14. Bon Ton

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"Pancia in dentro, petto in fuori, gonfia i polmoni e trattieni il respiro. Merlino, cos'è questa gobba?" esclamò Artù a gran voce, schiaffeggiandogli un frustino per cavalli sulla schiena.
Il ragazzo si mise dritto e rigido e rimase fermo al suo posto.
"Bene, questo è il portamento corretto" disse il giovane futuro re compiaciuto.
"Ora passiamo alle galanterie" disse Artù.
"So fare le galanterie" protestò il mago.
"Hai chiesto il mio aiuto e si fa come dico io" sbottò Artù come se stesse comandando ai suoi soldati.
"Ripeti: mi fareste l'onore di cenare in mia compagnia questa sera?" disse il principe di Camelot.
"Mi fareste l'onore di cenare in mia compagnia questa sera?" ripeté Merlino senza enfasi.
"No!" esclamò Artù agitando le braccia "Con più sentimento, cos'era quella roba informe?" sbottò.
"D'accordo..." Merlino si schiarì la voce e fece un bel respiro.
"Mi fareste l'onore di cenare in mia compagnia questa sera?" disse con una voce profonda e sorridendo alzando un sopracciglio.
"Meglio Merlino, a parte quell'espressione idiota" disse il biondo.
"Poi ti spiegherò altre battute" aggiunse frettolosamente.
"Dovrò dirle tutte così?" chiese Merlino già stanco.
"Ovviamente Merlino e ora passiamo alle buone maniere. Aprile la porta, avvicinale la sedia al tavolo, servile la cena, accendi delle candele, invitala a ballare e lasciala parlare. Alle donne piace essere ascoltate, intesi?"
"Ok, ascoltare e servire, ciò che faccio sempre" sorrise il mago, ma Artù non ricambiò.
"Merlino, se ti comporterai come mi servi solitamente... bhè dovremo ricominciare tutto da capo"
Merlino si trattenne dal fare una smorfia disprezzante.
"Sai ballare spero"
"Ecco... non particolarmente" ammise il moro, facendo sbuffare Artù.
Il ragazzo si grattò la testa indeciso se alzare la voce contro di lui oppure insultarlo solamente, ma, per fortuna di Merlino, non scelse nessuna delle due.
"Vieni Merlino" disse Artù andando verso di lui con le braccia distese.
"Cosa volete fare?" chiese confuso il mago ritraendosi leggermente.
"Ti insegno un ballo, uno solo intesi?" disse Artù mettendo la mano con il frustino sul fianco di Merlino e con l'altra gli prese la mano sinistra.
"Pronto?" chiese Artù con la schiena ben dritta e portamento impeccabile.
"Sì... credo" rispose Merlino goffo e storto.
Artù iniziò a contare ad alta voce i passi, mentre si muoveva in una sorta di valzer del millenio scorso.
"Un due tre, un due tre, un due tre, piroetta, Merlino!" sbraitò il giovane mentre il mago cercava di girare su se stesso in modo tutto tranne che sciolto.
"Scusatemi Artù, ma non dovrei fare io la parte dell'uomo?" chiese il giovane confuso.
Artù ci rifletté per un secondo.
"Per una volta in vita tua hai ragione Merlino, non devo ballare io con Heloise" ammise il principe.
Artù fece una piroetta e poi riprese a contare i passi, girovagando per la stanza con Merlino che gli pestava i piedi.
"Giuro che se me li pesti di nuovo ti metto alla gogna" lo minacciò il principe.
"Sì mio signore" disse Merlino cercando di ballare decentemente.
"Perfetto Merlino, ora mettimi una mano dietro la schiena e tienimi.
"Cosa devo fare?" chiese confuso.
"Mettimi una mano sulla schiena e reggimi" gli ripeté.
Merlino obbedì senza capire e mise la sua mano sinistra sulla schiena di Artù.
Il biondo si lasciò andare all'indietro in un casquè e Merlino lo sorresse.
"Che state facendo?" chiese Morgana stranita in compagnia di Ginevra.
Artù spinse la testa all'indietro e, data la sua posizione, vide le due ragazze a testa in giù, davanti alla porta aperta. Merlino alzò lo sguardo e si dimenticò di avere Artù tra le mani, che cadde a terra, atterrando sulla schiena.
"Merlino!" sbraitò il giovane principe.
Morgana e Ginevra scoppiarono a ridere.
"Da... da quanto siete lì?" chiese Merlino.
"Qualche minuto ormai" ammise Morgana continuando a ridere.
"Non c'è niente da ridere" sbottò Artù alzandosi in piedi innervosito.
"Artù, se ti fossi visto cadere come un sacco di patate e danzare facendoti pestare i piedi da Merlino, ora rideresti anche tu" disse la pupilla del re, mentre a Merlino scappava una risatina.
"Stavo insegnando a questo imbranato a danzare" disse indicando l'imbranato in questione.
"Hey" sbottò Merlino offeso.
"Potete fare quello che volete qui dentro per quanto mi riguarda, io volevo solo avvisarti che Uther ti sta cercando" disse Morgana.
"Va bene, ma..." borbottò Artù.
"Andiamo Gwen" disse la ragazza allontanandosi ancora ridacchiando.
"Sì mia signora" rispose lei divertita.
Chiusero la porta e i due ragazzi rimasero fermi dov'erano, finché Merlino aprì bocca.
"Artù..." disse ma il principe alzò il dito indice verso l'alto.
"Merlino stai zitto" sbottò e il giovane mago chiuse la bocca divertito.
"Questa sera assolderò un gruppo di musicisti che suonerà casualmente vicino alla tua stanza. Darò un compito qualsiasi a Gaius per tenerlo impegnato e ti presterò qualche vestito" lo avvertì.
"Come mai tutta questa gentilezza improvvisa?" chiese Merlino sorpreso.
"Osi insinuare che di solito non sono gentile?" chiese Artù sconvolto.
"Ecco..."
"Lo faccio per pietà di quella povera ragazza che deve sopportarti, in un certo qual modo la comprendo" borbottò.
"E ora apri quell'armadio forza" esclamò il giovane.
Merlino andò da Heloise e si fermò fuori dalla sua porta. Si sistemò la camicia, si annusò e si tirò su per bene i pantaloni.
Si volse verso un angolino, dove Artù si era nascosto, e lui gli fece segno di stare dritto.
Merlino annuì e respirò a pieni polmoni. Bussò alla porta delicatamente e poco dopo Heloise aprì.
"Merlino" disse sorpresa.
Il ragazzo le porse una rosa rossa che nascondeva dietro alla schiena e fece un piccolo inchino.
La ragazza sorpresa la prese e Merlino tornò dritto.
"Mi fareste l'onore di cenare con me questa sera?" le domandò sorridendo galantemente.
"Merlino, mi dai dei voi?" chiese confusa.
"Mi sembrava carino" ammise.
Heloise lo osservò stranita e sospettosa, come se quello che aveva di fronte non fosse veramente il mago che conosceva.
"Va bene" rispose lei, curiosa di sapere il perché di tutto quella formalità.
Merlino sorrise e le porse il suo braccio, che la ragazza prese perplessa.
"Sei strano" ammise la ragazza ridendo, mentre si dirigevano verso la stanza di Merlino.
Entrarono nella stanza vuota di Gaius e si sedettero al tavolo già apparecchiato come quello di un principe.
Merlino la fece sedere a capo tavola, mise la rosa in un vaso posto di fronte a lei e prese il cibo pronto da consumare.
Artù era appostato fuori a controllare che Gaius non tornasse e ogni tanto sbirciava dalla porta leggermente aperta per dare qualche suggerimento al ragazzo.
Merlino servì lo stufato con le patate nel piatto di Heloise e poi si servì il proprio.
Si sedette e i due iniziarono a mangiare.
"Devi mangiare dopo che lei ha iniziato" sibilò Artù osservando dalla fessura della porta semiaperta, ma Merlino non poteva sentirlo.
I due continuarono la loro cenetta, quando il ragazzo scattò in piedi e accese le candele sul tavolo, talmente veloce e che si scottò un dito e si lamentò dal dolore.
"Merlino... ora posso sapere cosa ti prende?" domandò la ragazza, mentre Artù picchiava disperato la testa contro il muro.
"Niente di niente, volevo solo invitarvi a cena" rispose.
La ragazza sospirò e decise di evitare le domande per un po'.
Finirono di mangiare e Merlino sparecchiò velocemente il tavolo.
"Volete... ballare?" chiese.
"Non c'è la musica" gli fece notare, ma in quel momento la musica iniziò.
"Oh che gradita coincidenza" disse Merlino alzandosi in piedi e dirigendosi verso la finestra "Suonano nella piazza" disse indicando fuori.
Heloise si alzò sconcertata e andò a vedere alla finestra. Poco più lontano c'erano degli uomini che suonavano e persone che ballavano, come ad una festa.
Si voltò e notò che Merlino le porgeva la mano.
La prese e lui iniziò a volteggiare con la ragazza tra le braccia.
"Merlino, io non so ballare" lo avvisò seguendo i passi del ragazzo.
"Oh non c'è problema" disse lui, per poi prenderla per i fianchi e sollevandola.
Heloise lo guardava sconcertata, in mezzo a quelle piroette, volteggi e giravolte.
Finalmente la musica finì ed Heloise andò a sedersi esausta e con lo stomaco sottosopra.
"Merlino, esigo una spiegazione" sbottò lei senza mezzi termini.
"Quella ragazza non capisce niente di buone maniere" si lamentò Artù.
"Quale spiegazione?" chiese Merlino sorpreso.
"Chi sei tu? Cosa ne hai fatto di Merlino?" chiese la ragazza guardandolo di traverso.
"Heloise, sono io" disse Merlino.
"È tua questa maglia?" chiese dubbiosa.
"Ha importanza?" chiese lui sedendosi accanto alla ragazza.
La musica riprese, ma Merlino non osò chiederle un altro ballo.
"Cos'è questo cambiamento?" chiese lei stranita.
"Volevo solo fare una cosa carina" disse.
La ragazza sorrise divertita.
"Hai legato il povero Gaius da qualche parte?" domandò.
"No, Artù gli ha dato dei compiti per tenerlo impegnato" ammise il giovane sorridendo.
"Dovremo ringraziarlo allora" disse la ragazza.
Artù fuori dalla porta scuoteva la testa rassegnato.
"Sono dei casi persi" ammise e decise di chiudere la porta e di andare a vedere dov'era Gaius.
Merlino sentì chiudere la porta e andò a controllare dove fosse Artù, ma era sparito.
"Merlino, ti faccio sentire la musica del mio tempo" disse la ragazza andando verso il tavolo.
Pose le mani davanti a lei e si concentrò.
"Heloise"
"Silenzio" esclamò.
"Musika modernus audieva sunt" disse, mentre gli occhi le si illuminavano di giallo.
Una sfera colorata era comparsa sul tavolo ed emanava luci in tutta la stanza. La sfera li alzò in aria verso il soffitto, iniziò a girare lentamente, facendo spostare le luci colorate e una accesa e movimentata iniziò a suonare.
"Cos'è?" chiese Merlino confuso.
"Musica moderna e ora sciogliti ragazzo, perché io non so ballare, ma qui ora nemmeno tu mi sembri un esperto" ammise prendendogli le mani e saltellando un po'.
"Come si balla?" chiese.
"Non ci sono regole, vai a ritmo" gli disse.
"Allora non è difficile" disse iniziando a muoversi.
I due cominciarono a ballare ed Heloise dovette ammettere a se stessa che il ragazzo era più bravo di lei.
Le fece fare una giravolta e poi le lasciò una mano. Lei si allontanò il più possibile e poi si avvolse nel suo braccio.
I due si guardarono negli occhi sorridenti e ripresero i loro balli.
Le riprese le mani e continuarono ad agitarsi a ritmo di musica.
"Merlino!" esclamò Artù piombando nella stanza.
Heloise fece sparire immediatamente la musica e il ragazzo li guardò stranito.
"Che musica era quella?" chiese Artù.
"La vostra qui sotto sire" rispose Merlino.
Artù lasciò perdere.
"Gaius arriva" li avvertì per poi allontanarsi.
Merlino si lanciò subito sul tavolo, spostando ogni cosa che non era di consuetudine, e nascondendo il tutto in camera sua.
