Sono perplessa, voglio andare alla festa, semplicemente non mi va di scocciare a Axel.
Infondo da quando sono qui mi ha già aiutato in molte cose. Anche se devo dire...
Non mi dispiacerebbe fare un giro sulla sua moto, soprattutto toccandogli i suoi addominali scolpiti. Cavolo, è fantastico anche troppo. Devo dimenticarmi di lui, piace a Carla.
Quasi non mi riconosco più, io sono sempre stata timida quando si parlava di ragazzi, sarà l'età. Certo che però quel ragazzo trasuda sensualità.
Ok... adesso sto esagerando, non mi riconosco seriamente. Cos'è questa sensazione? Questa fitta?
Il mio cuore palpita fortissimo, esco immediatamente dalla vasca. Stare troppo in acqua mi avrà fatto male.
Mi asciugo, mi mento una tuta velocemente, sono le sei e mezza, vado a vedere se Axel è d'accordo. Si, vediamo se gli va di accompagnarmi, già che va là.
Cavolo, quasi mi dispiace approfittare così di lui.
Esco di casa con i capelli bagnati, busso alla porta di Axel . Nessuna risposta. Cerco di bussare di nuovo, mi blocco, non riesco a muovermi. Il mio cuore, cos'ha? Non sono tanto normale.
All'improvviso si apre il portone, eccolo, in asciugamano, con i suoi addominali scolpiti. Alcune gocce d'acqua che gli scendono dal volto, passando sul collo, per poi finire sugli addominali. Vorrei dissetarmi da quelle gocce.
<< Ti stavo osservando, dallo spioncino, sei strana sai? Perché hai bussato una sola volta, come faccio a sentirti? Ero a farmi un bagno... >> mi dice con la voce un po' roca.
<< Ah, e, che... C'è. Sai no?! >> non riesco a parlare. Mi sento avvampare. I miei occhi cadono in punti in cui non dovrebbero.
<< Tutto bene? Forse hai un po' di febbre? Sei tutta rossa. >> ride.
Sa benissimo cosa c'è, non può presentarsi davanti a una ragazza, della mia età con gli ormoni impazziti, in quel modo per giunta.
Mi volto, << Senti se non è un disturbo per te... sai Carla, mi ha invitato alla sua festa eee... >> sono un po' confusa, come scrocco un passaggio? Potrebbe sembrare una scusa per poter stare addosso a lui.
<< Lo so, lo so, vuoi un passaggio, Carla mi ha scritto prima. Senti vuoi entrare? Sai com'è sono zuppo, non mi sembra che tu sia messa meglio. >> mi dice tranquillo. Come fa ad essere così naturale?
<< Veramente...>> non finisco di formulare una frase che mi trascina dentro e chiude il portone. Tremo, ma perché sono così agitata, pensieri poco "normali" mi pervadono nella testa.
<< Vado ad asciugarmi e vestirmi. Tu fai come se fossi a casa tua. >> mi dice prima di dileguarsi in camera.
Sono agitata. Come mai prima. Cosa mi sta accadendo? Non posso comportarmi così, devo avere un po' di ritegno. Anche se alcuni pensieri al solo pensarci...
Questa casa, è ordinatissima. Aveva detto di vivere da solo e nonostante ciò riesce a mantenere tutto ordinato, strano per un maschio della sua età... Aspetta ora che ci penso. Quanti anni ha?
Dovrebbe avere la mia età essendo nella mia classe, che sciocca che sono. Seconda cosa, questa mattina come faceva a sapere che la mia scuola fosse quella? Io non gli ho detto nulla, non può aver sovrapposto una cosa simile...
Torna vestito. Peccato... no aspetta.
<< Senti. Prima domanda come, facevi a sapere che io mi fossi iscritta alla tua stessa scuola? Seconda... Quanti anni hai? >> gli dico diretta.
<< Questa mattina, tuo padre è venuto a chiamarmi per fare colazione assieme, tu dormivi e io ho parlato con i tuoi genitori. Tua madre mi ha detto che eri iscritta lì. Poi tuo padre è andato a lavoro e ho pensato di poterti accompagnare. Per quanto riguarda l'età, io ho 18 anni. >> mi risponde tranquillamente.
<< Grazie >> gli dico sbalordita per la sincerità. Lui gira la testa altrove e sorride portando una mano vicino alla bocca.
<< Che scema che sei >> ridacchia.
Vorrei mangiarmi quel grazie di poco fa.
<< Allora... non serve che mi accompagni, pensavo di non venire. >> gli dico seccata.
<< No cara mia. Adesso! Tu vieni! E ti accompagno io. Dopo che Carla mi ha assillato. >> mi risponde aggrottando la fronte.
Quella frase sembra avere un doppio senso... ok adesso la devo smettere per davvero.
<< Allora a dopo, vatti a preparare io avviso Carla che ci saremo. >> mi dice accompagnandomi fuori.
Sono confusa. Rientro in casa mia. Dovrei dirlo alla mamma.
<< Giorgia mi leggi la favola della buona notte stasera? >> Amelia mi chiede con due occhioni teneri.
<< Scusa Amelia devo chiedere una cosa alla mamma. Magari può leggertelo lei stasera>>. gli dico, anche se mi dispiace.
Sbuffa e se ne va via.
<< Mamma, stasera... Ci sarebbe una festa, mi hanno invitata posso andare? >> gli chiedo lentamente.
<< Dipende... Con chi ci vai? >> mi chiede con un sorrisetto.
<< Con...con Axel >> divento rossa.
<< Va bene. Ma che non sia un abitudine. >> mi risponde. Si volta e ride. Sembra stranamente contenta.
<< Portati le chiavi, mi raccomando. >> mi urla, mentre mi dirigo a prepararmi.
Sono in camera e non ho idea di cosa indossare. Ci sono. Ho un vestito. Meglio dire una maglia, che mi fa da vestito.
È a righe bianche e blu. Metto le calze color carne e gli stivali beige con una giacca di pelle abbinata. Sciolgo i capelli e sono asciutti e mossi. Non averli pettinati li ha resi così. Poi si sono asciugati anche da soli.
Meglio così sprecherò meno tempo a prepararmi. Mi trucco, prendo la borsa, il cellulare e metto dentro un sacchettino di cioccolatini per Carla.
Saluto mamma e Amelia che sembrerebbe arrabbiata. Mi volto chiudo il portone e ho la strana sensazione di aver dimenticato qualcosa. Ma lascio stare e mi dirigo da Axel che mi aspetta alla sua moto.
Mi fissa. Fa un sorriso, appena mi avvicino cambia faccia e torna normale.
<< Andiamo? Sei pronta a scatenati? >> mi dice ridendo.
<< Cosa ridi? Ovvio che sono pronta. >>
gli rispondo voltando lo sguardo altrove.
<< Sai, non sembri una da festa. Poi non dire mai "sono pronta" ad un ragazzo. Potrebbe pensare di tutto. Come col primo con cui l'hai fatto... >> dice cambiando espressione due volte di seguito.
Non lo capisco. Cosa diavolo farnetica. Primo tipo?
Cavolo pensa io abbia fatto... Assolutamente no!<< Cosa farnetichi? Io mi diverto tantissimo alle feste. >> rispondo solo alla prima affermazione tralasciando il resto, che sinceramente mi imbarazza molto.