Heloise rimase in camera sua tutto il giorno a disegnare il vestito per Lady Morgana e quello per Merlino, quando da sotto la porta vide sbucare un biglietto.
Subito andò ad aprire la porta, ma nel corridoio non c'era nessuno.
La richiude e lesse il messaggio: domani dopo pranzo nella radura appena fuori dalle mura. Merlino.
Heloise scosse la testa divertita e si mise il foglio in una tasca del vestito.Il giorno dopo uscì dalle mura e trovò la graziosa radura poco lontano dal castello. Poche piante, erba fresca e una graziosa rientranza del fiume che creava una sorta di piscina naturale.
Si guardò intorno ma non vide nessuno.
Forse era troppo presto, non si parlava di un orario preciso.
"Ramus scale" disse e da un albero comparvero molti rami che formarono una sorta di spala a pioli.
Sorrise entusiasta e salì fino ai rami più alti, per poi annullare in suo incantesimo.
Seduta lassù poteva vedere la distesa di boschi più grande che avesse mai visto. La natura regnava sovrana, in un luogo che secoli dopo sarebbe divenuto grigio e arido.Vide di fronte a sé gli alberi che cadevano uno ad uno, rumore di motoseghe e ruspe che scavavano. Gli edifici crescevano e il bosco veniva distrutto, fino a lasciare il posto ad una città con auto, smog, semafori e gente frettolosa che cammina sui marciapiedi. Le insegne pubblicitarie affisse sulle pareti, schermi che mostravano prodotti da acquistare, negozi con sconti per attirare nuovi clienti.
Il sorriso di Helewise svanì e divenne grigio come quel cielo intriso di polveri sottili.
"Heloise!" esclamò qualcuno e tutto tornò verde e cinguettante.
"Merlino" rispose lei guardando in basso.
"Come sei salita lassù?" domandò a gran voce.
"Ramus scale" disse e ricomparirono i rami che facevano da scala.
"Oh... no, preferisco restare a terra se non ti dispiace" disse.
La ragazza sorrise divertita e scese i gradini, fino ad arrivare al solido suolo.
"Hai delle strane formule magiche" le disse.
"Vedi, ci sono un sacco di nuove formule magiche. Alcune vengono da qui, altre somigliano alla lingua latina, altre sono molto più moderne e ce ne saranno tantissime ancora. In molte culture diverse esiste la magia. È sempre la stessa, ma si sviluppa in modo diverso in base alla cultura, fa parte della stessa cultura di un popolo. Le formule possono essere diverse, ma in fondo è quello il significato e funzionano tutte. Inoltre possiamo trovare formule magiche uniche e proprie di una singola cultura, di solito sono formule molto potenti e complesse. Il mondo moderno sta attuando un'integrazione di popoli e culture diverse. C'è più conoscenza, i popoli si incontrano e si scambiano le idee, non siamo più divisi " gli spiegò.
"Sembra stupendo" disse il giovane ascoltando attentamente tutte quelle parole.
"Lo è" disse la ragazza raggiante, ma il suo sorriso svanì "Non tutti la pensano così però" lo informò.
"Come mai?" chiese stupito.
"Vedi... molti vedono le persona straniere come... nemici da combattere e non come amici da cui poter apprendere cose nuove" disse tristemente mentre s'incamminavano verso la pozza d'acqua limpida e cristallina.
"È molto bello" ammise la ragazza, facendo ridere Merlino.
"Avrai di sicuro visto di meglio nella tua epoca" disse il ragazzo.
"Sì Merlino, ma non sopravvalutare il futuro" lo avvertì.
"Com'è il futuro?" chiese.
"È per questo che volevi vedermi?" chiese la giovane.
"Ecco... penso che poter conoscere il futuro sia una cosa bramata da molti" le fece notare.
"Io non conosco il futuro Merlino, conosco solo il mio passato e presente" gli disse.
"Ma il tuo passato è il mio futuro"
"E tale deve restare. Me lo hai detto tu stesso Merlino"
"Io?" chiese sconvolto.
"Sì, tu, prima che partissi" sospirò lei.
