10. Heloise

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“Heloise ” la chiamò qualcuno aprendo la porta e trovandola a guardare fuori dalla finestra in quella splendida giornata di sole.
Lei si voltò di soprassalto e spostò lo guardo su Morgana che entrava nella stanza.
“Mia signora" disse facendo un piccolo inchino.
“Volevo chiederti come stai" le domandò.
“Bene mia signora, la mano sta guarendo, presto potrò continuare il suo abito" l'avvisò.
“A parte la mano, come stai?” le chiese.
“Bene mia signora" rispose sorpresa.
“Ti trovi bene qui al castello?”
“Sì, io… non sono abituata" ammise sorridendo.
“Lo immaginavo. Non ti vedo quasi mai uscire da questa stanza"
“Ogni tanto, quando serve…” rispose la ragazza.
“Heloise, se non ti trovi bene qui puoi sempre lasciare il lavoro e tornare a casa. Non sei obbligata" l'avvertì.
“Oh no mia signora, devo solo adattarmi" rispose.
“Va bene, ma se c'è qualcosa che ti turba sappi che con me o con Gwen puoi parlare. Siamo amici"
La ragazza annuì riconoscente, senza parole da tutta quella comprensione.
“Ascolta… se delle guardie verranno a cercare nella tua stanza non preoccuparti, cercano il libro che avevano sequestrato a quel poveretto che è stato ucciso durante la fuga”
“Oh… va bene, grazie" disse solamente e Morgana si congedò.
“Vedi Heloise? Non è poi così male qui e Morgana è addirittura simpatica" disse facendo un respiro profondo e andando a controllare che il libro invisibile fosse ancora al suo posto. Lo prese e lo spostò contro il muro, tenendolo sempre sotto al letto.
“Per questo non c'è problema" disse.

“Merlino, tutto bene?” chiese Gaius al ragazzo di fronte a sé, che aveva lo sguardo fisso nel vuoto, con un cucchiaio di zuppa fermo sotto il suo naso da parecchi minuti.
“Cosa?” chiese facendo cadere il cucchiaio che, finendo nella zuppa, la fece schizzare ovunque.
“C’è qualcosa che non va" affermò Gaius guardandolo preoccupato.
“Niente, ve lo giuro" rispose ricominciando a mangiare la zuppa.
“Dove sei stato l'altra sera?” chiese, facendo andare di traverso la zuppa a Merlino.
“Ero qui" disse.
“Merlino, il letto era vuoto. Mi sono alzato a dare un sonnifero a Gwen, per Morgana, e dopo sono venuto a controllare che fossi a letto"
“Mi controllate anche la notte?” chiese il ragazzo.
“Merlino dov'eri?” insistette.
“Sono andato… alla taverna" ammise.
“Tu non vai mai alla taverna!” esclamò Gaius sconvolto.
“Bhè, ogni tanto sì" borbottò il ragazzo.
“Merlino…”
In quel momento delle guardie entrarono nella stanza seguite da Artù.
“Mio signore, a cosa devo quest'intrusione?” chiese Gaius alzandosi in piedi, mentre le guardie setacciavano la stanza.
“Mi dispiace Gaius, ma è sparito un libro di magia che doveva essere distrutto. Il re ha dato l'ordine di perquisire ovunque” spiegò.
Gaius guardò sospettoso Merlino, ma lui alzò le spalle innocentemente e andò in camera sua a controllare che non trovassero il suo libro di magia.
Poco dopo Artù e le guardie se ne andarono senza aver trovato nulla e Gaius vi volse immediatamente verso il ragazzo.
“Spero che tu non sappia dove sia quel libro” disse.
“Ovvio che no, perché dovrei avere un libro di magia se ne ho già uno affidabile?” chiese divertito.
“Allora cambio frase. Tu sai chi ce l'ha?”
“Posso dire che è in un posto sicuro”
“Merlino, non mi interessa niente di quel libro, a me interessa che le guardie non vengano qui a guardare ovunque o saremo noi a finire nei guai per colpa di un'altra" sbottò.
“Perché parlate al femminile?” domandò fingendo di non capire.
“Sai benissimo il perché! E adesso sistema tutto il casino che hanno fatto le guardie” borbottò.

“Heloise" la chiamò Artù, vedendola uscire dalla sua stanza.
“Mio signore" rispose lei.
“Mi dispiace per l'intrusione nelle vostre stanze, ma il re ha ordinato…”
“Lo so, non serve che vi giustifichiate" lo tranquillizzò.
“Oh… bene, io…”
“Lo avete trovato?” chiese la ragazza.
“Non nelle vostre stanze" rispose facendola sorridere.
“So che non l'avete trovato nelle mie stanze, vi chiedo se lo avete trovato altrove" chiese.
“No, non ancora, ma il re mi farà ribaltare il regno per ritrovarlo" le disse.
“È così importante? Di certo non è l'unico volume esistente sulla magia"
“Distruggerne uno è sempre meglio che nessuno, non credete?” disse allontanandosi.
“Certo" rispose osservando il giovane allontanarsi.
“Heloise" esclamò Gwen vedendola.
“Ginevra” rispose sorpresa.
“Come stai?” chiese.
“Bene” rispose annuendo.
“Sai… l'altra notte…”
Heloise spalancò gli occhi imbarazzata.
“Oh! Certo, quella notte. Io… non stavo bene e sono andata alla taverna" sorrise divertita.
“Non è un buon posto dove andare" l'avvertì.
“Sì, è vero… anche se pensavo fosse peggio" disse ridendo, ma smise subito vedendo che Gwen non rideva.
“Ecco… non è molto diverso da dove vengo io" disse.
“Capisco… bhè, sono contenta che ti sia ripresa" disse per poi salutarla e andarsene.
“Heloise ”
“Ma perché oggi mi chiamate tutti?” esclamò voltandosi e vedendo Gaius andarle incontro.
“Ho ragione di credere che tu possegga un libro che non è tuo" disse a bassa voce.
“E anche se fosse?” chiese lei.
“Le guardie stanno ispezionando ogni angolo del castello, lo sai questo?” l'avvertì.
“Sono già venute da me" lo informò sorprendendolo.
“E allora?” chiese lui.
“E allora niente, sono andati a cercare altrove" rispose facendo le spallucce.
“Ascoltami bene ragazzina, per colpa tua hanno cercato anche nelle mie stanze e in quella di Merlino e ringrazia il cielo che non abbiano trovato i nostri di libri o ti avrei fatto pentire di essere venuta qui" sbottò.
“Da come Merlino vi descriveva non eravate così acido" borbottò lei.
“Ci tengo a Merlino e lo proteggo, ma tu stai rendendo questo compito più difficile di quanto già sia. Quel ragazzo si mette già abbastanza nei guai da solo, non ha bisogno di una compagna di giochi”
Heloise fece una smorfia e se ne andò, lasciando Gaius da solo nel corridoio.
“Dove vai?” la seguì.
“Devo rendervene conto?” sbottò lei.
“Sì se ti comporti come una bambina" la rimproverò.
“Sono venuta qui per aiutare Merlino, siamo dalla stessa parte, non dovete badare a me" brontolò fermandosi.
“Non vorrei avere un'altra a cui badare, credimi, ma il tuo comportamento mi obbliga a fare il contrario"
Lei fece un respiro profondo, cercando di calmarsi.
“Va bene. Oggi allora dobbiamo parlare di piani, siete libero ora?” chiese la ragazza.
“Quali piani?” chiese confuso il vecchio.
“Morgana sa dei suoi poteri?” domandò schiettamente facendo sobbalzare Gaius.
Si guardò intorno circospetto e la trascinò in un angolo appartato.
“Morgana non deve sapere nulla" sbottò.
“Così facendo l'allontanerete. Lei ha diritto di sapere" insistette.
“Non deve sapere nulla"
“Lo scoprirà comunque" rise la ragazza.
“Come?” chiese e la giovane esitò per un attimo.
“Merlino… la condurrà dai druidi…”
“Basterà che Merlino non lo faccia" rispose.
“Non servirebbe a nulla! Non potete nasconderle una cosa del genere" esclamò ad alta voce.
“Nascondere che cosa a chi?” domandò Artù poco lontano.
“Ad una donna malata mio signore… non vorrei darle il dolore di sapere che per lei non c'è nulla da fare” rispose Gaius prontamente.
Artù annuì.
“Heloise, dovresti imparare ad ascoltare Gaius, è molto saggio" le disse.
Lei annuì e Gaius sorrise al principe.
Heloise si allontanò subito dopo e Gaius non riuscì a fermarla.

