12. Imbarazzo

84 3 2
                                    

Il sole entrava dalla finestra e gli uccellini cinguettavano allegramente dopo la pioggia battente della notte precedente.
Mentre in molti erano già in piedi per svolgere i loro compiti, altri erano ancora a letto.
Tra le persone attive c'era Artù Pendragon che camminava spedito per i corridoi con le guardie al seguito, già con un grosso problema tra le mani.
"Morgana" disse bussando alla porta della ragazza.
"Artù" disse lei ancora in vestaglia, aprendo la porta.
"Mi dispiace disturbarti così presto, ma penso che ci sia qualcuno di pericoloso nel castello. Devo controllare che non si nasconda da nessuna parte" la informò.
"Chi sarebbe?" chiese sconvolta.
"Non lo sappiamo, ma sembra che siano due. Ieri le guardie hanno sentito dei rumori nelle segrete, provenivano dall'interno del castello, ma a quanto pare si sono volatilizzati. Dopo qualche ora la stessa cosa, li hanno seguiti, ma nulla. Quando sono tornati alle segrete hanno trovato delle impronte di fango. Partono da fuori Camelot, hanno rotto una pesante e robusta griglia per entrare e hanno lasciato impronte fino alle stanze, poi si sono interrotte improvvisamente. È molto strano" spiegò confuso.
"Pensate alla magia?" chiese Morgana.
"Pensiamo di sì, probabilmente gli stessi che hanno cercato di far fuggire il prigioniero entrato in possesso del libro di magia, che non abbiamo ancora ritrovato"
"Capisco... buona fortuna. Nella mia stanza non c'è nessuno" disse Morgana.
"È meglio controllare, non vorrei che si fosse ben nascosto" disse il principe.
Morgana annuì e lì lasciò entrare.
Dopo aver guardato in ogni spazio possibile, il gruppo uscì per andare a cercare altrove.