"Tu mi conosci, come sono?" disse entusiasta ed Heloise sorrise.
"Un vecchio rugoso e barbuto se proprio ti interessa saperlo" rispose.
"Tutti qui?" chiese il giovane.
"Anche molto saggio" aggiunse.
Merlino sorrise divertito e capì che non avrebbe saputo altro sul suo futuro.
"Visto che non vuoi parlarmi di me, parlami di te" la incoraggiò.
Heloise lo guardò sorpresa e decise di sedersi sul prato.
"Non amo parlare di me stessa" rispose guardando l'acqua scintillare sotto il sole.
"Perché hanno mandato te?" domandò sedendosi di fianco a lei, appoggiando la schiena ad un albero.
La ragazza rise divertita per tutta quella curiosità che usciva dalla bocca del ragazzo.
"Sono stata scelta da te Merlino. Per chissà quale motivo hai detto: lei è la ragazza giusta" disse cercando di imitarne la voce.
"Non sai perché... io ti ho mandata qui?"
"Strano vero? Io so solo che me la cavo con le formule magiche e che ho frequentato la più prestigiosa scuola di magia, grazie ad una borsa di studio ricevuta per un soffio. Non ero la migliore, non lo sono mai stata, eppure mi hai scelto. Io non ero nemmeno sicura di volerlo fare, molti altri erano più motivati di me, addirittura molti dopo la tua scelta non mi hanno più rivolto la parola" disse con un sorriso amaro.
"Perché mai?" chiese il ragazzo.
"Invidia Merlino, pura e semplice. Volevano il mio posto, oppure pensano che io lo abbia guadagnato corrompendo qualcuno o per raccomandazione come in molti fanno"
"Il futuro è così utilitarista?"
"No, ma molte volte lo è" rispose lei.
"Ho un'ultima domanda" disse Merlino pensieroso.
"Dimmi pure"
"Che cosa ti passava per la testa ieri notte? Me lo puoi spiegare?" le domandò e lei si mise a ridere.
"L'ho trovato divertente" ammise.
"Non è stato affatto divertente"
"Non ti sei nemmeno accorto che ero stata io" disse vantandosi.
"Hai detto che era una prova"
"Volevo vedere se il grande e potente Merlino sapeva difendersi da solo" rispose strafottente.
"Il grande e potente Merlino sa badare a se stesso" sbottò.
"Saresti stato tagliato a metà" disse per poi rabbrividire.
"Lo avrei fermato" protestò.
"Col tuo coltello poco affilato?" domandò lei.
"Chi pensi abbia salvato Artù fino ad ora?" chiese gonfiandosi d'orgoglio.
"E lo farai ancora Merlino, molte volte e coraggiosamente" disse seriamente.
Merlino la guardò stupito, quando improvvisamente di alzò in piedi e corse verso l'acqua.
"Che ne dici di un bagno?" chiese togliendosi le scarpe ed entrando nell'acqua con i piedi.
"Che cosa?" esclamò il ragazzo sconvolto.
Heloise sollevò la sua gonna raccogliendola fin sopra le ginocchia ed entrò ancora di più.
"È calda" disse entusiasta.
"Non so nel futuro ma... qui non è visto di buon occhio fare... queste cose" spiegò.
"Merlino non c'è nessuno"
"Heloise, seriamente"
"Solo i piedi, che male fa?" insistette.
Il ragazzo si guardò intorno e poi si avvicinò alla pozza. Si tolse le scarpe ed entrò nell'acqua tiepida.
"Allora? Com'è?" chiese.
"Ecco... confortevole" ammise.
"Insomma, mi porti in un posto del genere e poi pretendi che non entri in acqua" si lamentò.
"Ti ho detto che non siamo nel futuro" borbottò il ragazzo.
"Penso che certe cose siano uguali" disse tornando verso riva.
"Già stanca?" chiese Merlino.
"Affatto" disse la ragazza lasciando che la gonna tornasse a toccare le caviglie.
Si tolse il vestito ingombrante restando con una sottoveste corta fino alle ginocchia, moderna, viola e con delle sottili spalline.
