«Vu-vuoi farlo qui?» chiese Erik balbettando, non riusciva davvero a credere ai suoi occhi.
«So-solo se vuoi» rispose a tono l'altro abbassando la mano in modo preoccupato, temendo che stesse facendo la figura dello scemo.
«Kal?...» domandò allora, avvicinandosi quel tanto che bastava per posare le sue mani sul collo del ragazzo.
«...certo che voglio. Lo desidero da non so quanto tempo» concluse Erik sorridendo e lasciando un bacio umido sulle labbra del ragazzo che, al solo contatto, smise di tremare e riprese vigore.
«Pensavo di aver appena fatto una cazzata» ammise sospirando rumorosamente e ricambiando il bacio con un altro.
«Quindi sei davvero convinto?» chiese Erik dopo essersi staccato dalle labbra morbide di Kal.
«Io credo di sì» rispose con un filo di voce e per niente sicuro di quello che stesse facendo.
«Non mi sembri molto...» provò a dire Erik ma venendo subito interrotto.
«No, sono convinto... solo che sto morendo di paura» ammise il ragazzo, sentendosi un completo stupido e distogliendo lo sguardo da quello di Erik.
«È la tua prima volta, non è vero?» chiese poi quello sorridendo lievemente e guardandolo come qualcosa da voler proteggere, afferrandolo poi per i fianchi e posandoselo sopra con le gambe avvolte alla vita, in una perfetta Unione del Loto.
Kal poggiò le mani sul petto dell'altro, facendo ruotare i pollici fra di loro. Posandoci poi sopra lo sguardo e facendo su e giù con la testa, in una chiara risposta affermativa.
«Sì, lo immaginavo, forse ne avevamo già parlato in realtà, ma devi stare tranquillo, perché basterà un tuo cenno per farmi fermare» disse Erik, inizialmente con fare premuroso, dopo più serio e deciso.
Voleva essere chiaro sulla faccenda, non era in alcun modo intenzionato a costringere Kal a fare qualcosa e tanto meno non lo avrebbe obbligato a continuare, se la cosa non gli fosse piaciuta.
«Mi fido ciecamente di te, non hai bisogno di darmi rassicurazioni» rispose Kal a tono, anche lui voleva mettere le cose in chiaro.
«Ti amo così tanto» disse Erik in risposta a quello che aveva detto l'altro.
«Anche io ti amo» confessò finalmente, arrossendo non poco e ringraziando il cielo scuro, che lo nascondeva quel tanto che bastava per non far vedere il rossore sulle guance.
«Dici sul serio?» domandò allora Erik con un sorriso che l'altro non gli aveva mai visto indossare.
«Non lo avrei detto, altrimenti» ribatté Kal un pò offeso da quella domanda.
«Kal?» domandò infine il maggiore con sguardo serio e carico di lussuria repressa.
«Voglio farti mio» fu l'ultima frase che disse prima di posare le sue labbra sul collo candido del minore, mordendo e leccando la pelle per imprimere il suo marchio.
Ci volle davvero poco affinché Kal iniziasse a gemere, cosa che rese Erik molto orgoglioso del lavoro che stava facendo.
«La maglietta» sbottò poi, intendo com'era a lasciarsi trascinare dal vortice di piacere, che Erik gli stava facendo provare.
Quasi come sotto il suo potere, l'altro ubbidì ed entrambe le magliette caddero a terra silenziosamente.
Il calore che il petto di Erik emanava, era una delle cose più belle che Kal potesse sentire con la sua pelle.
La voglia di abbracciare, baciare e leccare quel ragazzo, si stava sempre di più impossessando dei suoi movimenti e così, Kal, decise di agire.
Usando quel poco di forza che aveva, il ragazzo afferrò i polsi del maggiore e con una spinta leggera sul suo petto, lo fece coricare di schiena.
Erik, dal canto suo, aveva capito subito le intenzioni di Kal e così assecondò i suoi movimenti con lentezza.
«Grazie» disse infatti quello.
«Non saresti mai riuscito a buttarmi giù usando la forza» lo prese in giro l'altro, iniziando a ridere e cercando di pararsi da una raffica di pizzicotti sull'addome sodo.
Quel gioco presto si trasformò in altro, le mani di Kal iniziarono a muoversi lentamente sul corpo di Erik, accarezzando e massaggiando quanta più carne possibile, fino ad arrivare ai pettorali, che lo richiamavano a sé come una musica soave.
«Sono così belli» si fece scappare Kal con occhi sognanti, manco avesse visto il Sacro Graal o l'ultimo modello della PlayStation.
«Se venissi in palestra, anche tu li avresti» constatò Erik con un sopracciglio alzato in segno di rimprovero.
«Non sarebbero comunque belli come i tuoi» ribatté Kal senza guardarlo negli occhi.
L'altro provò a rispondere a tono, ma il ragazzo fu più veloce e con la bocca riuscì a raggiungere e mordere uno dei capezzoli, Erik per poco non urlò di piacere per il gesto improvviso.
«Non pensavo fossi così sensibile in questo punto» sorrise Kal entusiasta e sempre più convinto a continuare.
«Solo se mi tocchi tu» ammise Erik non sapendo quale altra spiegazione dare, nessuna era mai riuscita a farlo gemere in quel modo con così poco.
«Meglio, perché sei solo mio d'ora in poi» disse quasi in un ringhio, prima di ricominciare il suo bel lavoretto sui pettorali del maggiore.
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It hurts
Teen FictionStoria riservata a un pubblico adulto. All'interno ci sono scene di sesso molto esplicite fra due maschi. Essere costretti a stare nella stessa scuola della persona per cui si ha una cotta, è già abbastanza difficile... ...dover sopportare i soprus...