La suoneria del cellulare in camera e il successivo suono del campanello, fece capire a Kal che Erik fosse arrivato e lui non era ancora minimamente pronto.
«Oh ma ciao Erik, che ci fai qui?» sentì dire alla madre da sotto. Meno male che aveva lasciato la porta della camera semi aperta.
«Sono venuto a prendere Kal, doveva venire da me per studiare...» mentì Erik e cercando di non far capire niente alla madre.
«...ma non volevo che venisse da solo e a piedi» aggiunse Erik cercando di giustificare la sua presenza lì, e sta volta non aveva mentito.
«Oh ma che dolce, sei davvero un ragazzo dal cuore d'oro» gli sorrise la madre con fare dolce.
«Sono felice di sapere che mio figlio non abbia molti amici, ma che quelli che ha siano meravigliosi come te» continuò la madre continuando a sorridere, davvero convinta di quelle parole."Amici" quella parola aveva destabilizzato Erik più del normale.
Perché aveva dato tanto peso a una sola parola e che in fin dei conti rappresentava la realtà?«Comunque mio figlio è in camera, puoi salire se vuoi» concluse la donna, tornando in cucina una volta che Erik calò la testa in segno di affermazione.
«Amici» sussurrò salendo le scale lentamente.
Perché, per Erik, aveva fatto così male essere paragonato a un amico, dalla madre di Kal?
Erano solo quello, amici.«Erik!» urlò Kal non aspettandosi di vedere il maggiore entrare dalla porta in quel modo brusco.
«Kal» sorrise il maggiore vedendo come il minore si stesse contorcendo su sé stesso pur di non farsi vedere nudo.
«Girati» gli urlò il ragazzo.
«Perché? Ti ho già visto nudo, ricordi?» sorrise Erik con fare malizioso.
«Girati!» gli urlò ancora Kal tirandogli un paio di calzini arrotolati in pieno viso e facendolo ridere ancora di più.
Il ricordo di quello che avevano fatto insieme l'ultima volta che erano stati da soli in camera di Erik, lo fece avvampare per l'imbarazzo e ci mancò poco che anche qualcosa più in basso sentisse gli effetti del ricordo.
«Va bene, va bene calma» rise ancora Erik, nascondendo alla perfezione l'ansia che lo stava divorando dentro da quando Kal gli aveva inviato quel messaggio.
Diciamo che gli ultimi giorni per Erik non erano stati il massimo ma aveva deciso di aspettare che Kal si calmasse per provare a fare una mossa più decisa rispetto a qualche messaggio o chiamata senza risposta.
Di certo, il maggiore, non si aspettava di ricevere notizie da Kal subito dopo scuola o comunque non subito dopo averlo visto letteralmente scappare via da scuola senza dare troppo nell'occhio.«Ok sono pronto» fece Kal toccandogli una spalla per richiamarlo ma venendo sbattuto contro la parete accanto, con una certa foga.
«Erik che stai...» provò a chiedere senza però avere la possibilità di continuare per colpa delle labbra famelica di Erik sulle sue.
«Mi sei mancato» gli soffiò sulle labbra Erik, con voce tremante.
«Erik per favore...» ma di nuovo Kal non riuscì a finire la frase che il maggiore si era già rituffato contro le sue labbra morbide.
Pian piano stava riuscendo a far sciogliere il fascio di nervi rigidi che era diventato Kal.
Il corpo sodo del maggiore lo teneva bloccato contro la parete mentre le mani erano impegnate a tenere saldamente i polsi del più piccolo, sopra la sua testa.
«Erik ti prego» lo supplicò Kal, sentendo il ginocchio del maggiore insinuarsi fra le sue gambe per poi fare pressione proprio sul pacco già gonfio del ragazzo, che stava pian piano prendendo sempre più vigore.
«Fermati» provò a dire Kal con un tono un po' più sicuro.
«Il tuo corpo non è d'accordo con te» lo prese in giro Erik, scendendo e spostando il collo della maglietta del minore, iniziando così a mordergli la clavicola.«Ho detto basta» ringhiò Kal riprendendo il controllo di sé stesso e spingendo con forza Erik.
Il ragazzo lo guardò in risposta un attimo interdetto per quella reazione, rimanendo fermo a guardarlo con sguardo confuso e preoccupato.
Kal d'altro canto, era tutto rosso, completamente in disordine e con gli occhi lucidi, sembrava stesse per scoppiare a piangere.
«Kal io non volevo...» disse Erik, cercando di recuperare quello che aveva fatto.
«Va bene così, andiamo» rispose brusco il ragazzo, interrompendolo e distogliendo lo sguardo da Erik, che adesso sembrava stesse per crollare davanti ai suoi occhi.
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It hurts
Teen FictionStoria riservata a un pubblico adulto. All'interno ci sono scene di sesso molto esplicite fra due maschi. Essere costretti a stare nella stessa scuola della persona per cui si ha una cotta, è già abbastanza difficile... ...dover sopportare i soprus...