Merlino spalancò gli occhi sconcertato e si affrettò ad uscire dall'acqua.
"Cosa ti salta in mente di spogliarti in questo modo?" esclamò sconvolto.
"È solo una sottoveste, camicia da notte, chiamala come vuoi" disse.
"Quella non è una sottoveste. È corta, sbracciata e... corta! Quella che indossavi ieri era lunga fino ai piedi" sbottò il ragazzo.
"Si da il caso che quella che indossavo ieri notte si sia macchiata di sangue" si difese lei.
"Per colpa tua, quindi ora prima che ci veda qualcuno ti rivesti e torniamo al castello" sbottò.
La ragazza lo osservò per un momento pensierosa, mentre tentava invano di infilarsi i suoi stivaletti stando su un piede solo.
Si avvicinò a lui, paonazzo in volto, e pronunciò una semplicissima parola.
"Fugit"
Il ragazzo balzò per aria, atterrando esattamente in mezzo alla pozza d'acqua.
Riemerse senza problemi, mentre Heloise si tuffava e nuotava verso di lui.
"Tu sei pazza!" esclamò.
"Un po' di sana pazzia non ha mai fatto male a nessuno" disse lei galleggiando a pancia in su.
"Non direi che sia sana" ammise Merlino facendo ridere Heloise.
All'improvviso sentirono dei rumori di zoccoli passare vicino alla radura.
"Ecco, lo sapevo!" esclamò Merlino in panico.
"Zitto" lo rimproverò la ragazza, facendogli cenno di spostarsi con lei dietro ad un lungo e largo ramo che sporgeva a livello dell'acqua.
Dei cavalieri di Camelot passarono al galoppo, seguiti da un carro che trasportava persone legate con una corda.
"Cosa succede?" chiese Heloise.
"Lo sapremmo se non mi avessi buttato in acqua" disse Merlino.
"Non rompere le scatole" borbottò lei.
Appena tutti furono passati, i due uscirono dall'acqua e si prepararono per andare.
"Cosa diranno quando entreremo così a palazzo?" sbottò Merlino.
"Nulla. Siccum" disse schioccando le dita e improvvisamente furono asciutti.
Merlino si toccò più volte i vestiti incredulo e sorrise soddisfatto.
"Me lo devi insegnare" disse allungando il passo per raggiungere Heloise.
"A che pro? Non vai a fare il bagno al fiume" rispose.
"Potrei asciugare i vestiti di Artù in un attimo" disse orgoglioso.
"Pensi sempre al lavoro, in 1500 anni non sei cambiato affatto" disse divertita.
Arrivati al castello entrarono dall'entrata per la servitù e raggiunsero le stanze del castello.
Dalle finestre videro il carro, che avevano visto in precedenza, fermo in mezzo al cortile, dove le guardie stavano scaricando i passeggeri ancora legati.
Li spinsero verso l'entrata e i due ragazzi corsero verso la sala del trono.
Gli uomini vennero fatti entrare al cospetto del re e un cavaliere di avvicinò al suo sovrano.
"Mio signore, questi uomini sono stati colti nel tentativo di derubarci. Hanno detto che era per le loro famiglie povere e affamate, dunque siamo andati a casa loro a controllare che ciò fosse vero"
"E dunque?" domandò il sovrano.
"Le loro famiglie sono povere, ma tra le cose di uno di loro abbiamo trovato questo" disse il giovane porgendogli un libro.
Uther lo osservò per bene, passandoci una mano sopra e leggendo mentalmente il titolo. Lo aprì e lo sfogliò. Le prime pagine le guardò accuratamente, ma poi le fece scorrere più velocemente, finché chiuse il libro e lo buttò a terra con forza.
Si alzò in piedi infuriato e si rivolse ai prigionieri.
"Di chi è questo libro?" chiese il re.
"Suo mio signore" rispose il cavaliere spingendo avanti uno dei prigionieri più giovani.
"È stregoneria. Verrai giustiziato domani e questo libro verrà distrutto" sbottò.
