9. Delirio

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“Merlino!” esclamò la ragazza tirando un sospiro di sollievo.
“Gwen" disse lui facendo altrettanto.
“Che cosa…” chiese confusa guardando lo stato in cui erano ridotti.
“È troppo lungo da spiegare; dammi una mano, ti va?” le domandò porgendole la ragazza che continuava a ridacchiare stupidamente.
La presero a braccetto e si diressero verso la sua stanza da letto.
“È congelata” esclamò rabbrividendo.
“È caduta nella fontana” spiegò Merlino.
“E tu con lei” commentò Ginevra.
“Sono stato trascinato” borbottò mentre cercava di tenere in piedi Heloise
“Era alla taverna?” chiese Gwen.
“Esatto” rispose raggiungendo la stanza.
“Ma… cosa ci faceva là?” chiese aprendo la porta.
“Non lo so, ma ho qualche teoria del perché si sia ridotta in questo stato" rispose il ragazzo adagiandola a terra.
“E bravo Merlino, allora non sei uno zuccone" blaterò Heloise.
“Zuccone?” chiese Gwen.
“Sì" rise la ragazza “Merlino mi ha detto che da giovane chiamava Artù in questo modo e anche in altri, ma penso che a volte anche Merlino sia uno… zuccone" la informò.
“Ma… Merlino è arrivato da poco, non si conoscevano prima" disse Gwen confusa.
“Delira. Tu come mai eri in giro per il castello?” le chiese cambiando argomento.
“Morgana ha avuto uno dei suoi soliti incubi e non riesce a riaddormentarsi. Ho bisogno di Gaius" spiegò.
“Ci vado io, non preoccuparti. Tu sistemala, è gelida" disse.
“Io… io intendevo che il vecchio Merlino mi ha detto quelle cose. Sai… lui è saggio e potente e…” disse per poi iniziare a ridere.
“Ripensandoci… è meglio che sia tu ad andare da Gaius" disse Merlino facendo dietro front “Tu conosci meglio di me come si sente Morgana" le spiegò.
“Sì ma…”
“Non preoccuparti, ce la faccio. A… non dire una parola a Gaius, intesi?" disse Merlino, più per convincere se stesso che altri.
Gwen annuì e lasciò la stanza.
“Ho freddo…” brontolò Heloise seduta sul pavimento.
“Anch'io ho freddo piccola svergognata" sbottò il ragazzo togliendosi la maglia fradicia.
“Che fai? Ti spogli?” disse per poi iniziare a ridere.
Merlino la ignorò e aprì l'armadio in cerca di coperte o stracci che gli permettessero di asciugarsi.
“Non potresti fare quella magia per asciugarci” chiese Merlino prendendo delle coperte.
“Magia? La magia è vietata qui! Non possiamo" disse ridacchiando.
“Heloise concentrati. Puoi farla" la incitò, ma la ragazza sembrò intristirsi.
“Qui non si possono fare magie… voglio tornare a casa" brontolò.
“Ma io faccio magie, Gaius le fa quando necessario, tu le puoi fare, dobbiamo solo prestare attenzione per non farci scoprire" disse, ma la ragazza scosse la testa.
“Questo posto è orribile… già non mi piaceva il medioevo da come me lo descrivevano durante le lezioni di storia, ma viverlo… è ancora peggio. È una lotta per la sopravvivenza. Tutti i giorni ti svegli e non sai se arriverai al giorno dopo, non sai che avrai abbastanza cibo e acqua, non sai se verrai giustiziato solo perché qualcuno dice una bugia su di te, questo posto è un inferno” disse iniziando a piangere.
“Heloise, questa è la vita e tu sei parecchio ubriaca"
“No! Questa non è vita! Soprusi, violenze, prevaricazioni! Uccidete le persone come se la loro vita non contasse nulla! Se siete un cavaliere e uccidete un uomo che ha tentato di ribellarsi a voi venite acclamato. Non esistono equi processi. Non esiste l'uguaglianza tra le persone. Se non sei un principe la tua vita conta meno di quella di una vacca, perché almeno quella serve per produrre latte! Non esistono diritti per il popolo perché i diritti li ha solo chi ha potere. Se sbagli una e una sola volta vieni punito, anche se per l'intera vita hai servito e riverito il tuo signore, ora dimmi Merlino! Che razza di vita è questa?” sbraitò meglio che poteva, non riuscendo a coordinare bene la lingua.
Merlino la osservò sconvolto, mentre si alzava in piedi, col volto rigato dalle lacrime.
“E… e quello che mi sconvolge di più è che sono passati 1500 anni da questo periodo storico. 1500 anni! E nel presente non siamo ancora riusciti ad ottenere diritti totalmente equi per le persone” disse “Sembra così… assurdo! Le donne non hanno ancora pieni diritti; la mentalità delle persone è così… dura da cambiare. Le persone con diversi orientamenti sessuali vengono prese in giro, ma per fortuna lottano per i loro diritti. Il razzismo esiste ancora… perché? Cosa porta a quest'odio per le persone? Quale colpa potrebbero mai avere se siamo tutti uguali? Le persone sono esseri orribili e possono fare cose terribili” disse avvicinandosi alla finestra.
“Non siamo messi così male" disse il ragazzo.
“Vedrai Merlino, lo vedrai con i tuoi stessi occhi” disse appoggiandosi al davanzale e guardando fuori.
“Heloise devi asciugarti" le ricordò il mago, non sapendo più cosa dire.
“Sto bene" disse anche se era ancora fredda come un ghiacciolo.
“È per questo che ti sei ubriacata?” domandò Merlino, approfittando del fatto che fosse girata di spalle per spogliarsi lui stesso.
“Mi è sembrata l'idea migliore, ma io reggo benissimo l’alcool" rispose guardando il cielo notturno. “Sai… nelle grandi città le stelle non si vedono quasi più. Il cielo è coperto per l'inquinamento” aggiunse tristemente.
“Allora c'è qualcosa di buono in questo periodo" le fece notare per tranquillizzarla.
Lei annuì e si voltò, ma lo fece troppo velocemente e un capogiro la fece cadere seduta a terra.
“Merlino… cos'hai addosso?” chiese notando che era avvolto in una coperta.
“Cerco di asciugarmi ed è quello che dovresti fare anche tu" le ricordò.
La ragazza sospirò e cercò di slacciarsi il corpetto, ma senza molta fortuna.
Si tolse il mantello e lo buttò in un angolo, per poi ricominciare a cercare di allentare i lacci sulla schiena, maledicendo chiunque avesse inventato quegli abiti tanto belli ma tanto assurdi.
“Un uomo, sicuramente" borbottò ad alta voce.
Merlino scosse la testa e decise di accendere una torcia della stanza. Sopra sistemò i suoi vestiti, facendoli svolazzare per aria.
“Merlino renditi utile!” sbottò la ragazza alzandosi barcollante e raggiungendo il giovane.
“Slaccia" gli ordinò dandogli le spalle.
“Come…”
“Rompilo, fai come vuoi, basta che allenti questo stupidi lacci… anche con i denti se vuoi" borbottò la ragazza per poi ridacchiare maliziosamente.
Merlino fece quel che poté e la ragazza se lo tolse davanti a lui.
“Finalmente" esclamò lei abbassandosi per raccoglierlo, ma il suo equilibrio fallì di nuovo, facendola sdraiare a terra.
Merlino scosse la testa.
“Hey Merlino…” disse osservando la torcia accesa.
“Cosa vuoi?” chiese.
“Ecco… quelle non sono le tue mutande che vanno a fuoco?” chiese la ragazza osservando quei corti pantaloncini bianchi che bruciavano allegramente.
“Le mie… cosa?” chiese voltandosi. Spalancò gli occhi e con lo sguardo spostò immediatamente il falò sul pavimento e lo colpì con forza con una coperta, con le risa esilaranti di Helewise come sottofondo.
“Di certo sono asciutte" disse sollevandole con le sue stesse mani e guardando i danni ormai irreparabili.
La ragazza rideva e si contorceva di gusto sul pavimento, con addosso la sottoveste tipica del tempo.
Merlino non ci trovava niente da ridere e recuperò i suoi pantaloni ormai asciutti e… ristretti.
