Devo stare calma. La mia borsa è a casa di Carla. Tutti dormono. Mia madre non sembra preoccupata. Altrimenti la luce sarebbe ancora accessa. Dai almeno sta tranquilla.
Io invece sono agitatissima. Non posso suonare. Non voglio svegliare nessuno. Ho dimenticato la borsa con tutto dentro, le chiavi...
Ok... Devo riflettere.
Mi incammino incerta verso il portone del vicino. Di Axel. Dovrò pur chiedere aiuto a qualcuno. Anche se mi sento ancora imbarazzata per prima.
Busso così piano che spero quasi di non essere sentita da Axel. La porta si spalanca all'improvviso come se lui fosse lì ad aspettarmi. Sperando che io bussassi alla sua porta. Ha il viso tutto rosso. Immagino che anche la mia faccia sia come la sua. Mi guarda con una faccia imbarazzata ma dolce. Vorrei abbracciarlo.
Non lo so perché ma vorrei buttarmi tra le sue braccia. Lui mi guarda.
<< In realtà... sapevo avresti bussato. Mi ero accorto che non avevi la borsa. Da quel poco che ti conosco avrei immaginato che non avresti avuto il coraggio di suonare disturbando la tua famiglia. Dai entra, non guardarmi così... Mi fai... mi fai diventare matto. >> mi dice così dolcemente che vorrei baciarlo. Anche se non è da me. Non lo farei mai, ma lo penso e lo desidero.
Perché è così? Mi fa diventare a me matta. Il mio cuore palpita così forte. Lui mi afferra e mi trascina dentro.
<< Grazie Axel, non so veramente come ringraziarti. Sei davvero così... >> non voglio dirlo, non voglio che si monti la testa.
<< Così? Figo, sensuale, sexy, simpatico. Lo so, lo so. Tutte perdono la testa per me. >> urla ridendo, sembra che spari cose a caso.
Eccolo che rovina sempre tutto. Sbuffo.
<< Se vuoi possiamo dormire insieme. Vicini vicini. Basta che non mi salti addosso. >> mi dice ridacchiando.
<< Che stupido che sei. No, se per te non è un problema dormirò sul divano... comunque grazie. >> mi sento girare la testa, forse è perché non sono abituata a bere, anche se non troppo...
Sto per cadere inciampo addosso ad Axel, che mi afferra guardandomi incredulo. Sgrana gli occhi.
<< Tutto bene? Giorgia? Giorgia... Ei Giorgia. >> lui mi parla mi guarda, sono tra le sue braccia robuste. Che bella sensazione mi sento protetta. Non riesco a dire nulla, sono così stanca. Il suo profumo mi inebria. Lo sento ne voglio ancora di più. Ma non riesco a fare nulla e mi addormento tra le sue braccia e le sue parole che chiamano il mio nome.
Mi sveglio, sono le dieci di mattina, vedo l'orologio su una parete. Cavolo. Dio no, ho saltato scuola. Anche se adesso questo è l'ultimo dei miei problemi. Dove sono? Che buon profumo. È di Axel. Mi giro attorno e guardo dove sono.
Non ci credo, sono nel suo letto. O Dio sono agitatissima. Lui non c'è.Non ci voglio credere. Ha una stanza bellissima. Con un letto matrimoniale gigantesco. Mi sento così in imbarazzo. Non posso crederci. Non avremo dormito insieme spero... No lui non avrebbe avuto il coraggio.
Mi guardo e rimango scioccata. Io non ho addosso i miei vestiti, una semplice maglia, che mi sta gigante. Facendomi da vestito. Sembra essere di Axel. Almeno ho ancora l'intimo addosso. Ei aspetta...
Axel mi ha spogliata? Cioè mi ha cambiata? Ha sicuramente visto il mio intimo infantile. Con delle fragoline.Cosa faccio e con quale faccia mi presento?
Sento aprire la porta. Di scatto mi copro con le coperte come se fossi nuda. Mi vergogno.
<< Buongiorno. Fragolina carotina. Dormito bene? >> è Axel con in mano un vassoio e la colazione. Sembra contento e per niente imbarazzato...
Aspetta ho sentito bene. Ha detto fragolina?
Allora è vero ha visto il mio intimo.<< Axel scusa. Io sono mortificata.>> gli dico inizialmente. Ma poi penso a quello che ha fatto...
<< Sono furiosa. Come hai potuto cambiarmi? Mi ha visto seminuda. Ti rendi conto di ciò che hai fatto? >> sono un peperone rosso, mi vorrei nascondere. Lui mi guarda, posa il vassoio sul comodino. Si avvicina, sale sul letto. Inaspettativamente mi abbraccia. Avvolgendomi nel suo profumo. Tra le sue braccia.
Provo un sentimento del tutto nuovo, così intenso che mi sembra di sognare. Ricambio l'abbraccio, non resisto più. Lui fa un sussulto.
<< Pensavo stessi male. Ieri ti ho chiamato più volte, ti sei addormentata tra le mie braccia. Poi non volevo. Ti giuro che non volevo. Ma ti ho cambiato e
per sbaglio... >>
si ferma a parlare. Non posso vedere la sua espressione, siamo avvolti in un abbraccio profondo.
<< Per sbaglio ti ho sfiorato, le tette. >> ridacchia...
Subito tolgo le mie braccia da lui e lo guardo incredula e inizio a picchiarlo con dei pugni da bambina piccola. Lui continua a ridere, io mi lamento.
<< Sei un vero stupido, ti odio, non ti avvicinare, scemo! >> gli urlo contro.
<< Non mi sembra che ieri sera fossi contraria. Non hai detto nulla. >> fa un sorrisetto compiaciuto.
<< Ci credo dormivo...>> mi calmo e gli rispondo.
<< Comunque Carla ha usato il tuo telefono per avvisare tua madre. Le ha detto che eri da me. Ovviamente gli ho detto io di farlo. Se non ti avesse vista nel tuo letto si sarebbe preoccupata. >>