18. Piacere, Minerva Burton

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Heloise tirò fuori un abito nero parecchio attillato, in stoffa elasticizzata, con uno spacco sulla gonna lungo la coscia destra.

Si tirò la minigonna verso il basso in modo che arrivasse poco sopra le ginocchia e allacciò insieme dietro al collo le larghe spalline del vestito.

Sistemò la scollatura a v del vestito in modo che non fosse troppo profonda e si diede una sistemata ai capelli; peccato che quelli andassero sempre dove volevano loro.

Con qualche colpo di spazzola e un po' di lacca li sistemò di lato, in modo che fossero gonfi e che ricadessero solo sulla sua spalla destra.

Fece riemergere la sua borsa di trucchi e si sistemò per bene, forse eccedendo nell'uso del nero, com'era suo solito fare.

Era come se improvvisamente il suo lato femminile fosse saltato fuori da un lungo letargo; forse passare del tempo nel Medioevo con poco niente per truccarsi non le aveva fatto molto male, anzi.

Era come se le fosse tornata un'improvvisa voglia di shopping, di vestirsi in modo impeccabile e di truccarsi, anche solo per guardarsi allo specchio e sorridere soddisfatta del risultato.

Tutti quegli abiti comprati e inutilizzati rinchiusi nel suo armadio in fondo avevano il diritto di uscire. Le venne addirittura il dubbio di non aver tolto il cartellino del prezzo da quello che aveva indosso, quindi fece qualche giro su se stessa cercandolo in ogni dove, ma per suo fortuna l'aveva già tolto.

Si inginocchiò sul fondo dell'armadio e recuperò qualche scatola di scarpe e decise di indossare quelle più alte che aveva, da 12 cm di tacco. In fondo, pensò, non avrebbe potuto mettere scarpe del genere per un altro mese.

Sorrise guardando le sue scarpe rosa antico, tipo platform, ma con la punta della scarpa aperta come un saldalo e un cinturino intorno caviglia.

Le indossò, per poi fare una giravolta su se stessa e alzando una piede, piegando un ginocchio, ammirando i tacchi sottili, ma non troppo.

Chissà se ci sapeva ancora camminare.

Si voltò, non appena sentì Merlino aprire la porta del bagno e restò sbalordita a guardarlo.

Le scarpe erano perfette, i pantaloni circondavano perfettamente le sue gambe e i fianchi; terminavano giusti sopra la caviglia, come Heloise voleva. La camicia gli stava d'incanto e si sposava benissimo con il color pugna dei pantaloni di stoffa. Certo, non era per niente dentro i pantaloni, i polsi erano slacciati e non aveva allacciato i bottoni sul petto nell'ordine giusto.

Heloise sorrise divertita e si affrettò a raggiungerlo per dargli una mano, senza rendersi conto che il ragazzo non appena l'aveva vista, aveva spalancato gli occhi sconvolto.

"T-tu esci così?" le chiese non avendo mai visto un abito del genere e quelle scarpe poi.

Heloise non sentì, era troppo impegnata. Gli slacciò i bottoni fuori posto e si apprestò a sistemarglieli al meglio, poi gli sistemò i polsini ed infine gli infilò la camicia nei pantaloni, ma poi arrossì in imbarazzo.

Che stava facendo?

"Devi... metterla dentro i pantaloni" gli disse indicando la camicia infilata a metà.

"Oh..." disse Merlino capendo e sistemandosela in fretta.

Heloise gli sistemò gli ultimi bottoni della camicia, lasciandone un paio aperti, lasciando intravedere leggermente il petto nudo.

Rallentò leggermente, senza rendersene veramente conto,e poi passò ai capelli e glieli spettinò, mentre Merlino protestava.

"Andiamo Merlino, nessuno va in giro così" gli disse la ragazza divertita.

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