Qualcuno bussò alla porta ed Heloise, ancora addormentata, corrucciò la fronte.
Lo stesso rumore si ripeté e la ragazza aprì gli occhi confusa.
Il sole entrava dalla finestra e lei si riparò gli occhi con una mano.
"Heloise, siete lì?" chiese una voce che conosceva.
"Heloise" disse nuovamente Artù.
La ragazza si mise a sedere improvvisamente e si guardò intorno spaventata.
"Non... non sono ancora vestita mio signore" rispose a gran voce.
"Stiamo cercando degli intrusi, presta attenzione. Torno tra poco" l'avvertì.
Heloise annuì, anche se nessuno poteva vederla.
Si rese conto solo in quel momento del mal di schiena che aveva.
Si portò una mano sulla schiena e si passò l'altra tra i capelli mossi e scompigliati.
La testa le stava scoppiando, la schiena era a pezzi e... la ragazza starnutì e poi un brivido tutt'altro che piacevole la pervase.
"Perfetto" borbottò sfregandosi il volto con le mani.
Era ancora sul pavimento e cercò di ricordare che cos'era successo.
Gli indizi di certo non mancavano: i vestiti erano scompigliati per la stanza, lei era nuda e...
"Merlino!" esclamò sconvolta vedendo il ragazzo disteso sul pavimento a pancia in giù.
Il giovane dormiva ancora senza la minima preoccupazione, mentre la ragazza si alzò in piedi recuperando i vestiti sparsi ancora bagnati.
Li ammucchiò tutti vicino al letto e andò a cercare qualcosa con cui vestirsi nell'armadio.
Li mise un abito verde menta e iniziò ad andare avanti e indietro per la stanza.
Cos'aveva fatto di preciso quella notte?
"Heloise è ovvio cos'hai fatto, insomma!" brontolò da sola e poi si preoccupò di Merlino.
"Merlino" lo chiamò in ansia.
Artù avrebbe potuto entrare da un momento all'altro.
"Merlino!" esclamò, ma il ragazzo sembrò non sentire.
Heloise andò verso il mucchio di vestiti ancora bagnati e schioccò le dita.
"Siccum" disse e i vestiti si asciugarono in un lampo.
Recuperò gli abiti di Merlino e li mise sul letto, pronti per essere indossati, ma non lo avrebbe vestito di certo lei.
Iniziò a mordersi un'unghia, mentre osservava Merlino disteso a terra, senza la minima intenzione di svegliarsi.
"Heloise, sei presentabile?" sentì Artù alla porta bussare.
Spalancò gli occhi e si lanciò sul pavimento accanto a Merlino.
"Solo un momento mio signore!" esclamò iniziando a scuotere il ragazzo.
"Merlino svegliati" disse prendendolo per le spalle.
"Che c'è?" chiese lui tranquillo.
"Heloise, devo entrare!" esclamò il principe.
"Merlino, Artù è qui!" esclamò Heloise e il ragazzo spalancò gli occhi.
Scattò in piedi e si spostò da dietro il paravento, ma si ritrovò di fronte Artù che aveva appena varcato la soglia, seguito da delle guardie.
Il principe si fermò confuso di fronte a quella vista e Merlino si bloccò a sua volta.
"Mio signore!" esclamò sorridente.
Artù si volse verso le guardie e ordinò loro di uscire velocemente.
"Merlino" disse il biondo alquanto perplesso "A cosa devo tutta questa... audacia?" chiese guardandolo in viso e poi abbassando lo sguardo verso il basso.
Heloise era seduta dietro al paravento e non osava uscire, nemmeno sotto tortura, anche se trovava la cosa piuttosto divertente.
Si lasciò scappare una risatina e Merlino si volse verso di lei confuso.
Notò che i suoi vestiti erano sul letto e a quel punto osservò se stesso.
Arrossì visibilmente e con uno scatto felino, afferrò la sua maglietta e se la mise nel suo punto più delicato.
Artù era ancora lì che lo osservava a bocca aperta, indeciso se ridere, urlare o restare scioccato, cosa che già stava facendo.
"Non mi hai ancora risposto" gli fece notare.
"I-io... ecco... ieri... sinceramente ho un gran mal di testa" disse.
"Heloise" disse Artù trattenendosi dall'alzare la voce.
"Sì mio signore?" chiese lei tornando immediatamente seria.
"Tu sei presentabile?" chiese alquanto dubbioso.
"Sì mio signore" rispose alzandosi da terra e presentandosi di fronte a lui, accanto a Merlino.
"Almeno tu hai avuto da decenza di vestirti. Devo inoltre ammettere che non sono affari miei sapere cosa fate durante il tempo libero" disse dirigendosi verso di loro "ma gradirei che il mio servo la mattina non si presenti a me in tale... tenuta" spiegò indicandolo, mentre gli girava intorno.
"Lo vorrei attivo, sveglio e scattante, non consumato dai residui di una sbornia, odorante di alcool ed esausto dopo una... notte di cavalcate selvagge" disse fermandosi di fronte al ragazzo.
Heloise cercò di trattenersi dalle risa, osservando Merlino sull'attenti e solo con un abito stropicciato davanti ai gioielli.
Si morse il labbro cercando di non ridere e in quel momento notò che il labbro di Merlino era tagliato sul lato sinistro.
"Hai capito Heloise?" chiese Artù.
"Sì mio signore" rispose lei schiarendosi la voce.
"Merlino?" domandò guardandolo a un passo da lui.
"Sì mio signore" rispose lui ricambiando lo sguardo.
"Bene" gli sorrise, per poi rubargli la maglietta che teneva stretta tra le mani e buttarla per terra.
Merlino si coprì le parti intime con entrambe le mani e Artù ridacchiò.
"Mi sembravi tanto a tuo agio prima, perché coprirti con degli stracci?" chiese il principe, per poi voltarsi e andare via.
"Verrò più tardi a perquisire la stanza" avvisò Heloise ed uscì.
Appena la porta fu chiusa, la ragazza si piegò in due dalle risate e si sedette a terra con le lacrime agli occhi.
"Perché non mi hai svegliato?" sbottò il ragazzo restando fermo dov'era.
"Ho cercato in tutti i modi, ma non c'è stato verso" disse lei asciugandosi le lacrime.
"Almeno ti sei goduta lo spettacolo" disse il ragazzo.
"Veramente non ho visto molto, non mi sembrava carino guardarti" ammise.
"Oh, ti ringrazio!" sbottò lui.
La ragazza si alzò in piedi e si mise di fronte a lui.
"Possiamo sempre rimediare" disse lei appoggiando una mano sulla zona degli addominali del ragazzo.
Merlino non mosse un muscolo, o meglio uno iniziò a muoversi, mentre la ragazza sfiorava la sua pelle candida.
"Tu... ricordi qualcosa?" le chiese.
"Il necessario" sospirò "e tu?" domandò.
"Non molto" ammise osservando le dita della ragazza che lo sfioravano. Sentiva lo strano desiderio di farsi toccare di più.
Deglutì rumorosamente, mentre la ragazza allontanava la mano.
"È... è normale il mal di testa, vero" chiese il ragazzo.
Lei annuì.
"E la tua mano sta meglio?" le chiese il ragazzo, facendola sorridere.
"Sono giorni che non ho la fasciatura" disse, ma poi arrossì.
"Perché questa domanda?" chiese la ragazza, abbassando lo sguardo sulle mani di Merlino che sembravano faticare a contenere il tutto.
Lui scosse la testa.
"Nulla, ci vediamo dopo" disse lui andando verso i suoi vestiti, dando le spalle alla ragazza.
Si rivestì velocemente e sgattaiolò via, lasciando Heloise da sola.

I ricordi riscrittiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora