16. Stupidamente, aggiungerei.

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« Ciao Thom. » Jacob era entrato nello studio di suo fratello, la porta era aperta ma l'attimo dopo aver varcato la soglia l'aveva richiusa accompagnandola, non voleva che Rosalie - la loro sorella minore - si svegliasse, sentendoli.
« Cosa succede? » gli occhi blu di Thomas avevano inchiodato Jacob.
Il maggiore dei fratelli si era slacciato i bottoni della giacca ed aveva preso posto stancamente sul divanetto appoggiando la testa contro il muro. Con un sospiro aveva chiuso gli occhi. 
« Mi trovo in una posizione molto scomoda, quindi ti prego di non fare domande e di starmi ad ascoltare. » 
Il Procuratore si era alzato lentamente in piedi « Ti ascolto. »  
Mentre Jacob si prendeva il tempo che gli serviva per raccogliere le idee, Thomas si era mosso verso il vassoio dei distillati, riempiendo i bicchieri: uno di bourbon e uno di scotch, offrendo poi quell'ultimo a Jacob, prima di raggiungere la scrivania.
Si era poi appoggiato contro il bordo, prediligendo lo stare in piedi e distante.
Fisicamente non si somigliavano affatto, a parte per l'altezza.

Jacob aveva iniziato ad argomentare e Thomas lo aveva ascoltato attentamente: aveva studiato di lui anche i movimenti e di tanto in tanto prendeva un sorso di bourbon, in evidente stato di riflessione. Non aveva interrotto Jacob anche se avrebbe voluto farlo in più di un occasione, specie mentre l'altro aveva sottoposto alla sua attenzione alcuni dettagli "intimi e personali" su Matthew ma il quadro era stato chiaro fin da subito.

Dopo circa ventotto minuti di orologio, cronometrati da Thomas, Jacob si era rilassato ed aveva accavallato le gambe. Indossava ancora il suo completo nonostante fosse rientrato più di sette ore prima dal Congresso « Questo è quanto, Thomas. » e con un'unica sorsata aveva svuotato il bicchiere, mantenendo la postura informale con il braccio destro steso lungo il bordo del sofà e l'altro rilassato sul bracciolo.

Thomas con un tonfo secco aveva appoggiato il bicchiere sulla scrivania, spezzando in due il silenzio; aveva incrociato poi le braccia al petto senza scomporsi.

« In tempi non sospetti non ti avrei chiesto come facevi a conoscere queste donne perché avrei immaginato che fossero le tue amanti e data la campagna elettorale volessi trasmettere un messaggio forte sensibilizzando i tuoi elettori. » aveva iniziato a tamburellare i polpastrelli sotto al bordo della scrivania « Ma dubito che tu abbia tante amanti sotto mano, al momento. »

Jacob, che aveva per un attimo abbassato lo sguardo sull'orologio, nel sentire quelle parole aveva tirato su di scatto gli occhi inchiodando quelli del fratello.

« Perchè se Mja lo scoprisse o lo avesse scoperto non saresti arrivato vivo nel mio ufficio. » serafico. Dopo quelle parole si era tirato su con la schiena, aveva preso un respiro profondo ed aveva allargato un po' le braccia « Per quanto possa oppormi alla vostra relazione, tu la ami.  Non ti sei comportato così neanche per Geneviève. »
Jacob non aveva risposto a Thomas, lo guardava e basta.
« Alla luce di questo, non avresti nessun motivo per tirare fuori adesso » indicando il pavimento « queste ipotetiche amanti e colmare il tuo bisogno di essere... come sei insomma. Quindi. » aveva ripreso a fissarlo, in maniera penetrante « Di cosa ha bisogno Mja? » 

Bingo.

