Il viaggio.

78 6 0
                                    

Scendo a fare colazione dopo essermi vestita. Non mi piace andare in giro in pigiama. Mentre mi dirigo in cucina osservo la casa ancora piena di scatoloni, ci stiamo per trasferire. Oggi ci aspetta un lungo viaggio.

Qui ormai il mio patrigno non vuole più stare. Noi vivavamo con la nonna. Dopo la sua morte molte cose sono cambiate.

Quando aveva solo la mia età mia madre rimase incinta del suo fidanzato. Non appena seppe la notizia quel verme scappò,  lasciandola sola.

Da li mia nonna decise che avrebbe cresciuto sua nipote, me, per assicurarsi che non cadessi in situazioni "sconvenienti".

Mia madre come già sapete si risposò dieci anni fa, quando io avevo solo sette anni.

Non avevo avuto mai un padre, fui entusiasta che Manuel entrasse a far parte della mia famiglia. Un anno dopo nacque mia sorella Amelia.

Era bellissima con quei suoi occhi azzurri, la sua pelle candida. Adesso ha anche dei capelli castani lunghi e mossi. Sembra una bambola, io la adoro.

Tornando a noi, osservo le vecchie foto appese al muro. Che bella da giovane la mamma. Li accanto una foto di mia nonna, con il suo sguardo dolce e accogliente.

<< GIORGIA, muoviti a fare colazione dobbiamo partire presto.>> urla mia madre alle prese con gli scatoloni.

Non dico nulla e mi dirigo a fare colazione.

Finiti i preparativi, l'ultimo scatolone è sul furgoncino, pronto a partire. Noi ci dirigiamo verso la macchina e prima di partire saluto la casa di mia nonna. Che per tutta la mia vita mi ha accolta, è ora di lasciare il nido.

Guardo fuori dal finestrino e penso a gli amici che avevo nella mia scuola. Francesca la mia migliore amica. Mi viene da piangere, anche se la sentirò al telefono quasi sempre per raccontargli come mi trovo in questa nuova città.

Spero che sia una bella città, specialmente la casa in cui andremo a vivere. Manuel sembra essere molto contento. Ci credo ha deciso tutto lui, ma gli voglio bene lo stesso come un vero padre.

<< Giorgia, non parli, che hai sei triste? >> mi chiede mia madre preoccupata.

<< Aurora lasciala tranquilla, ora sta zitta per poi poter parlare con i suoi nuovi amici...>> dice Manuel sghignazzando.

Sempre se riuscirò a farmi degli amici. Essendo nuova anche nella mia scuola, tutti si saranno già trovati degli amici escludendomi.

Amelia si è addormentata attaccata alla mia spalla. È così dolce. Io non le somiglio molto. A  differenza di lei io ho occhi verdi, capelli rossi fuoco. Lei ha preso da suo padre. Infatti Manuel è un uomo proprio affascinante, mia madre ha scelto proprio bene. Mi chiedo spesso come fosse mio padre. Anche perché io ho preso da mia madre, non riesco ad immaginarlo.

Siamo arrivati in città.  È una cittadina grandissima. Circondata da bei edifici.

Prima vivevamo in un paesino e la casa di mia nonna era in campagna in mezzo a bellissimi alberi. Qui di alberi ce ne sono poco niente.

Scendiamo dalla macchina ed ecco la nostra nuova casa. Viviamo in un condominio. Appena Manuel gira le chiavi nella fessura della porta, mi palpita forte il cuore pensando: è qui che vivrò d'ora in poi.

Ora è per sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora