Chelis rimase immobile per qualche minuto dopo che la porta si fu chiusa alle spalle di Griff, come se non riuscisse a decidere se credere o meno a quello che era appena successo; i suoi occhi erano sgranati, il viso cinereo e si teneva il braccio ferito premuto contro il petto, le labbra che tremavano. Il sangue gli inzuppava già la tunica e pesanti gocce cadeva a terra ticchettando leggere. Aveva perso ogni compostezza e Zefira provò un pizzico di pena per lui:da quando l'aveva comprata si era sempre mostrato forte, il perfetto Rhiel che tutti avrebbero ammirato e desiderato come alleato; probabilmente era solo una maschera, la ragazza se ne rendeva conto solo in quel momento. Chelis era in realtà un uomo debole, che aveva scelto una vita dura nel tentativo di sembrare invincibile ma che finiva con l'essere solo un vinto, uno scarto, la pedina della scacchiera di Griff; aveva cercato di ribellarsi ad un piano che fin dall'inizio non lo aveva convinto, ed aveva visto smascherata del tutto la sua inutilità e sacrficabilità.
Un attimo dopo, come se nulla fosse successo, si era alzato con in viso la solita espressione dura e stava avvicinandosi alla ragazza con occhio vuoti e privi di ogni luce, fissandola in un modo che le metteva brividi. Apr la bocca e deglutì, leccandosi le labbra.- Vai in giardino.
Lei esitò, fissandolo dal basso; non poteva davvero ucciderla solo perchè Griff lo voleva, no?- Padrone...Non...
-Vai in giardino!-ripetè lui urlando, gli occhi fuori dalle orbite; Zefira sussultò e si alzò, uscendo dalla porticina sul retro; scoccò un'ultima occhiata all'uomo da sopra la spalla, prima di chiudersi la porta alle spalle: era pallido e frugava in un cassetto del tavolo alla ricerca probabilmente di qualche benda. La ragazza uscì nel giardino e osservò i contorni appena visibili della catasta di legna da ardere accanto al muro, del palo infisso al centro della terra arida, del cavallo di Chelis che nitriva, legato in fondo al giardinetto; l'aria era ancora fredda, ma non più così pungente...Mancava poco all'alba ormai.
Cercò di riordinare i pensieri: Griff aveva ordinato a Chelis di ucciderla, ma lui lo avrebbe fatto? Non aveva mai voluto piegare la testa davanti a nulla e nessuno, possibile che fosse così prono alla Fata da....rabbrividì: dopotutto lei era solo una Schiava, lo era sempre stata e Griff aveva il potere necessario per piegare anche la volontà ferrea di Chelis, lo aveva appena dimostrato con poche, sprezzanti parole. Pensò a Lilieth, probabilmente l'unico che potesse davvero mettere la parola fine ad una eventuale ribellione mentre Ombra era lontano e di certo il solo che avrebbe aiutato lei. Doveva avvisarlo di quello che stava succedendo, subito, prima che fosse troppo tardi: non poteva permettere che il Villaggio cadesse nelle mani di uomini come Griff o Chelis, convinti che le regole fosse solo una stupida limitazione; sarebbe stata l'anarchia, la fine non solo per lei, ma per le tutte le Schiave o gli Adepti troppo deboli o chiunque non fosse spietato quanto loro.
Indietreggiò, allontanandosi dalla casa tenendo gli occhi fissi sulla porta in attesa che l'uomo uscisse; di certo Chelis stava medicandosi la ferita al braccio: Zefira non aveva un occhio molto acuto, ma aveva l'impressione che Griff avesse procurato al Rhiel una ferita non mortale, ma grave abbastanza da rallentarlo e metterlo in guardia circa l'effettivo pericolo a cui andava incontro ribellandosi a lui.
Il giardino della casa dovei viveva da anni era piccolo e quadrato, con al centro il palo dove era stata legata Alysia. Il cavallo di Chelis nitrì appena nello scorgerla, riconoscendola, ma era troppo abituato alla sua presenza per spaventarsi a mettersi a fare rumore; la osservò solo, sbuffando un po', nel silenzio della notte che cedeva il posto il giorno.
Istintivamente la ragazza alzò la testa ad osservare la Bocca dell'Inferno e scoprì che il cielo stava tingendosi di grigio nel mondo esterno. I Rhiel si sarebbero svegliati in pochi minuti, avrebbero aperto le porte delle case e atteso il segnale di Griff da Edom per iniziare a combattere...Doveva trovare i modo di avvisare Lilieth. Lui era diverso, lui poteva salvare il Villaggio, poteva aiutare tutti loro. Ma prima doveva scappare e per farlo doveva riuscire a mettere fuori combattimento Chelis; si guardò febbrilmente attorno: l'unica arma che vedeva era l'ascia che usava per tagliare la legna, ma non avrebbe mai potuto vincere nel corpo a corpo con il suo padrone. Però...Era sempre meglio di niente, poteva essere un deterrente. Correndo il più velocemente possibile recuperò la piccola ascia di metallo e la osservò, le mani che tremavano; stava davvero per scontrarsi con Chelis?
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Sangue impuro.- Equilibrio spezzato
FantasyLilieth vive all'Inferno. Ci vive da tutta una vita e quello che è gli piace: un Rhiel, un Mercenario, un guerriero; senza famiglia, senza sentimenti, lacerato dalla Guerra tra Luce ed ombra dentro la sua anima tormentata: un mostro dal viso umano...