"No! Mio signore la supplico! Come faranno a vivere i miei figli? Mia moglie è malata e io non sapevo come curarla!" esclamò il giovane.
"Ogni tipo di magia non è tollerata a Camelot. Lo sapevi e hai osato comunque sottrarti a questa regola. Tutti coloro che praticano la magia hanno la stessa sorte: la morte. Portatelo via" disse e il giovane venne trascinato via urlante da due guardie.
"In quanto a voi, dopo una notte rinchiusi qui, potrete tornare a casa. Ritenetevi fortunati per questa volta" disse.
I compagni del giovane tacquero, non sapendo cosa dire, e vennero condotti nelle segrete del castello.
"Mio signore, quell'uomo era disperato, se lo uccidete i suoi figli come faranno a vivere?" disse Lady Morgana cercando di farlo ragionare.
"Avrebbe dovuto pensarci prima, conosce le regole e dovrebbe sapere che su certe cose io non transigo"
"Ma..." insistette Morgana.
"Fine del discorso" sbottò il re alzandosi e andandosene via.
Morgana si alzò sconvolta dal trono e si allontano anch'essa dalla stanza.
Pian piano tutti uscirono dalla stanza e di fronte ad essa rimasero solo le guardie.
"Anche nel futuro è così?" chiese Merlino.
"No, non dove vivo io almeno" rispose.
"Dove vivi di preciso?" chiede incuriosito.
"Io sono italiana, ma dubito che tu sappia dove si trovi, ma ho vissuto per molto tempo in Inghilterra, qui insomma, e... non riconosceresti Camelot nemmeno se ti impegnassi a fondo" lo informò.
"C'è un re?" chiese.
"Una regina, ma non ha il totale potere come Uther e di certo non ha lo stesso carattere" disse la ragazza guardandosi intorno.
"Nella tua terra invece c'è un re?" chiese.
"No, sono molti anni che il re non c'è più, siamo una repubblica ora" rispose distrattamente.
"Una cosa?" chiese confuso.
"Repubblica, res pubblica, dal latino cosa pubblica. Qui a Camelot invece siete una monarchia, insomma, lasciamo perdere ok? Non siamo a lezione di storia" disse notando che non c'era più nessuno nel corridoio.
"Somnum" disse e le guardie si assopirono di colpo.
"Cosa..." disse Merlino seguendola.
La ragazza entrò nella sala del trono e raccolse il libro rimasto a terra.
"Invisibilia" pronunciò e il libro scomparve, ma lei sembrava tenerlo ancora in mano.
"Muoviamoci" disse la ragazza chiudendo le porte.
"Le guardie si ricorderanno di noi quando si sveglieranno" l'avvertì Merlino.
"No, l'incantesimo cancella almeno mezz'ora di ricordi precedenti al... colpo di sonno" spiegò.
Camminarono a passo spedito fino alla stanza di Heloise e qui entrarono.
La ragazza si diresse velocemente verso il letto e si sedette sopra.
"Chiudi la porta" ordinò al ragazzo che girò subito la chiave nella toppa.
Aprì il libro, che aveva fatto tornare visibile, e sorrise inquietantemente, non appena vide di cosa di trattava.
"Cos'ha di tanto speciale?" domandò il giovane mago.
"Questo libro contiene un sacco di formule magiche di questo tempo, alcune molto potenti. Come poteva essere nelle mani di un contadino?" chiese lei continuando a sfogliare.
"Pensi che lo abbia rubato?" chiese.
"Se fosse veramente suo e ne conoscesse l'utilizzo, non sarebbe mai arrivato a Camelot legato come un salame" spiegò.
"Diamolo a Gaius" propose Merlino.
"Come?" domandò stranita.
"Gaius saprà cosa farne"
"Ma anch'io so cosa farne. Devo portare nell'epoca moderna la maggior parte di oggetti magici che riesco a trovare. Questo libro sarebbe andato distrutto" spiegò.
"Perché dovresti?" chiese il ragazzo.
"Conoscenza e sapere Merlino, sono armi molto potenti. Pensi che da dove vengo io non esistano maghi malvagi? Per combatterli dobbiamo sapere tutto il possibile" disse.
