«Buongiorno ragazzi» lì salutò la madre una volta che entrambi i fratelli furono a tavola.
«A te mamma, com'è andata ieri? Vi siete divertiti?» chiese Kal sorridendo sereno.
«S-sì» rispose la madre corrugando la fronte.
«Allora non sembra strano solo a me» fece Yennefer da dietro la tazza di latte, non voleva farsi sentire da Kal.
«Ma che cosa gli prende?» provò a chiedere la madre alla ragazza, guardando il figlio come se fosse una creatura mitologica.
«Non lo so, sta mattina sono andata a svegliarlo e, non solo era di nuovo in piedi e già pronto, ma mi ha abbracciato e mi ha chiesto come fosse andata con Caleb» spiegò la sorella spalancando gli occhi al ricordo.
«Avrà preso un bel voto?» domandò la madre incerta. Normalmente Kal non era il tipo da svegliarsi con la luna dritta, anzi, dovevano dire grazie se non sputasse fuoco a qualunque cosa si muovesse nei dintorni.
«Seriamente? Un buon voto?» chiese retorica la figlia alzando un sopracciglio.
«Io non sarei così felice e serena, neanche se avessi preso dieci in matematica» aggiunse, come se fosse ovvio che la situazione era ben più seria.
«Allora cosa?» chiese la madre, non sapendo se essere felice per il figlio o preoccupata.
«Sarò schietta...» iniziò Yennefer poggiando una mano sulla spalla della madre e guardandola dritta negli occhi.
«...secondo me, ha iniziato a drogarsi» fece lei, girandosi e ricominciando a mangiare.
«Si può sapere di cosa state confabulando voi due?» domandò Kal, subito dopo aver visto la madre impallidire per un attimo, riprendendosi subito dopo, come se quello che aveva detto la figlia, fosse impossibile.
«Niente, stiamo cercando di capire quale miracolo si sia avverato per farti essere così di buon umore di prima mattina» spiegò velocemente Yennefer, prendendo un'altra manciata di cereali.
«Ho solo dormito bene» provò a minimizzare Kal, ma diventando un po' rosso in viso, cosa che la sorella sembrò notare.
«Caro, per essere così, avrebbero dovuto iniettarti un arcobaleno direttamente in vena» lo prese in giro lei, facendolo imbarazzare ancora di più, non per quello che aveva detto, ma perché anche un intero arcobaleno in corpo, non lo avrebbe fatto stare bene come aveva fatto Erik il giorno prima.
«Comunque, Kal non pensi di essere vestito in modo un po' troppo pesante, oggi?» gli fece notare la madre e subito lui si portò una mano sulla sciarpa che gli aveva dato Erik, per coprire i succhiotti, il giorno prima.
«Ma no, è molto leggera come tessuto e in più va di moda, la usano tutti a scuola» rise lui in totale imbarazzo, con il sorriso più forzato che aveva in repertorio, ci mancò poco che iniziasse a sudare freddo.
«Ma non é vero, non la usa nessuno a scuola» disse allora Yennefer, alzando un sopracciglio e guardandolo con aria perplessa.
«Io... devo andare» e quella fu l'ultima cosa che disse Kal prima di scappare, letteralmente, da casa sua.«Lui ti ha fatto cosa!?» quasi urlò Jessie, una volta che Kal arrivò alla parte piccante del racconto. Inizialmente il ragazzo non voleva raccontarla ma l'amica era stata fin troppo insistente, quando gli aveva intravisto i succhiotti nel collo.
«Abbassa la voce!» sussurrò Kal a denti stretti.
«E tu che, fino a due ore fa, pensavi che lo avessero picchiato» iniziò a ridere Jessie, colpendo un James imbarazzato che neanche li guardava.
Era la prima volta che Kal raccontava quel tipo di cose e l'idea di immaginarsi il suo migliore amico a fare certa roba con Erik, lo metteva decisamente a disagio.
«Beh non sarebbe stato così strano» provò a difendersi James impettito, facendo riferimento a quando Kal fu davvero picchiato a scuola.
«Ha ragione» confermò Kal, in aiuto del suo migliore amico, cosa che fece sorridere l'altro. Forse non era cambiato niente fra di loro e tutti i complessi che James si stava facendo su Erik, erano immotivati.
«Comunque, tornando alle cose serie, poi cos'è successo?» chiese avida la ragazza, schioccando le dita per far tornare l'attenzione su di lei.
«E niente poi io...» provò a rispondere Kal ma diventando subito rosso come un peperone perché, davvero, ricordare di come aveva fatto venire Erik lo stava solo facendo eccitare di nuovo.
«Aspetta, lo hai fatto pure tu a lui?» domandò Jessie abbassando la voce talmente tanto che Kal fece fatica a capire, ma mentalmente la ringraziò per non averlo sbandierato così ai quattro venti lì nei corridoi della scuola.
«Sì» rispose allora Kal distogliendo lo sguardo dalla ragazza, non ce la faceva proprio a sostenere il contatto visivo con i suoi amici, troppo imbarazzante.
«Kal!» lo salutò poi Rachel alzando la voce per farsi sentire fra la folla di ragazzi, poi si avvicinò all'armadietto di Kal, unendosi così ai ragazzi.
«Ciao Rachel, come stai?» replicò Kal sorridendo e anche gli altri la salutarono, Kal gliel'aveva presentata qualche giorno prima e ormai si beccavano spesso, nei corridoi, durante il cambio delle ore.
STAI LEGGENDO
It hurts
Teen FictionStoria riservata a un pubblico adulto. All'interno ci sono scene di sesso molto esplicite fra due maschi. Essere costretti a stare nella stessa scuola della persona per cui si ha una cotta, è già abbastanza difficile... ...dover sopportare i soprus...