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I giorni a Camelot sembravano passare in tranquillità, senza che esseri malvagi o eventi insoliti facessero la loro comparsa.
"Forse ci siamo sbagliati" disse un giorno Merlino, sedendosi a tavola con Gaius.
"A che proposito?" domandò il medico di corte.
"La nuova sarta, Heloise" gli ricordò il mago.
"Non ti sembra troppo presto per dirlo?"
"Di solito se hanno cattive intenzioni lo manifestano nel giro di ore o pochi giorni"
"Non so Merlino, fossi in te terrei gli occhi ben aperti" lo mise in guardia.
Il ragazzo sospirò e annuì, ma nel frattempo qualcuno stava elencando ad alta voce le regole di Camelot.
"Vietato far uso di magia e proteggere chiunque ne faccia uso. Vietato il possesso di strumenti magici. Vietato cospirare contro il re. Divieto di furto. Divieto di mentire al re. Insomma, farebbero prima a scrivere che cosa posso fare"
Heloise camminava su è giù per la stanza con un lungo foglio tra le mani.
"Di fronte a re, regine, principi e principesse bisogna inchinarsi e rivolgersi a loro chiamandoli mio signore o mia signora. Bisogna avere un atteggiamento del tutto impeccabile e servizievole col proprio sovrano, ogni frase ritenuta insolente sarà punita" continuò a leggere.
"Oh insomma!" esclamò irritata appallottolando il foglio e lanciandolo in aria.
La palla prese fuoco senza che nessuno parlasse e cadde a terra, incenerendosi sotto gli occhi della ragazza divenuti gialli.
"Domani, Heloise, sarà il momento di uscire da quest'inutile stanza e di iniziare a fare sul serio" disse a se stessa.

"Buongiorno sire" disse Merlino entrando in camera di Artù.
"Sei in ritardo" borbottò il principe già seduto a far colazione.
"E voi in anticipo" disse meravigliato Merlino.
"Devo recarmi con alcuni uomini verso est, sembra che ci siano stati strani eventi. Inutile dirti che verrai anche tu" lo informò.
"Strani eventi?" chiese curioso il giovane apprendista.
"Alcune persone sostengono di aver visto cose che avevano a che fare con la magia. Non hanno saputo spiegare di cosa si trattasse, ma sono certi di non aver mai visto nulla del genere"
"E cos'hanno visto?" chiese ancora.
"Fiamme verdi dicono, luminose... e una figura di donna uscire da essa. Giurano di averla vista dirigersi verso Camelot e ci sono anche delle strane impronte nel terreno"
Merlino si fece improvvisamente serio.
"Quando?" domandò.
"Qualche giorno fa; hanno impiegato un po' per arrivare qui non avendo cavalli, perché?"
"Torno subito" disse Merlino correndo via.
"Merlino!" esclamò il principe, ma il suo servo si era già volatilizzato.
"Gaius, una donna qualche giorno fa è stata via uscire da un raggio di luce e ha lasciato strane impronte. Si è diretta verso Camelot" esclamò il ragazzo entrando di corsa nella stanza.
"È comparsa dal nulla?" chiese confuso il mago.
"Non lo so, Artù andrà oggi a vedere sul posto"
"Portami un campione della terra di quelle impronte"
"Pensate già di sapere di cosa si tratta?" chiese Merlino fiducioso.
"No ma penso che ci servirà per sapere se la donna di cui parliamo è già qui al castello"
"Gaius!" esclamò ad un tratto una ragazza entrando dalla porta.
"Non si usa più bussare?" domandò lui voltandosi verso di lei.
"Oh... avete ragione Gaius, mi dispiace, io... non sono abituata a queste formalità" si scusò Heloise.
"A sì? Da dove vieni di preciso?" le domandò.
"Io? Da... un villaggio molto povero" rispose lei, sorpresa per l'nteressamento.
"Quale villaggio? Io ne conosco parecchi"
"Ecco... il villaggio di Aradesh" rispose.
"Davvero? Aradesh... ma certo! Conoscevo molte persone là, per esempio... Mildred, tutti la conoscono, faceva il mio stesso lavoro"
Heloise ci pensò un po' su, mentre i due maghi la osservavano curiosi.
"Oh, ma certo! Mildred! Faceva degli ungenti favolosi" disse entusiasta.
"Sì! Proprio lei! Sempre accompagnata dal suo aiutante, come si chiamava... Baius"
"Certo, esatto. È andata via da qualche anno ormai, insieme a... Baius"
"Capisco... ma tu eri venuta qui a chiedermi qualcosa"
"Sì, io... dovrei fare un vestito a Lady Morgana ma non ho idea di dove sia la sua stanza" disse impacciata.
"Merlino ti accompagnerà"
"Grazie... se non è di troppo disturbo"
"Non è affatto di disturbo, vero Merlino?"
"Certo che no" confermò il ragazzo dirigendosi verso l'uscita.
"A, Merlino, prima di andare dovrei darti una cosa" lo richiamò Gaius mentre stavano uscendo.
Gaius voltò le spalle alla porta e cercando di non farsi sentire disse: "Stai attento Merlino, quel villaggio non esiste" lo avvertì.
"Sì, lo avevo intuito" rispose il ragazzo.
I due giovani si allontanarono dalla stanza di Gaius e procedettero verso le stanze di Morgana.
"Com'è lavorare a palazzo?" gli domandò la ragazza.
"Stressante" rise il mago.
"Artù è in tipo pretenzioso vero?"
"Esattamente"
"E magari non ringrazia mai" aggiunse.
"Giusto, siete una veggente per caso?" le chiese sorridendo.
"Una... no, io... lo si può dedurre da... insomma, tutti i principi sono viziati e pretenziosi, no?" disse lei.
"Non saprei, ne hai servito qualcuno?" chiese Merlino.
"No, affatto, è la prima volta che entro in un castello del genere. Ho impiegato giorni per capire come orientarmi. Non ti sei mai perso?" domandò.
"Bhè, all'inizio forse, ma me la sono sempre cavata"
Heloise annuì, mentre continuava a camminare di fianco a Merlino.
"Ecco, questa è la stanza di Morgana" le spiegò il ragazzo.
"Grazie" disse salutandolo.
Merlino si allontanò, mentre Heloise bussava alla porta.
"Buongiorno, sono qui per Lady Morgana, dovrei farle un abito" spiegò alla ragazza che aveva aperto la porta.
"Certo, in questo momento si sta cambiando, se volete più tardi potrà passare da voi" la informò la giovane.
"Certo, va bene. Voi invece siete..." chiese Heloise.
"Io? Ginevra, sono la dama di compagnia di Lady Morgana. Tu invece sei la nuova sarta, esatto?" sorrise la ragazza.
"Sì" annuì lei, per poi salutarla e allontanarsi.

I ricordi riscrittiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora