Il giardino di Chelis non era diverso da quello di cento altri Rhiel che vivevano nel Villaggio: un quadrato di pochi metri, con una mangiatoia per il cavallo, una palizzata tirata su alla bell'e meglio ed un cancello di legno che si affacciava sulla strada principale, ben chiuso.
Lilieth si guardò attorno: c'era una catasta di legna ordinatamente impilata accanto a lui e alcuni ciocchi attendevano di essere tagliati; l'ascia era abbandonata in un angolo, scintillava alla luce delle torce che illuminavano appena l'ambiente.
Al centro esatto del quadrato si innalzava un palo di legno, ficcato nel terreno e ben eretto.
Il ragazzo scese il basso scalino di granito e iniziò a camminare nella ghiaia coperta da uno strato di brina. Anche lì, l'aria gelida proveniente dal lago gelato di Lucifero era pungente, anche se meno intensa grazie alla distanza dalla Voragine; comunque, si strinse nel mantello e si voltò per assicurarsi che Zefira fosse ancora in casa e non lo avesse seguito.
La piccola finestra che si affacciava sul giardino era schermata da una tenda e non c'era nessuna traccia della ragazza.
Bene. Un problema in meno.
-Sei venuto a portarmi una coperta?-chiese una voce beffarda ma tremante, e il giovane tornò a fissare il palo infisso nel giardino; legata ad esso, seduta sul nudo terreno, c'era Alysia. Indossava ancora la veste leggera con cui era arrivata da Edom e le sue braccia pallide erano nude, coperte da pelle d'oca e sollevate in alto, legate al palo da catene e corde, che le avvolgevano anche il busto ed i fianchi, come un bizzarro rampicante. Tremava.
-Non è mia abitudine aiutare chi mi minaccia.- rispose pacato, osservandola; alla luce fioca, i suoi occhi bianchi erano enormi e parevano vederlo, fissarlo e giudicarlo.- E tu sei un pericolo per me.
Un sorriso dolce le illuminò il viso e lui dovette ammettere che era bella: senza dubbio gli Armati potevano odiarle, ma le Fate erano le creature più affascinante ed incantevoli del mondo e le loro figlie impure non facevano eccezione.- Non sono una minaccia: so chi sei, ma non intendo tradire il tuo segreto...ancora.
Lui sollevò un sopracciglio; era inutile nasconderle il volto: lei non poteva cadere nella trappola dei suoi occhi.-E questa non è una minaccia? Tu racconterai tutto a Chelis o ad un altro Rhiel in cambio di qualcosa. Magari della libertà.
-Perchè dovrei?- Alysia si mosse, ma non poteva raddrizzarsi e la posizione in cui era costretta dalle corde era scomoda.-I Rhiel mi ucciderebbero comunque. Non mi importa che tu venga esiliato o giudicato...Lilo
Il giovane diede in un basso ringhio, guardandosi attorno, ma le case dei vicini erano silenziose.- Io non mi chiamo così!
Alysia sorrise: era assurdo che non fosse terrorizzata da lui; era chiaro che Lilieth rappresentava una minaccia terribile per la sua vita. Non aveva nulla da perdere nell'ucciderla.- Non puoi cancellare quello che sei...neppure se ti ci impegni con tutta l'anima.
Lilieth si incupì, inginocchiandosi davanti a lei. Sembrava che Chelis non l'avesse toccata: il suo viso era sporco, ma non c'erano lividi. Aveva le labbra secche: probabilmente stava morendo di sete e non solo di freddo.-Sono stati gli Armati a dirti di me? Eri qui per trovarmi?
Alysia parve esitare, poi scosse la testa.- No. Nessuno sa che sei vivo: almeno, non lo dicono in giro; tu sei il figlio perduto: raccontano la tua storia ai bambini, insieme a quella di Herizel.
Lilieth ebbe un violento moto di delusione: per qualche secondo, aveva davvero creduto che qualcuno sentisse la sua mancanza abbastanza da volerlo indietro. Comunque, era una buona notizia: significava che era la sicuro dalle leggi dell'Ordini. Immaginava che lo avrebbero ucciso, essendo un Impuro.
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Sangue impuro.- Equilibrio spezzato
FantasyLilieth vive all'Inferno. Ci vive da tutta una vita e quello che è gli piace: un Rhiel, un Mercenario, un guerriero; senza famiglia, senza sentimenti, lacerato dalla Guerra tra Luce ed ombra dentro la sua anima tormentata: un mostro dal viso umano...