“Gaius, avete visto Heloise in questi giorni?” chiese Merlino entrando nella stanza.
“No, perché?”
“Non… sembrava star molto bene quella sera" gli ricordò agitando una mano.
“Se avesse avuto problemi alla mano sarebbe tornata qui, non credi?” gli fece notare.
“Sì, credo di sì ma…”
“Merlino, se sei preoccupato perché non vai a trovarla?” gli consigliò Gaius.
“Sì… avete ragione" ammise il giovane, ma non si mosse.
“Merlino cosa devi chiedermi?”
“Ecco… voi cosa pensate di lei?” domandò.
“Penso che sia una ragazza giovane e avventata” rispose.
“Voi… credete al fatto che io l'abbia mandata qui?” chiese indicandosi.
“Tu no?” domandò sorpreso Gaius.
“Sì ma… non capisco quali errori avrei fatto" ammise.
“Merlino, pensi a quali errori potresti commettere in futuro? Questo è il modo migliore per commetterne ancora di più" gli fece notare.
“Lo so, ma non riesco a farne a meno" si lamentò.
“Per questo motivo tra 1500 anni le vieterai di parlartene"
“Come ne siete così sicuro? Mi sembra tanto assurdo, insomma, voi non siete sia qui che… nel futuro" esclamò.
“Sì Merlino, penso che morirò prima di te" disse Gaius borbottando.
“Avete capito cosa intendo dire. Lei conosce il me vecchio che gli ha detto di venire dal me giovane e cambiare alcune cose. Lei mi conosce già e ha due me in mente. Non è… strano?” chiese il ragazzo.
“Sì è strano, ma c'è una certa logica, non puoi negarlo. Inoltre, se vuoi una prova schiacciante, le formule magiche che usa sono differenti e di sicuro non fanno parte del passato, te l'ho già detto" gli spiegò.
Merlino annuì e decise di andare alla stanza di Heloise.
“Merlino" lo chiamò Artù, mentre il ragazzo camminava nel corridoio.
“Sì sire?” rispose lui fermandosi.
“Ti ricordo che hai parecchie cose da lavare oggi, quindi ti consiglierei di iniziare subito" lo avvisò.
Merlino sbuffò sonoramente ed entrò nella stanza del suo signore per fare il suo lavoro.“Gwen!” esclamò Merlino intravedendo Ginevra, che stava per entrare nella stanza di Morgana.
“Gwen Gwen Gwen, ascolta" disse correndole incontro.
“Merlino?” chiese lei divertita.
“Hai visto… Heloise?” domandò riprendendo fiato.
“Forse" rispose.
“Forse?” domandò confuso Merlino.
“Mi è sembrato di vederla uscire dal castello e… dirigersi verso la taverna" disse imbarazzata.
“Verso la… ne sei sicura? A quest'ora?” chiese sconvolto.
“Non ne sono sicura, ma le somigliava parecchio e la taverna è aperta a quest'ora Merlino, sono le nove di sera" lo informò.
“Alla taverna… perché alla taverna?” si lamentò alzando le braccia al cielo.
“Se vuoi un consiglio valla a recuperare. Conosci che persone che frequentano quel posto e… non è un luogo sicuro per una giovane ragazza" gli suggerì.
“Hai ragione" le disse.
Merlino uscì dal castello e si diresse verso la taverna.
Il posto era sudicio e pieno di uomini che facevano baccano tra partite a braccio di ferro e pinte di birra scura.
“Non può essere venuta qui" sorrise divertito scuotendo la testa.
Fece per voltarsi e andarsene, ma il suo sguardo si fermò su un tavolo nascosto in un angolo ed esattamente in quell'angolino vi era seduta una ragazza dal lungo mantello nero, dai riflessi violacei. Il cappuccio in testa non permetteva di guardarle il volto, ma teneva ben nascosta la mano destra.
“Vuoi da bere ragazzo?” chiese la moglie dell'oste a Merlino.
“Io? Sì, la… birra più piccola che avete" rispose.
La donna lo fece sedere al bancone e gli porse una grossa caraffa di birra.
“Questa… questa è la più piccola che avete?” chiese il ragazzo spaventato, ma la donna al posto di rispondere rise di gusto.
La ragazza nell'angolo ricevette una caraffa poco più grande di quella di Merlino e iniziò a berla. Per farlo dovette aiutarsi con la mano fasciata e Merlino la riconobbe.
“Giovane, avventata e pure ubriacona" borbottò Merlino tra sé e sé.
Il ragazzo continuò a controllarla da lontano, quando al suo tavolo si avvicinarono dei giovanotti.
“È da qualche sera che vieni qui, non è vero?” chiese il ragazzo più muscoloso.
La ragazza alzò lo sguardo e sorrise leggermente.
“Perché dovrei rispondervi se già lo sapete?” disse la ragazza.
Merlino decise di sedersi nel posto del bancone più vicino a quell'angolo, per potere ascoltare meglio la conversazione.
“Acuta osservazione" disse un altro.
“Cos'hai fatto alla mano?” le chiese il terzo.
“Sono caduta" rispose lei nascondendo la mano fasciata.
“Davvero? Pensavo avessi fatto a pugni" rise il biondo.
“Bhè, se devo dirti la verità, ho preso a pugni un ragazzo che mi importunava, proprio l'altro giorno" rispose la ragazza sorridendo strafottente.
“Mi sono sempre piaciute le ragazze grintose" commentò il ragazzo dai capelli neri.
La ragazza si tolse il cappuccio e si sistemò i capelli mossi.
“Davvero?” domandò osservando il ragazzo seduto di fronte a lei.
“Hey, non sei niente male, lo sai?” le disse il ragazzo dai capelli rossi.
“Nemmeno tu" rispose lei, per poi prendere la sua caraffa e berne l'ultimo sorso.
“Vuoi ballare?” chiese il biondo.
“Con chi di voi?” domandò ridendo.
“Tutti e tre ovviamente” rispose il moro, facendole il baciamano sulla mano sana.
Le sorrise maliziosamente e lei si alzò dalla panca su cui era seduta, per spostarsi verso un uomo che suonava il piffero.
“Ci tengo ad avvisarvi che non sono sicura di sapere come si balli" disse mettendosi in mezzo a loro.
“Non preoccuparti, non siamo di certo a palazzo. Qui alla taverna non ci sono regole, l'importante è stare molto vicino ai tuoi partner di ballo” le spiegò il moro.
La ragazza rise di gusto e iniziò a ballare, cercando di imitare i passi dei tre bei ragazzi.
Merlino la osservava senza parole dal bancone del locale, con la sua caraffa ancora mezza piena di fronte al suo naso. Dentro di sé sperava vivamente che si sarebbero stancati velocemente; da quando quella ragazza era arrivata a Camelot, una cosa era certa: lui dormiva molto poco.Merlino si svegliò di soprassalto, rialzando il viso dalla sua stessa caraffa su cui era caduto.
Si strofinò la faccia e si guardò intorno confuso.
“Scusatemi! I tre ragazzi che ballavano con una ragazza?” chiese Merlino all'oste.
“Sono usciti poco fa ragazzo" rispose.
Balzò giù dallo sgabello e uscì in strada, in cerca dei quattro, ma non vedeva nessuno.
“Lasciami, non ti sembra di avermi toccato abbastanza questa sera?” sentì la voce quasi irriconoscibile di Heloise.
Si diresse verso una via secondaria e vide i tre ragazzi intorno a lei.
“Andiamo, lo so che sei attratta" disse il moro circondandole in fianchi con un braccio.
“Bhè… siete molto carini… non pensavo di trovare dei così bei ragazzi anche qui" disse per poi ridacchiare.
Merlino scosse la testa rassegnato.
“Allora perché non andiamo a casa mia? È qui vicino” disse il rosso.
“E poi?” chiese lei.
“Dobbiamo spiegartelo noi?” rise il biondo, facendo ridere tutti i presenti.
“Ma… chi dei tre…” disse indicandoli.
“Tutti e tre ovviamente” rispose il moro, scendo con una mano sul suo fondoschiena.
“Tutti… e tre? Voi mi volete sfinire" rise guardando il moro negli occhi.
Merlino scosse la testa e decise di intervenire, prima che la situazione degenerasse.
“Hey, lasciatela stare" disse ad alta voce.
I quattro si voltarono verso il mago mingherlino e lo osservarono divertiti.
“E tu chi saresti moscerino?” chiese il biondo avvicinandosi a lui.
Merlino fece un passo indietro, intimorito da quella massa di muscoli che camminava.