"Torno in camera mia?" domandò la ragazza, ma subito sentì qualcuno avvicinarsi alla porta e sgattaiolò in camera di Merlino.
Gaius entrò e proseguì fino alla stanza del ragazzo.
Merlino spinse a terra Heloise, nascondendola dietro al letto, e lui si mise sotto le coperte.
Gaius aprì lentamente la porta e sbirciò dentro, per vedere se il ragazzo era al suo posto.
Tirò un sospiro di sollievo sapendolo lì e non fuori con quella ragazza, quindi chiuse delicatamente la porta e si preparò a dormire.
"Mi hai fatto male" sussurrò la ragazza rialzandosi.
"Abbassa la voce" disse Merlino.
"È già bassa" si lamentò lei.
Merlino si tolse le coperte di dosso e si passò una mano nei capelli pensieroso.
"E così questa è la tua stanza" disse Heloise guardandosi intorno.
"Lo è" disse lui.
"È più piccola della mia, pensavo trattassero meglio i servi privati dei sovrani" commentò.
"E invece no" disse lui.
La ragazza si sedette sul letto del ragazzo, ma lui non mosse un muscolo, restando fermo a pensare.
"A cosa pensi?" gli chiese la ragazza.
"A un modo per non farci scoprire" disse lui.
"Vuoi che vada via?" chiese lei.
"Gaius potrebbe trovarti se stai qui"
"E potrebbe vedermi se esco" gli fece notare.
"Aspetteremo che si addormenti"
"E nel frattempo? Cosa prevedeva il tuo piano geniale?" chiese la ragazza incuriosita.
"Ecco... un casto bacio e tutti a casa" ammise lui divertito.
Lei sorrise e continuò a guardarlo in viso.
Lui se ne accorse e si voltò verso di lei.
"Allora?" chiese lei.
"Cosa?" domandò lui.
"Questo bacio?"
Merlino sorride timidamente, si passò una mano tra i capelli e poi cercò di farsi serio.
Si avvicinò al suo viso ed appoggiò le labbra su quelle della ragazza. Rimase così per un po', fermo, senza fare nulla, e la ragazza si staccò.
"Ok... ora viene la parte dove torno a casa?" chiese lei.
Merlino non annuì e si voltò nuovamente verso di lei. La guardò profondamente negli occhi e sorrise leggermente. Pose lo sguardo sulle sue labbra e si avvicinò di nuovo a lei.
"Era un solo casto bacio mi pare" gli fece notare divertita, facendo sorridere Merlino.
"Non succede niente se te ne do un altro" disse il giovane appoggiando di nuovo le labbra sulle sue.
Si staccò nuovamente, ma non si allontanò. La baciò sul collo e poi sull'incavo dello stesso.
La ragazza rise divertita e Merlino le spostò il vestito lasciando libera una spalla e lasciò un dolce bacio anche lì.
"Sono casti baci, niente lingua" disse Merlino divertito.
"Il casto Merlino che parla di lingua" disse la ragazza divertita.
"Così ha detto Artù, un casto bacio" disse lui.
Si mise dietro di lei e le sfilò il vestito, facendolo scendere fino ai fianchi.
Appoggiò le mani sulle sue spalle nude, ma Heloise lo fermò.
"Merlino non voglio rovinare questa serata" disse lei rimettendosi l'abito.
"Rovinarla?" chiese lui confuso.
"È stato tutto così romantico, è questo che volevi, non è così?"
Merlino annuì, ammettendo che aveva ragione.
La ragazza sorrise e gli diede un tenero bacio sul naso.
"Dici che Gaius dorme?" chiese la ragazza osservandolo nei suoi occhi blu.
"Penso di sì, ma meglio aspettare che il suo sonno sia profondo" disse lui avvicinandosi nuovamente al viso della ragazza.
Appoggiò le labbra sulle sue e iniziò a muoverle, dando vita a tutto tranne che a un casto bacio a fior di labbra, interrotto dal russare di Gaius.
I due si separarono e si guardarono per un momento negli occhi. Heloise si alzò in piedi ed uscì lentamente dalla stanza, mentre Merlino continuava ad osservarla.

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