La ragazza li vide e iniziò a ridere più forte di prima, mentre il mago li osservava sconvolto.
“Heloise da sobria sei difficile da gestire, ma da ubriaca sei ancora peggio!” esclamò esausto.
“Nessuno ti ha chiesto di farmi da babysitter” rispose lei.
“Non saresti stata capace di gestirti" la rimproverò.
“Io mi stavo divertendo con quei bei ragazzi"
“Hai rischiato di farti scoprire da Gwen! A loro cos'avresti rivelato?” sbottò il mago.
“Niente” disse gattonando verso l'armadio.
“E sai perché?” disse mentre Merlino si infilava i pantaloni accorciati.
“Perché sarei stata impegnata a urlare i loro nomi" disse per poi ricominciare a ridere.
“Nemmeno sai i loro nomi" le ricordò toccando la canotta asciutta e indossandola.
“Glieli avrei chiesti” rispose trovando un cambio per i suoi slip bagnati.
Merlino sbuffò, rinunciando a indossare la sua maglietta bagnata e la ragazza si spogliò, per poi cambiarsi.
“Heloise, hai finito di cambiarti?” chiese il ragazzo.
“Certo che ho finito… non ho altre sottovesti al momento, ma sono presentabile" disse alzandosi e dirigendosi verso il ragazzo.
Merlino si voltò e notò che indossava solo un paio di mutandine.
“Heloise!” esclamò buttandole addosso una coperta.
“Che vuoi? Non hai mai visto un paio di tette nude?” bofonchiò offesa.
“Per favore, vai a dormire e fatti passare questa sbornia, sei più imbarazzante del solito”
Lei sorrise divertita e si avvicinò a lui, ma inciampò nei propri piedi e si aggrappò al ragazzo, finendo a terra con lui.
“Anche tu hai bevuto, non è vero?” gli disse continuando a ridacchiare, col volto appoggiato sul suo petto.
“Di sicuro non quanto te" ammise divertito.
“Oh, come mai sorridi ora?” gli chiese maliziosamente.
“Non… non sto sorridendo” disse tornando serio.
“Merlino rilassati, voglio solo raggiungere il mio letto e dormire. Ho un tale mal di testa" ammise.
“S-sì, certo” disse lui deglutendo rumorosamente.
“Che cos'hai? Sei teso" disse lei.
“Ecco… hai un profonda scollatura… potresti…” disse arrossendo.
La ragazza sorrise prontamente e si tolse la coperta di dosso.
“No! Io intendevo…” disse Merlino arretrando, ma trovò il muro dietro di lui.
“Toccami" disse lei guardandolo negli occhi.
“Cosa? No!” esclamò cercando di guardare altrove.
“Merlino…” ansimò la ragazza mettendosi a cavalcioni sui suoi fianchi.
“Non posso, Heloise non è giusto, non sei in te" disse, ma la ragazza passò una mano sul suo viso e strinse i suoi capelli ancora umidi tra le dita.
Gli spinse indietro la testa e lo baciò sul collo, facendolo rabbrividire.
“Heloise … no…” disse con un fil di voce.
Infilò una mano sotto la sua canotta e lo graffiò, scendendo con le unghie dal petto fino all'ombelico.
Il ragazzo si lamentò dal dolore, non riuscendo a distinguere se quello che provava era in realtà piacere.
“Toccami Merlino, toccami!” disse spingendo il seno sul petto di lui.
Il ragazzo mise le mani sui suoi fianchi e lei premette il bacino sul suo.
“Merlino!" disse sorridendogli sorpresa.
Il ragazzo sapeva benissimo perché sorrideva.
“Allora anche tu hai qualcosa che si sveglia là sotto" disse muovendo il bacino sopra i suoi pantaloni stretti.
Merlino non seppe come fece, ma raccolse tutta la sua buona volontà e spostò la ragazza di lato. Si alzò e corse fuori dalla stanza, lasciando la ragazza sola e sconvolta sul pavimento.
“Merlino!” sbraitò
Ormai il ragazzo era lontano, ma dovette fermarsi un attimo a riprendere fiato. Ancora non riusciva a rendersi conto di quello che era appena successo.

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