“Quella ragazza è fuori controllo" sbottò Gaius vedendo Merlino seduto al suo tavolo.
“Cos'ha fatto?” chiese il ragazzo.
“Ha attirato l'attenzione di Artù parlando a voce troppo alta e non è tutto. Ha anche detto che dobbiamo dire a Morgana dei suoi poteri" lo informò.
“Forse gliel'ho detto io nel futuro" disse Merlino.
“Morgana non deve sapere, sarebbe pericoloso. Almeno tu ascoltami!” esclamò non sapendo più come fare per farsi stare a sentire.
“Sì Gaius, ti ascolto" rispose il ragazzo.
“E ora è corsa via chissà dove" sbottò Gaius.
Merlino non fece una piega e finse di non aver sentito.
“Merlino, devo dirti io di andare a cercarla?” chiese Gaius.
“Non capisco se volete che le stia vicino o lontano" ammise il ragazzo.
“Vicino quanto basta, ma ricorda di non farti affascinare dalla sua conoscenza" lo avvertì.
Merlino annuì ed uscì a cercare la ragazza.
Il sole stava ormai calando e Merlino stava esaurendo i luoghi in cui cercare, ma ormai sapeva dove non aveva ancora controllato.
Si diresse in quel luogo e la trovò seduta allo stesso tavolo, ma senza cappuccio in testa.
“Ancora qui?” chiese sedendosi accanto a lei.
La ragazza si voltò verso di lui e sorrise dolcemente.
“Ancora qui" rispose “ma la caraffa è più piccola" disse indicandola di fronte a sé.
Merlino sorrise, ma non aggiunse altro.
“Io… volevo scusarmi con te" disse a fatica la ragazza, fissando la maniglia della caraffa.
“Scusarti?” domandò lui.
“Sì… insomma… non ricordo molto bene ma… credo di essermi resa piuttosto ridicola" disse arrossendo visibilmente.
Merlino sorrise divertito.
“Bhè, è stato anche divertente" ammise il ragazzo.
“Quale parte?” chiese lei appoggiando la schiena al muro che faceva angolo e allungando le gambe sulla panca, fin dove era seduto Merlino.
“Ecco… la fontana" rispose lui.
“Se ci fossimo presi una polmonite sarebbe stato meno divertente" ammise la ragazza.
“Sì… è vero" confermò il ragazzo sorridendo.
“Che altro?” chiese lei.
Merlino notò in quel momento che la birra era quasi finita.
“Sei di nuovo ubriaca?” le domandò.
“No… non come l’altra sera" rispose lei con calma.
“Perché lo fai?” le domandò e la ragazza lo guardò tristemente negli occhi.
“Gaius mi odia" disse scuotendo la testa.
Merlino sospirò, appoggiando la testa al muro alle sue spalle.
“Gaius non ti odia” la rassicurò.
“Mi considera una ragazzina idiota, un intralcio per il lavoro per state facendo" sbottò.
“Ha solo detto che sei troppo avventata" le disse.
“Avventata" ripeté pensandoci su.
“Dovresti… pensare di più alle conseguenze delle tue azioni” le spiegò.
Lei annuì e finì di bere la sua birra.
“Pensate che io non ci pensi?” sbottò alzandosi in piedi.
Merlino si spostò e la ragazza uscì dal locale chiassoso.
“Perché scappi?” chiese il ragazzo confuso.
“Non voglio parlare di questo argomento" disse continuando a camminare.
“È questo il tuo problema. Tu scappi”
“Io scappo? Io ho rischiato la vita per salvare quell'uomo" esclamò.
“E ora scappi perché non è andata come volevi"
“Ci ha rimesso la vita… ti sembra poco?” esclamò.
“Non puoi cancellare tutti gli errori che commetti" le disse.
Lei annuì e rallentò il passo.
I due tornarono al castello e raggiunsero la stanza di Merlino.
“Non mi hai ancora risposto" disse lei, prima che il ragazzo entrasse.
“A cosa?” domandò confuso.
“Cosa ti ha divertito quella… notte?” chiese incuriosita.
“Sei sicura che non ricordi nulla?” chiese divertito.
“Non ricordo bene” ammise.
Merlino si voltò a destra e a manca prima di rispondere, in cerca della risposta.
“La fontana" rispose.
“Lo ha già detto" disse.
“Gli straccio volanti che hanno fatto fuggire quei tipi e… bhè…”
“Ricordo un tuo sorriso, ma non ne ricordo il motivo" disse lei giocando con i suoi boccoli.
Merlino diventò rosso come un pomodoro ben maturo.
“Ecco… tu… insomma… io… è una cosa che succede ai… maschi" disse annuendo “Bhè, è tardi, devo andare” disse.
“Ok… senti, so che non dovrei tornarci ma… se domani mi capitasse di tornare alla taverna, verresti a farmi compagnia? Non… mi sento molto sicura da sola" disse.
“Va bene" rispose lui.
Lei annuì e se ne andò; mentre camminava ripensava alle parole di Merlino.
“Una cosa che succede solo ai maschi… oh cazzo!” esclamò arrossendo e accelerando il passo.

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