“Mi ha fatto pulire tutti quei vestiti sporchi di letame!” sbraitò il ragazzo spalancando la porta di Gaius.
“Letame?” domandò il medico di corte, sistemando le erbe essiccate in comodi vasetti di vetro.
“Letame! È scivolato. Il principe Artù è scivolato in un mucchio di letame; quante probabilità c'erano? Oltre ad essermelo perso, ho dovuto anche pulire tutto" sbottò.
“E come hai fatto a perdertelo?” chiese.
“Ero… alla radura con… Heloise” rispose calmandosi.
“Ah" disse Gaius smettendo di catalogare.
“Gli ho fatto qualche domanda"
“Merlino, sai già cosa ti ho detto sul venire a conoscenza del futuro” lo rimproverò.
“Anche lei me lo ha detto" ammise.
“Allora non fare domande" lo avvisò Gaius.
Merlino annuì.
“Comunque mi ha mandato lei da Artù" sbottò il ragazzo annusando l'odore maleodorante che proveniva dai suoi stessi vestiti.
“L'avevo pregata di non farlo!” esclamò sedendosi.
“Merlino, non per essere scortese, ma fatti un bagno" disse Gaius tossendo dal forte odore.
“Mi ha consegnato al nemico senza ritegno" sbottò.
“Avrà avuto da fare" ipotizzò Gaius.
“Da fare? Fare cosa? Lei non fa la serva a… oh no. No. No no no no no. No!” esclamò sentendo il panico salire.
Scattò verso la porta e lasciò Gaius confuso e stordito da quell'atteggiamento.
Corse più forte che poteva verso la stanza di Heloise e la spalancò di colpo, ma di lei nessuna traccia.
Riprese a correre, verso le segrete del castello, pensando a come fermarla.
“Merlino, cosa fai?” chiese Gwen incrociandolo nella sua corsa, ma il ragazzo non la sentì nemmeno.
Arrivò nei sotterranei e incontrò le guardie che lo fermarono.
“Dove vai ragazzo?” gli chiesero.
“Potrei vedere i prigionieri?" chiese ansimando.
“A quale scopo?” domandarono.
“Ecco… io…”
“Vattene ragazzo, ti serve un bagno" lo spinse via una delle guardie, per poi iniziare a ridere con il suo collega.
Merlino se ne andò, non avendo visto Heloise da nessuna parte, ma era sicuro che qualcosa sarebbe successo.La notte scese e il silenzio s'impossessò di Camelot.
Merlino però teneva gli occhi aperti e, appena Gaius si fu addormentato, lui, ancora vestito, scese dal letto e uscì dalla stanza.
Corse verso le segrete e lì procedette con cautela. Percorse i gradini che portavano alle celle e notò che c'era molto silenzio, troppo per essere un posto dove le guardie dovevano stare sveglie a controllare i prigionieri.
Arrivato ai piedi della scalinata vide le guardie addormentate e corse verso le celle.
Erano tutte chiuse tranne una, quella del condannato a morte.
Merlino si voltò di scatto e vide che le guardie si stavano svegliando.
Corse veloce al piano di sopra ed uscì dal castello.
Le campane ormai stavano già suonando e sperò vivamente che Heloise fosse già lontana con il suo protetto, ma a quanto pare non era così.
Li vide poco più avanti, con addosso un lungo mantello ciascuno, con un cappuccio sulla testa.
Merlino cercò di raggiungerli, ma un gruppo di guardie lo intravidero e fu costretto a scappare.
“Avora te cu" disse e un carro carico di barili si rovesciò di fronte a loro, facendoli rallentare.
I due fuggiaschi sentirono il rumore e accelerarono il passo, ma Merlino li raggiunse.
“Ti avevo detto di non farlo" sbottò il ragazzo raggiungendoli.
“Merlino fatti da parte" disse la ragazza iniziando a correre, insieme al giovane che aiutava.
Merlino guardò dietro di loro e vide le guardie arrivare di corsa.
“Muovetevi!” sbottò lui incoraggiandoli.
“Ti ho preparato un cavallo vicino al fiume, sarai libero" disse al giovane, che annuì spaventato.
La ragazza si voltò e alzò le braccia verso l'alto.
“Actos rictum ne" disse e un turbine colpì le guardie, facendole sollevare in aria e ricadere a terra poco dopo.
Ricominciò a correre e vide che il prigioniero stava correndo molto più avanti di lei.
“Aspetta!” esclamò correndo verso di lui.
Aveva quasi raggiunto l'uscita dalle mura di Camelot, quando una guardia si scagliò su di lui e in meno di un secondo lo trafisse con la spada.
Heloise si fermò sconvolta e fissò il corpo del giovane che cadeva a terra privo di vita.
“No…” sussurrò continuando a guardarlo, sperando che si alzasse miracolosamente da terra.
“Heloise, vieni" disse Merlino raggiungendola.
“No!” urlò dando un pugno al muro di fianco a lei, per poi urlare dal dolore.
Le guardie ricominciarono a procedere verso di loro, mentre l'uccisore del ragazzo li vide e iniziò a correre cercando di raggiungerli.
“Foco omris non" disse il mago porgendo una mano di fronte a lui, bloccando nuovamente le guardia dietro di loro, creando una barriera di fuoco.
“Tu…” sibilò la ragazza guardando la guardia avanzare a spada tratta.
“Heloise…” disse Merlino spingendola via con lui, ma lei alzò la mano sana di fronte a sé e disse: “Plagas corpore sanguis ora!” urlò e l'uomo si fermò immediatamente, cadendo a terra.
“Muoviti!” disse trascinandola via.
Corsero al castello e andò dritto da Gaius, che era inaspettatamente in piedi.
“Cos'è tutto questo trambusto? E perché tu non sei a letto a dormire?” sbraitò agitando le mani per aria.
Merlino non rispose e Gaius notò la ragazza. Il suo sguardo si soffermò sulla mano sanguinante.
“Cos'hai fatto?” chiese.
“È morto" rispose lei sconvolta.
“Chi è morto? Merlino spiegami" chiese Gaius prendendole la mano tra le sue per osservarla meglio.
“Il condannato a morte. Ha certato di farlo fuggire" spiego riluttante.
“Hai fatto che cosa?” chiese Gaius alla ragazza con tono di rimprovero.
“Non era giusto, non doveva morire. I suoi figli, sua moglie… ha solo cercato di salvare le persone che amava, cosa c'è di sbagliato in questo?” chiese terrorizzata.
Il corpo inerme del ragazzo trafitto era ancora vivido nella sua mente, come se lo stesse riguardando in quel momento. Anche i passi delle guardie erano vividi e le sembrava di sentirli proprio on quel momento.
“Arriva qualcuno. Andate in camera tua, sbrigati!” disse Gaius a Merlino.
Il ragazzo fece appena in tempo a chiudere la porta, che Artù entrò nella stanza seguito da alcune guardie che portavano una barella.
“Puoi curarlo? È ancora vivo” spiegò il principe.
Le guardie adagiarono il loro compagno a terra e Gaius si avvicinò a lui.
Aveva molti tagli sanguinanti sul suo corpo e stava perdendo molto sangue. Gaius prese un liquido per disinfettare le ferite e delle bende.
“Com'è possibile?” chiese Artù.
“Mio signore?” chiese il vecchio.
“Non capisco come abbiano fatto a causargli quelle ferite. Sono tutte uguali e in più parti del corpo; è come se il colpevole abbia passato il tempo a divertirsi a infliggergli più ferite uguali"
“Io non lo so signore"
“È magia?” domandò Artù serio.
“È una possibilità, ma non ci giurerei. Hanno visto chi è stato?" rispose il vecchio.
“Hanno visto due persone cercare di far fuggire il prigioniero che doveva essere giustiziato. I miei uomini parlano di strani eventi che non hanno permesso loro di catturarli" spiegò.
“Io credo che il buio giochi brutti scherzi" disse disinfettando le ferite.
“Non pensate che questi eventi possano centrare con la donna comparsa nel nulla in quel piccolo viaggio a est?” chiese Artù.
“Non saprei mio signore, tutto è possibile, ma penso che il re preferisca una risposta scientifica” gli ricordò.
“E quale sarebbe questa risposta?” domandò.
“Che fine ha fatto il prigioniero?” chiese Gaius.
“Quest'uomo lo ha ucciso"
“Avranno combattuto”
“Il prigioniero non aveva armi con sé”
“Allora… potremmo aver trovato il nostro stregone, era in possesso di un libro magico, no?" disse Gaius.
“Ma… gli uomini al villaggio hanno parlato di una donna" disse confuso Artù.
“Ne erano certi? L'hanno vista bene?”
“Effettivamente no…” rispose Artù scocciato.
“Io direi che la soluzione è questa" disse Gaius alzando lo sguardo dal ferito.
“Non preoccupatevi, sopravvivrà. Ha bisogno di riposo, il sangue si sta fermando" lo rassicurò il medico.
‘Grazie Gaius” disse Artù, per poi uscire dalla stanza con le guardie e il ferito in barella.
L'anziano mago scosse la testa e si diresse verso la stanza di Merlino.
“Di chi è stata la brillante idea di fare quell'incantesimo?” borbottò irritato.
Heloise era seduta sul letto di Merlino, mentre lui era vicino alla porta ad origliare e nessuno dei due sembrava voler rispondere.
“Heloise" disse Gaius incrociando le braccia al petto.
“Io… non volevo ucciderlo" disse lei guardandosi la mano sporca di sangue e con dei lividi evidenti.
“Non l'hai ucciso, ma hai rischiato di farlo e anche di farti uccidere. Pensavo fossi venuta ad aiutare Merlino, non a complicargli la vita" sbottò Gaius.
La ragazza rimase in silenzio senza sapere cosa dire.
“Gaius… lei voleva aiutarlo" disse Merlino cercando di alleviare la tensione.
“È anche colpa tua Merlino" esclamò.
“Mia?” disse sconvolto.
“Tu l'hai mandata qui"
“Mi… mi state accusando qui qualcosa che deciderò nel futuro?” esclamò il ragazzo sconvolto da quelle parole.
“Esatto e adesso fammi vedere quella mano” brontolò.
Heloise gliela porse senza obiettare e lui la esaminò attentamente.
“Si è gonfiata" disse la ragazza.
“Lo vedo" mormorò toccandola, facendo lamentare Heloise dal dolore.
“Penso che tu ti sia rotta qualcosa. Cos'hai combinato?” le chiese.
“Io… ho dato un pugno a un muro" disse in imbarazzo.
“Un pugno a un muro… maturo" commentò sospirando.
“Quello che posso fare è pulirti le ferite come ho fatto con la guardia e fasciartela stretta. Ti darò del ghiaccio e mi raccomando, tienila a riposo"
“Non potrò lavorare” disse tristemente.
“La prossima volta pensa a quello che fai" l'avvertì Gaius.
“Non… non conosci qualche formula magica ripara ossa?” chiese la ragazza.
“Fingerò in non aver sentito mia cara. Penso che voi due per questa sera abbiate giocato abbastanza con la magia. Vieni, ti devo medicare" disse per poi andarsene.
“Cosa t'inventerai per la mano?” chiese Merlino.
“Non lo so, mi verrà in mente qualcosa” rispose lei uscendo dalla stanza del giovane.
Gaius gliela medicò e la ragazza fu libera di tornare nella sua stanza a pensare a quale scusa inventarsi per la frattura alla mano.
“Merlino… perché mi hai mandato in questo posto orribile? Tu ci eri stato, sapevi com'era; cosa posso cambiare se non so nemmeno far fuggire un innocente da una prigione?” disse seduta da sola sul letto della sua stanza.
Scosse la testa, mentre le lacrime scendevano copiose sul suo viso.
“Dopo tutte le formule che ho imparato… ho saputo solo fratturarmi una mano, ferire un uomo e portarne un altro alla morte. Cosa darei per tornarmene a casa"
Quella notte non dormì, non ci riuscì, ma con lei qualcun altro non riusciva a dormire.
Merlino era sdraiato nel suo letto con gli occhi aperti a pensare agli errori che avrebbe commesso e Gaius nella camera accanto pensava a Merlino e ai problemi che quei due potessero creare.
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I ricordi riscritti
أدب الهواةPassato e futuro si legano insieme, l'inizio di un cambiamento fin dalle radici, un piano futuro per garantire un passato migliore, ma tutto questo avrà il successo sperato? Una ragazza ha l'ingrato compito, lei è stata scelta dal mago più potente e...