! » .
Lei aveva sorriso a quelle parole abbracciando poi uno dei Senatori più stimati del paese - amico di suo padre - ed era stata travolta da complimenti e domande.
Dopo essere riuscita a sganciarsi dalla conversazione, con educazione, aveva tentato di imboccare l'uscita ma era stata bloccata da un altro gruppo di benvestiti azionisti delle Industrie Hamilton. Dopo varie strette di mano e nuove conoscenze, Jacob era entrato in scena con prepotente eleganza ed aveva circondato la vita di Mja con una mano.
« Signori. » li aveva salutati con un sorriso affabile e un cenno breve della testa « State importunando la mia grandiosa donna? » scherzoso e tagliente aveva lanciato un'occhiataccia al Dottor Williamson, alla sua destra, che aveva in tutta risposta alzato il calice di champagne come per attirare l'attenzione di Anderson « Ci puoi scommettere Jacob. Sarebbe un insulto non farlo. »
Si era creata una strana atmosfera e nel percepirla, Mja, era intervenuta « Non vorrei essere scortese con voi Signori ma io devo un attimo uscire. A più tardi. »
Jacob le aveva lanciato un'occhiata contrariata perché sapeva cosa aveva intenzione di fare ma allontanare entrambi da quel gruppo di pinguini era necessario « Buona serata a tutti, divertitevi. » era teso, Williamson non gli piaceva e glielo aveva fatto notare senza problemi.
Mja, dopo aver controllato che fossero ad una distanza ragionevole e che non potessero essere sentiti, aveva reclamato l'attenzione del compagno « Mi spieghi? »
« Calma. Te lo dico dopo. » aveva risposto Jacob ma prima di riuscire ad imboccare la porta una voce famigliare li aveva rallentati e quando si erano voltati entrambi, avevano trovato Thomas.
Mja aveva sospirato, lo sguardo pieno di frustrazione « Io passo, scusa. Così non ci riesco. » aveva continuato a camminare, senza Jacob, diretta stavolta verso l'uscita e non si era curata di guardarsi indietro. 

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