"Invisibilia" disse e il libro sparì di nuovo dalla loro vista.
"Lo metterò qui sotto" disse infilandolo sotto al letto.
"Ho un'altra domanda"
"Tu fai troppe domande" gli fece notare la ragazza.
"Tu hai detto che le vostre nuove formule non somigliano alle nostre, giusto?" chiese il ragazzo.
"Esatto, ma non tutte ovviamente"
"Voi... parlate una lingua diversa vero?"
"Giusto. Per imparare la lingua di quest'epoca Merlino, cioè tu, mi ha fatto un incantesimo. Io parlo normalmente, ma tu senti nella tua lingua e viceversa. È come... un traduttore simultaneo. Alcune parole di uso tipicamente moderno però non vengono tradotte, quindi devo stare attenta a parlare in modo... cavalleresco" disse.
"Capisco..." disse sorpreso.
"Bene, ora, come liberiamo i prigionieri?" chiese la ragazza.
"I... cosa vuoi fare?" esclamò il ragazzo.
"Sono stati accusati ingiustamente, vuoi lasciarli andare sulla forca senza muovere un dito?" chiese sconvolta.
"Io rischio la forca se li aiuto" le fece notare Merlino.
"Sono qui per riparare ai tuoi errori" gli ricordò.
"Questi non sono errori. Mi dispiace per loro ma Uther ha deciso così"
"Uther, Uther, Uther! Chi se ne importa di quello che dice lui! Andiamo, avanti!" esclamò.
"Abbassa la voce" brontolò il ragazzo.
"Sei un mago accidenti! Ti lasci battere così da un misero babbano?"
"Un... cosa?" chiese lui.
"No, scusa, non hai letto Harry Potter" disse lei scuotendo la testa.
"Medioevo Helewise, Medioevo" si ripeté battendo le tempie con le mani.
"Tu sei matta da legare" disse Merlino sconvolto.
A quel punto qualcuno bussò alla porta e i due si immobilizzarono.
"Chi è?" domandò la ragazza avvicinandosi all'uscio.
"Sono Gwen, hai per caso visto Merlino? Artù lo sta cercando e gli è sembrato di vederlo con te poco fa, quando tutti erano riuniti nella sala del trono"
La ragazza si voltò verso il ragazzo e lui agitò le braccia facendole segno di declinare.
"Sì, è qui" disse girando la chiave nella serratura e aprendo la porta.
"Merlino" esclamò Ginevra vedendolo falsamente sorridente.
Heloise si voltò e gli fece l'occhiolino, mentre Merlino avrebbe tanto voluto sputacchiarle in faccia tutte le parole poco carine che gli stavano venendo in mente.
"Artù ti sta cercando e non credo per ringraziarti" lo avvertì.
"Sì... ora vado" disse il giovane dirigendosi verso il corridoio.
"Ma... perché la porta era chiusa a chiave?" chiese la ragazza confusa.
Heloise e Merlino si guardarono per un secondo, ma, prima che Merlino potesse aprir bocca, Helewise rispose.
"Per il vestito che gli sto facendo. Sai, si vergogna ad apparire poco... vestito" le spiegò.
"Oh... ok" rispose lei arrossendo leggermente.
"Torno a sbrigare i miei compiti" disse la ragazza andando via, mentre Heloise sorrideva divertita.
"Tu!" sbottò il ragazzo infuriato.
"Tu sei atteso dal principe e credo proprio che non gli piaccia aspettare" gli sorrise.
Merlino blaterò parole incomprensibili tra sé e sé e si allontano con un diavolo per capello, mentre Heloise sorrideva soddisfatta.
"Bene, ora posso agire indisturbata" disse tornando in camera.
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I ricordi riscritti
FanfictionPassato e futuro si legano insieme, l'inizio di un cambiamento fin dalle radici, un piano futuro per garantire un passato migliore, ma tutto questo avrà il successo sperato? Una ragazza ha l'ingrato compito, lei è stata scelta dal mago più potente e...