«Kal, tutto ok?» chiese la sorella una volta finito di raccontare.
«Sapevo che in qualche modo centravi tu» rispose Kal con un filo di voce, non era arrabbiato.
«Ti chiedo scusa se non te l'ho detto prima...» provò a dire lei, distogliendo lo sguardo dal fratello.
«No, hai fatto bene» la interruppe lui d'impulso.
«Qu-quindi non sei arrabbiato?» balbettò lei, allungando una mano verso il fratello, che subito si ritrasse.
«Perché dovrei esserlo?» chiese lui retorico.
«Allora perché sembra che tu sia incazzato a morte?» disse lei, ritirando il braccio e stringendosi su sé stessa.
«No... no, va tutto bene» rispose lui atono.
«Anzi, penso che ascolterò il consiglio che mi hai dato, ho bisogno di un po' d'aria» continuò, alzandosi in piedi, vestendosi di fretta e furia e uscendo dalla stanza nel giro di pochi minuti.
Tutto questo sotto lo sguardo perplesso della sorella maggiore.
«Che cosa ho fatto?» si chiese Yennefer, vedendo Kal scendere le scale e uscire di casa.«Agente El, c'è suo figlio che la cerca, gli ho detto di aspettare nella saletta» fece uno dei sottoposti del padre di Kal, entrando nel suo ufficio e informandolo della presenza del figlio.
«Ok, ti ringrazio» rispose il padre annuendo.
«Ah c'è anche la signora Phin che ti vuole parlare» aggiunse ridacchiando.
«Di nuovo la storia del giornale?» fece lui sbuffando e massaggiandosi una tempia.
«Di nuovo la storia del giornale» rise il sottoposto andando via.La stazione di polizia non era come se la ricordava Kal.
L'ultima volta che era stato lì, circa tre anni prima, ricordava un gran fragore provenire dalle celle e molti agenti intenti a far su e giù per i corridoi.
Senza contare l'odore che gli aveva impregnato le narici, lasciandogli un leggero fastidio per un po', era simile a un misto tra polvere e candeggina.
«Tuo padre sta arrivando» lo avvisò lo stesso agente che lo aveva fatto accomodare.
«Grazie» rispose Kal cortese, in un sorriso forzato.
Poi quello se ne andò senza aggiungere altro.
«Tu devi essere il figlio dell'agente El, non è così?» chiese una signora con i capelli bianchi e la pelle segnata dal tempo e dalle rughe.
«Sì, mi chiamo Kal, piacere» rispose il ragazzo allungando la mano, che fu subito afferrata dalla signora con fare caloroso.
«Come mai un bel ragazzo come te, ha un aspetto così triste e solo?» chiese allora la signora, sedendosi accanto a Kal.
«Storia lunga» rispose solo il ragazzo, distogliendo lo sguardo imbarazzato.
Soffermandosi invece sui lacci delle scarpe, che d'un tratto divennero molto più interessanti.
«Pure mio nipote dice sempre così, quando glielo chiedo» iniziò a dire lei e Kal capì di essere caduto in una trappola.
Non voleva essere scortese con la signora ma davvero non era il momento giusto per stare ad ascoltare i racconti di una vecchietta, non proprio lucida, sui propri nipoti.
«Anche lui ha sempre un'aria triste e preoccupata» continuò a parlare lei, mentre Kal annuiva guardandola di tanto in tanto.
«È un ragazzo così bravo lui» sorrise la signora alzando lo sguardo e perdendosi nei ricordi.
«Sai che lavora part-time in un hotel?» chiese ancora la signora tutta contenta.
«Ah si? Forte» rispose Kal, non capendo il nesso dei vari discorsi.
«Sì sì, però non spende quasi niente per sé, mette tutto in casa per aiutare la famiglia» disse la signora sorridendo.
Sembrava davvero orgogliosa di suo nipote e Kal si commosse per un attimo.
Lui non aveva più i nonni e quel pensiero lo fece rattristare anche di più di quando era arrivato.
«È un così bravo ragazzo, purtroppo però non pensa mai alla sua felicità, è sempre pronto ad aiutare la sua famiglia, dimenticando però di pensare anche a lui» continuò la signora.
«Io glielo dico sempre "trovati un bel ragazzo e sii felice"» disse la signora poggiandosi le braccia sul grembo.
Kal iniziò a tossire imbarazzato per quello che aveva detto la nonnina, non si sarebbe mai aspettato che una persona anziana come lei potesse essere così avanti con il pensiero.
«Lui reagisce nello stesso identico modo» iniziò a ridere lei porgendo al ragazzo un fazzoletto.
«Grazie» tossì ancora Kal rosso in viso.
«Siete così simili voi due, forse dovrei farvi conoscere» concluse la nonnina tutta sorridente.
«Non credo sia il caso» provò a dire Kal senza offenderla.
«E perché mai? Se aspetto che si trovi un compagno da solo, potrei rimanerci secca sai?» rispose lei alzando un po' la voce, quella storia sembrava starle più a cuore di quanto Kal pensasse.
«Lui non lo ammetterà mai, forse, ma io so che gli piacciono i maschietti, una nonna conosce il suo sangue e certe cose le sa» continuò lei e Kal quasi scoppiò a ridere.
Immaginandosi un cenone di Natale con lei che cercava di far accoppiare il nipote con una lista infinita di ragazzi.
«Sì ok, non metto in dubbio che lei conosca suo nipote ma non conosce me» spiegò il ragazzo, sempre sorridendo in modo cortese.
«Caro guarda che si vede subito che hai bisogno di un ragazzo nella tua vita, senti a me, lascia perdere le femmine, sono tutte vipere» fece lei dandogli un pacca sul braccio.
E dopo quella affermazione Kal scoppiò nuovamente a tossire, diventando tutto rosso in viso, di nuovo, e desiderando di rimanerci secco. Perché davvero, quella situazione era surreale.
«Kal, scusa il ritardo...» disse il padre bloccandosi un attimo.
«...oh, vedo che hai già fatto la conoscenza della signora Phin» disse lui, con un velato sorriso, sembrava volesse scoppiare a ridere.
«È un ragazzo così gentile suo figlio» fece la signora sorridendo al padre.
«Non come quei teppisti che mi rubano sempre il giornale» aggiunse poi arrabbiata.
«Il giornale?» chiese Kal perplesso.
«Sì e sempre quello del martedì, ma cosa ci faranno mai, voglio sapere» disse lei alzando un po' il tono della voce e di nuovo il padre si massaggiò le tempie.
«Mi dia un paio di minuti, così cercheremo di risolvere questa situazione del giornale...» sorrise il padre con fare gentile, allungando poi una mano verso il figlio. Invitandolo ad alzarsi e seguirlo in ufficio.
«...di nuovo» sbuffò una volta che la signora fu troppo lontano per sentirlo.
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It hurts
Подростковая литератураStoria riservata a un pubblico adulto. All'interno ci sono scene di sesso molto esplicite fra due maschi. Essere costretti a stare nella stessa scuola della persona per cui si ha una cotta, è già abbastanza difficile... ...dover sopportare i soprus...