« Conosco i suoi avvocati e sono molto competenti in questo campo legislativo. »
« Ti avevo chiesto di non farmi domande.»
« Ma non ti avevo promesso che non ne avrei fatte. » la replica di Thomas era stata immediata.
« Adesso capisco perché tra di voi non ha funzionato. »
« Jacob, siamo qui per una seduta di terapia o per aiutare Mja? Perché pago già profumatamente un'analista e non ho intenzione di arricchire anche te. »
« Vai da un'analista? »
« Tu dovresti, perché ti sei rincoglionito. »
« Non tutti si chiamano Thomas James Anderson. »

« Touché. » con un sorrisino « Ma pensi che io sia stato immune a lei? »
« Nessuno lo è. » sollevando un sopracciglio, con ovvietà.
« Ragion per cui. » aveva lasciato la frase in sospeso ricca di sottointesi, guardandolo.

Essere a conoscenza di certe verità a volte poteva essere molto scomodo.
Ad ogni modo, Thomas aveva bisogno di fatti per intentare una causa contro il Vice Direttore della Canada Airlines - non era una persona qualunque - quindi era passato di nuovo in modalità "la legge sono io"  « Ma la vera domanda è: cos'ha fatto Mja? »
« Perché pensi che sia lei ad aver sbagliato? »
« Perché non è qui. Ha mandato te. »
« No, le ho detto io che avrei mediato tra te e quelle donne, lei non voleva neanche che ti chiamassi. »

« Stupidamente, aggiungerei. »
« Piantala. »
« Non ho prove concrete Jacob, portami Mja. »
« No. »
« E allora non so come aiutarvi perché non ho niente, ho solo la parola di queste donne contro quella di Matthew. Mi servono prove, Jacob, lo sai come funziona. »

Jacob con molta nonchalance, aveva tirato fuori il telefono di Helena posandolo sul tavolino di fronte a lui, lo sguardo di sfida indirizzato al fratello era strano. Aveva promesso a Mja che se non voleva vederlo, non l'avrebbe visto ( in quella prima istanza ) e le soluzioni le aveva tutte. « Mja non ti serve. Lì dentro ci sono le prove che cerchi: conversazioni, messaggi, telefonate e foto. »
« Che tipo di foto? »
« Matthew che... » massaggiandosi il mento in evidente stato di tensione  « ci prova con Mja e lei che reagisce davanti a tutti. »
« Testimoni? »
« Una dozzina. Erano al Ristorante per una cena di lavoro. »

Thomas aveva iniziato a riflettere prima di avvicinarsi a Jacob e fermarsi di fianco al divano con le mani nelle tasche, anche lui mostrava un ché di insofferenza ma al contrario di Jacob mascherava tutto con più facilità « Portala qui. Devo sapere da lei cos'è successo quella sera. »
« Ti ho detto di no. Posso raccontartelo io perché Matthew mi ha chiamato dopo averla incontrata dandomi i dettagli. »
A Jacob sembrava che quei No ripetuti non fossero stati ben digeriti, il suo istinto gli aveva suggerito che c'era qualcosa di strano in Thomas ma come al solito non è che si riusciva ad avere chiarezza quando si toccava il tasto "Mja" e se un minuto prima poteva sembrare che Thomas si stesse preoccupando per lei, l'attimo dopo sembrava la persona più disinteressata del mondo.
« Fammi chiamare da Mja allora, devo sapere anche da lei. »
« No. Ti dovrò bastare io Thomas. Posso tranquillamente registrare Matthew e portarlo ad ammettere quello che è successo tanto con Mja, tanto con le altre e chiedere a Mja di fare una dichiarazione. Scrivimi le domande che vuoi farle e mandamele. »
« Perché ti stai esponendo tanto, Jacob? Questo caso ti metterà al centro dell'opinione pubblica e dei media, potrebbe crearti problemi ed intralciare la campagna. » un attimo di pausa « Ti sei forse dimenticato chi sei? »  
A quel punto Jacob si era alzato in piedi lentamente abbottonandosi poi la giacca con estrema eleganza, le altezze dei due fratelli erano analoghe ma Jacob era più massiccio « Ne vale la pena Thomas ma forse tu hai avuto paura di scoprirlo. » dopo quelle parole aveva preso piede sorpassandolo ed imboccando la porta prima che Thomas potesse rispondere.
 « Buonanotte. » la sua voce in corridoio era già lontana.

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