“Merlino, cosa ci fai qui?” chiese Heloise facendosi strada tra quei ragazzi.
“Sei ubriaca fradicia, non riesci nemmeno a parlare decentemente e… puzzi d'alcool. Torniamo al castello" le disse.
“Cosa? Adesso che le cose si stavano facendo interessanti?” disse dando una strizzata al sedere del ragazzo moro di fianco a lei, facendolo sobbalzare.
“Sparisci, la ragazza non vuole venire con te" disse il rosso.
“Stanotte dovrai farne a meno" rise il biondo.
Merlino annuì tranquillamente, destando stupore tra i tre ragazzi.
“Va bene, allora… se le cose stanno così…” borbottò guardandosi intorno e notò degli stracci a terra.
“Hey! Cos'è quello?” esclamò indicandoli.
Tutti si voltarono e Merlino pronunciò le parole magiche.
Gli stracci si sollevarono in aria e si diressero verso i ragazzi, che non ci pensarono due volte a correre via spaventati.
“Merlino, questo è uno scherzo davvero infantile" disse lei dirigendosi verso il mago.
“Ma efficace. Andiamo" disse prendendola per un braccio.
“No! Si da il caso che io stavo per andare a spassarmela con quei figoni che hai fatto fuggire" disse indicando la direzione in cui erano scappati.
“Non credo che torneranno" l'avvertì.
“Ma… Merlino! Quando mai mi ricapiterà un'occasione del genere? Sai cosa significa che volevano tutti e tre me? E nello stesso momento" disse lusingata.
“Significa che avresti faticato parecchio per accontentarli tutti" rispose lui, ritentando di trascinarla via, ma senza successo.
“Sei un guastafeste” disse sedendosi sul bordo di una fontana al centro della piazza.
Merlino sbuffò sonoramente; ora chi la spostava da lì?
“Già mi immaginavo i loro corpi attorno a me, scolpiti e possenti. I loro petti nudi e lucidi dal sudore e…”
“Heloise risparmiamelo, per favore" commentò il ragazzo, ma la reazione della ragazza fu di pura ilarità.
La ragazza si avvicinò all'orecchio del ragazzo e sussurrò.
“E i loro respiri ansimanti e pieni di piacere, desiderosi di penetrare nella più profonda lussuria e di godere di essa fino al momento dell'estremo godimento"
“Heloise!” urlò il ragazzo allargando le braccia e urtando la giovane.
La ragazza cadde nella fontana piena d'acqua e, nel tentativo di aggrapparsi a qualcosa, afferrò la maglia di Merlino, trascinandolo con lei.
“È gelata!” esclamò la ragazza rialzandosi dall'acqua.
“Ti serviva una doccia fredda" commentò il giovane mago alzandosi in piedi completamente fradicio.
“Sei un idiota!” sbottò spingendolo di nuovo in acqua.
“Stai ferma! Non dobbiamo attirare l'attenzione delle guardie" disse emergendo di nuovo.
La ragazza uscì dalla fontana fredda come un ghiacciolo e Merlino la seguì.
“Andiamo" le disse prendendola per un braccio e dirigendosi verso il castello.
I due entrarono da una porta secondaria e corsero per i corridoi del castello.
Heloise barcollante lo seguiva come poteva, con le ginocchia poco stabili e il vestito pesante zuppo d'acqua. Tutto andava bene, finché sentirono avvicinarsi dei passi.
Merlino l'afferrò per un braccio e la strattonò verso di sé, nascondendosi dietro ad una colonna che creava un piccolo angolo con la prete del corridoio.
“Merlino… se volevi appartarti con me bastava chiederlo" disse la ragazza per poi iniziare a ridere.
Lui strinse la presa intorno alla vita, stringendola a sé per restare il più vicini possibili al muro e le tappò una bocca con una mano.
I passi aumentarono il loro rumore e non esitavano a cambiare la loro direzione, finché furono molto vicini e rallentarono di colpo.
Merlino sbirciò leggermente e intravide una figura conosciuta.
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I ricordi riscritti
FanficPassato e futuro si legano insieme, l'inizio di un cambiamento fin dalle radici, un piano futuro per garantire un passato migliore, ma tutto questo avrà il successo sperato? Una ragazza ha l'ingrato compito, lei è stata scelta dal mago più potente e...